Una croce per morire o risorgere

Una croce per morire o risorgere

10 marzo 2019

Ci stiamo avvicinando alla Santa Pasqua. I giorni che la precedono, per i credenti, sono rappresentati dal simbolo della Croce, che significa passione e resurrezione. Quella stessa croce, con la c minuscola, che i cittadini di Rovigheto dovranno apporre a maggio sulla scheda elettorale per le elezioni comunali. Costituirà essa stessa una duplice possibilità per il futuro del Comune capoluogo: inabissarsi definitamente o iniziare a rialzarsi. Il futuro è come non mai nelle nostre mani, anzi in una mano e in una matita. Mentre per le elezioni dei rappresentanti al parlamento europeo, potrà essere utile che il ragionamento si allarghi contemplando le varie opportunità che ci saranno propinate dai leader politici nazionali, a livello locale tutto dovrebbe cambiare. Le elezioni per rinnovare il consiglio comunale sono di tipo  “amministrativo”. Nel qual caso sono le facce e la morale di chi si presenta, che dovrebbero contare. Semplifichiamo. Si tratta, in modo riduttivo ma efficace, di rispondere attraverso il voto a questa semplice domanda: a chi affiderete il vostro portafoglio? Perché chi gestirà l’amministrazione, che vogliate o meno,  influenzerà i nostri bilanci familiari, grandi o piccoli che siano. Per esempio: chi credete che paghi i debiti milionari prodotti dal “Caso piscine Baldetti”? E il flop del Maddalena? E, non ultimo, lo sperpero di denaro sul farsesco cambio e ricambio di viabilità alla stazione ferroviaria?

Cari elettori, mi permetto di illustrarvi sinteticamente cosa significherà votare bene o male, affermando che qualsiasi vostra scelta sarà legittima. Se con sacrifici avete acquistato una abitazione pagata diciamo 10, e la città è malridotta com’è oggi, e decidete di andarvene e venderla, sarete fortunati se vi offriranno si e no 7. Se, dopo una giornata di lavoro, pensate di fare quattro passi in centro, dovrete fare attenzione ai marciapiedi dissestati, ai zelanti accertatori di sosta, a non deprimervi, se incrociate un negozio su due con le persiane definitivamente abbassate. Se optate poi per l’alternativa, e decidete di rilassarvi visionando un buon film al cinema, dovrete salire in auto e percorrere una trentina di chilometri per raggiungere Padova o Ferrara. Se, nei momenti liberi, durante i fine settimana o le desiderate vacanze, siete in treno o in aereo e il vostro vicino di viaggio vi chiede di dove siete, rispondere orgogliosi di Rovigheto è, diciamolo senza ipocrisia, impegnativo. Non cito inoltre tutte le conseguenze derivanti da una mala gestione pubblica di sindaco e giunta. Aumento disoccupazione e sottoccupazione e relativo sfruttamento della manodopera. La città respinge, più che attrarre. A ciò va aggiunto il depauperamento del capoluogo e anche delle frazioni, oltre al malessere psico-fisico conseguente. Ecco, carissimi rovigotti, che porre una semplice ma impegnativa croce alle prossime elezioni comunali significherà decidere se scendere o meno dall’attuale patibolo. In poche parole morire o risorgere.

 Roberto Magaraggia

Rovigo Magazine