La natura dei supporter di Bergamin
18 febbraio 2019
Tito Lucrezio Caro, vissuto un secolo prima di Cristo, nel suo impegnativo libro “De Rerum Natura”, si è focalizzato sulla natura e il ruolo degli uomini. Una analisi affinché si afferrino coscienza della realtà e delle passioni, che a volte non si comprendono o male si interpretano. Un libro da leggere, attualissimo. Considerato ciò che sta accadendo in queste settimane nel comune capoluogo, Rovigo. Quello che emerge, è la natura di questi nanuncoli della politica locale. Dominati dal sindaco, Massimo Bergamin.
Credo non abbia mai letto Lucrezio, ma dimostra una sicurezza e spregiudicatezza di una Lucrezia, Borgia. Pronto a maritarsi e rimaritarsi, con una serie di paggetti che ha ben soppesato e valutato in questi quattro anni. Classificandoli, giustamente, nella casella “nulli”. Leggendo bene nella psiche dei consiglieri, e ciò gli va pubblicamente riconosciuto. Ha compreso cioè di avere a che fare con persone che hanno qualcos’altro al posto della faccia. Occorrerà quindi, se si vuole il bene di Rovigheto, strappargliela quella pubblica faccia, per far emergere la maschera che in tanti indossano sotto. Leggo di affermazioni che fluttuano tra il ridicolo, il farsesco e l’incredibile. Ci sono dichiarazioni che dovrebbero forse interessare altro Palazzo, oltre a Nodari.
Resto alquanto allibito, per esempio, nel conoscere quanto detto dal consigliere, che si colloca, a parole, all’opposizione, Matteo Masin. Rilasciate ai giornalisti dopo il colloquio col primo cittadino. Ha affermato, candidamente, che non potrebbe, come dipendente, “…sfiduciare il suo vicepresidente di Acquevenete…”, che è anche sindaco di Rovigo, Bergamin. Mi chiedo se era lucido quando affermava ciò? Ritengo tali dichiarazioni di una gravità inaudita. Solo in una città pressapochista e tollerante come la nostra possono accadere fatti simili. Masin è stato democraticamente eletto, supporti senza nascondersi questa amministrazione, come fa Antonio Rossini. Faccia “il suggeritore”, un ruolo che nel teatrino rovigotto calza alla perfezione. Proponga spunti, dia “ l’imbeccata ” e le battute, rincorra i bilanci che risolveranno i problemi e problemini di Granzette e Cantonazzo assieme al suo “signor sindaco”. Sottovoce, si raccomanda, per non disturbare contemporaneamente il suo ”vice presidente di acquevenete”.
Alla ribalta da anni in una frazione, mai di una città. Sempre rintanato dentro la “buca”, prigioniero nello svolgere a pieno il proprio ruolo. Lo risottolinea pubblicamente quando dice che in consiglio si asterrebbe “… quando direttamente o indirettamente si tratta di situazioni che potrebbero gravare sulla mia vita personale e lavorativa…”. Protetto da quei voti che dicono racimolati passando reiteratamente casa per casa, aiutando a pagare bollettini postali o consegnare borse della spesa o aiutare a evadere pratiche per i suoi adepti. Con quella sua natura immutabile, sempre “servizievole”. Come l’Arlecchino di Carlo Goldoni, “servo di due padroni”.
PS: Ha perfettamente ragione a risentirsi quando collocano la sua lista a sinistra, definendola “Soccorso rosso” perché aiuta la giunta di centro destra di Bergamin. Infatti la sua denominazione esatta è “ Pronto Soccorso”.
Roberto Magaraggia
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