S.O.S. per il Pronto Soccorso

S.O.S. per il Pronto Soccorso

Oh no, su Compostella non si può! Innanzitutto perché gli hanno imposto i nomi di Sant’Antonio da Padova, Antonio e Fernando. Poi, in sintonia con la sua cattolicissima Vicenza, anche il suo cognome, Compostella, seppur con una elle di troppo, ci raccorda con la città dove riposano le spoglie di uno degli apostoli di Gesù, San Giacomo “il maggiore”. Anche se improvvidamente, diciamolo, stona ma fa capolino la sua tessera di “leghista storico”, il suo curriculum è di tutto rispetto. Laurea e specializzazione in “rianimazione”. Ed è qui che mi aggancio: lei doveva esercitarla meglio, la sua specializzazione, sull’intero ospedale, ridestandolo.

Pregiatissimo, c’era bisogno di attendere i risultati dell’inchiesta “Totem”, per capire e comprendere quello che un contadino come mio padre avrebbe inteso eseguendo un sommario giro tra i vari reparti del nostro nosocomio? Sono profondamente convinto che le critiche che le rivolgerò saranno, almeno lo spero, molto più utili degli “slinguazzamenti” che un ruolo delicato ma prestigioso come il suo attirano, come il miele le mosche. Anni fa, quando ancora il nostro ospedale era in espansione, e dai grandi policlinici come Padova o Ferrara, gli aspiranti primari si vedevano ostruita la possibilità di avanzamento sceglievano di approdare a Rovigheto. Meglio essere numero uno qui, che secondo o terzo altrove. Poi, però, per una serie di concause, da qualche tempo a questa parte si è imboccato il percorso inverso, ovvero la fuga.

Ora siamo quello che siamo, con qualche buon reparto come oculistica, gastroenterologia eccetera. Ma con uno scandaloso, ripeto scandaloso Pronto Soccorso. Ma c’era forse  bisogno che utenti o familiari mettessero nero su bianco quello che un normale cittadino ha provato accedendovi personalmente o al seguito di un suo caro? Chiariamoci subito: medici e personale infermieristico non c’entrano nulla, lei però sì. Loro ci mettono quello che riescono, che possono, anche se a volte per fatica, stanchezza o maleducazione, non ricordano che stanno svolgendo un ruolo importantissimo e delicatissimo. Quindi, la mia meraviglia, considerati i suoi grandi attributi e, mi consenta, amicizie politiche, è questa: perché non bussa bussa bussa alle porte di chi sappiamo per potenziare e raddoppiare, come minimo, il personale medico del Pronto Soccorso? (anche per tacitare le malelingue che pensano l’opposto; cioè che la sua “militanza” possa essere un segno di debolezza totale e cieca obbedienza, sempre verso chi sappiamo).

Dedichi qualche giornata, magari travestito con barba e baffi finti, scenda dal palazzo e si immerga tra i mortali, in astanteria o nei corridoi tra i nostri vecchi, quelli che con il loro lavoro hanno costruito questo nostro Paese. Vedrà come questi pazienti, di nome e di fatto, umili e rispettosi attendano per ore e ore, o giornate intere, adagiati su lettini con basi dure come i sassi, per essere visitati. Solo così potrà realmente rendersi conto di quanto le descrivo. E non mi venga a dire che queste cose le sa! Sarebbe gravissimo!                                                

PS: tempo fa, sono stati pubblicati sui giornali i compensi dei medici. Poi sono scomparsi. Hanno invocato la privacy, pur trattandosi di soldi nostri, anche se avremmo diritto di conoscere dove e a chi vanno. Egregio Compostella, abbiamo saputo di stipendi da duecentomila euro e oltre, che probabilmente nel settore privato si dimezzerebbero. Nulla di illegale. I contratti sicuramente lo prevederanno. Ma provi a riflettere: se eliminassimo qualcuno di quei super fortunati dipendenti e assumessimo alcuni medici in più? Che ne dice?                                        

Roberto Magaraggia

Rovigo Magazine