La pagella della settimana

La pagella della settimana

18 marzo 2019

In politica, nel giornalismo e nella vita in generale bisogna saper attendere, senza sbraitare o rincorrere scorciatoie per affermarsi, difendere o ingrassare il proprio portafoglio. L’unica tutela da preservare è la propria dignità. Lo ha fatto in tanti anni di professione un giornalista, Carlo Cavriani, chiamato dal 25 di questo mese a gestire una delle redazioni, dopo Bologna, più prestigiose del Resto del Carlino, Rimini. Lascerà questa “Mesopotamia” tra Adige e Po per risvegliarsi osservando il mare. Tanti anni, giornate intere, anzi settimane, mesi, anni comprensivi di festività, con una redazione ridotta all’osso, impegnate per confezionare un quotidiano, tra cronaca e approfondimenti. Una professione delicata, essere a capo di una redazione, in quanto si possono impostare due tipi di giornalismo: quello di ricercare e dire la verità e quello che tratta le notizie come fossero merce. Un giornale può “santificare” o “distruggere” una persona, e influire su una comunità di cittadini lettori. Soprattutto da quando la comunicazione ha preso il posto dell’informazione, come un parassita. Un grande giornalista, Ryszard Kapuscinski, sosteneva che “…è sbagliato scrivere di qualcuno senza averne condiviso almeno un pò di vita…”. Con Carlo, per amicizia e professione, c’è stata. Ci siamo sentiti e ci confrontiamo da anni. Credo che ci sentiremo ancora per molto tempo. Un in bocca al lupo. Voto 10

E’ più di un mese che a Rovigo siamo senza giunta, privi di amministrazione. Non succede quasi nulla nella popolazione. Vi è solamente una grande agitazione fra le forze politiche che debbono comporre le liste dei candidati alle prossime elezioni di maggio, capitanate dai soliti noti. Si telefona e si avvicinano tutti perché qualcuno si sta giocando il tutto per tutto. Ho la senzazione che potremmo rimanere tranquillamente in attesa dei nuovi amministratori, poco cambia se non migliorare la nostra situazione di cittadini: sono stati momentaneamente bloccati i barbari distruttori. Mentre, per esempio, non potremmo fare a meno degli operatori di Ecoambiente. Parlo degli operai, non del CDA, sul cui operato probabilmente potremmo scoprire amare sorprese, quando verrà, spero, presto sostituito da nuovi amministratori. Gli operatori ecologici sono un esempio di chi ci è veramente indispensabile e viene spesso bistrattato, e di chi no. Provate a immaginare la città, anche una sola settimana, senza la loro preziosa opera. Viva gli operai di Ecoambiente. Voto 8

E’ da poco trascorso l’8 marzo. Nelle nostre case le mimose sono già appassite. Non mi voglio tuffare nel mare dei già detto, ovvero che i nostri cari defunti non debbono essere celebrati e ricordati solo il 2 novembre, i lavoratori il 1 Maggio, la Liberazione il 25 aprile e la Repubblica il 2 Giugno. Tantomeno naturalmente le nostre compagne di vita, le Donne. Mogli e madri, percorrono in parte o tutta la vita con noi. Sono il nostro sostegno principale. Ecco che a tutte voglio dedicare questa breve lettera di Johnny Cash. “Buon compleanno principessa, oramai siamo vecchi e ci siamo abituati uno all’altra. La pensiamo allo stesso modo. Leggiamo la mente dell’altro. Sappiamo quello che l’altro vuole anche senza dirlo. A volte ci irritiamo anche un pò. A volte ci diamo anche per scontati. Ma ogni tanto, come oggi, medito su questo e mi rendo conto di quanto sono fortunato a condividere la vita con la più grande donna che abbia mai incontrato. Continui ad affascinarmi e ad ispirarmi. La tua influenza mi rende migliore. Sei l’oggetto del mio desiderio, la prima ragione della mia esistenza. Ti amo tantissimo”. A Lucia e tutte le donne. Voto 10

Non ho mai visto in vita mia una partita di Rugby, lo sport che in città va per la maggiore. Quello che un tempo ci ha resi orgogliosi a livello nazionale. Quando tra le squadre della serie A eravamo mitici. Non conoscendo o capendo nulla delle regole che lo governano, ho scritto comunque un pezzo sull’allora mitica Gazzetta dello Sport. Mi capitò, che una domenica all’ora di pranzo, di ricevere una telefonata da un amico, grande giornalista sportivo. Mi obbligava a mandargli via fax 30 righe della partita, “siamo senza corrispondente” mi disse. Non volle sentire ragioni. Allora non c’erano i telefoni cellulari. Chiamai il presidente Giancarlo Checchinato a casa e lo investii del mio dramma. Si impegnò di richiamarmi, terminata la partita, per raccontarmi lo svolgimento. Così riuscii a onorare il compito affidatomi. Ora, pare che dopo le tensioni degli anni scorsi, l’ambiente rossoblù cittadino funzioni alla perfezione e ci regali l’agognato scudetto. Auguri a società e tifosi-. Voto 10

Roberto Magaraggia

Rovigo Magazine