Bergamin travolto dalla ruspa leghista

Bergamin travolto dalla ruspa leghista

22 febbraio 2019

Su Rovigo deve esserci una maledizione. Le brutte notizie si sommano. Dalle ore 21 del 21 di febbraio Rovigheto ha nove disoccupati in più. Sindaco e otto assessori. Bergamin è rimasto lui stesso “vittima della ruspa leghista”. Per non parlare degli orfani: due terzi dei consiglieri comunali senza “l’incarichetto” torneranno a essere dei signori “nessuno”. Cioè cittadini insignificanti, che faranno fatica a ricevere il saluto dai loro condomini. Ma il problema vero è che la coalizione di centro destra ha miseramente fallito per la seconda volta, mandandosi a casa anticipatamente.

Mi chiedo, con che faccia si andrà a richiedere ai rovigotti il voto? Perché si tratterà di eleggere la nuova gestitone amministrativa della città, dove la politica non dovrebbe essere preponderante. Dove un marciapiede eseguito con cura non è né di destra né di sinistra ma un lavoro ben fatto, spendendo oculatamente i soldi dei concittadini. Staccare la spina “sputando” in faccia al proprio sindaco, dopo “soli” quattro anni di gestione ha due significati. Primo: che questi ragazzotti politicamente non ci arrivano, cioè capiscono la realtà dopo il terzo anno, come hanno fatto in precedenza i supporter di Bruno Piva. Oppure non hanno minimamente l’idea e le capacità di come si amministra un capoluogo. Ora inizieranno a questuare il voto. Perepepe’, perepepe’, rovigotti votate votate votate me!  Staremo a vedere.

Qualche giorno fa, davanti al bar Thun, in centro città, ho incontrato il mio vecchio amico Renzo Marangon, al quale ho chiesto la sua impressione sulla crisi che attraversava il comune di Rovigo. Dalla sua risposta ho capito che Bergamin era spacciato. Infatti, da politico navigato e astuto (dire il bene e non lo far, fare il male e non lo dir) aveva diagnosticato un seppur doloroso proseguimento di legislatura. Rovigo, a distanza di anni, ripete la propria storia. Brutta storia. Per tutti i rodigini. Ripetere lo stesso film significa non aggiornarsi. Stavolta Renzo, dopo aver preparato il suo “ariete Benetti“, contro la Lega e a favore di Forza Italia, ha demolito il secondo sindaco di centro destra di Rovigheto. Cinque anni fa si era fatto ritrarre, come il regista Hitchcock, sulla scena del crimine davanti alla sede del Notaio mentre contava i consiglieri che entravano a depositare la firma per detronizzare Bruno Piva. Oggi, intelligentemente, non si è fatto vivo sul luogo del delitto. La certezza gliela garantivano i sette leghisti. C’erano addirittura cinque voti di troppo sui diciassette necessari, avrebbe detto Churchill. Credo di poter affermare, senza essere smentito, che il sottoscritto è stato uno dei pochissimi che da mesi hanno criticato il nostro sindaco. Mentre leghisti, forzaitalioti e altri perepepe’ lo osannavano. È comunque bastato che, da ottimo stratega, Marangon puntasse le sue energie su quello che è divenuto l’anello debole che teneva unità la catena per spezzarla. Ha avuto gioco in un partito di  ragazzetti, dal comportamento mutevole, guidati dal neo commissario cittadino Benetti. Voi “quoque fili mii“, ha gridato Bergamin. Ricordatevi però, come sosteneva Giulio Cesare, dittatore della Repubblica romana che amava i tradimenti ma odiava i traditori, che i conti si faranno tra pochi mesi. E gli adulatori che fino a quindici giorni fa osannavano “il sindaco ruspista”, si sono rivelati i traditori di oggi. Da Re ha una occasione irripetibile: azzerare chi non ha risposto alle indicazioni politiche del partito. Potrà così ricostruire un nuovo gruppo dirigente, che assomigli agli altri nelle province venete, dove il partito raddoppia i voti rodigini e polesani.

Caro segretario nazionale prendi nota: vedrai le percentuali che registreranno la Lega e Forza Italia a Rovigo, e mi darai ragione. Ricordo inoltre che i firmatari dell’allora maggioranza che hanno fatto decadere Piva, non sono stati più rieletti. Tranne Paolino Avezzù.

Roberto Magaraggia

Rovigo Magazine