Il travaso delle idee
26 ottobre 2019
Una sfida, un compito non facile quello di tentare di rianimare Rovigheto. E’ ciò che l’amministrazione Gaffeo si ritrova, dopo aver ricevuto questo bel regalo dal centro destra. Un villaggio. Sì, perché si deve parlare di piccolo centro, per nulla “attrattivo”, e nemmeno più di campagna (nessuna manifestazione, per esempio, in onore del centenario della Coldiretti, come ha fatto mi pare Lendinara. Eppure questo è il suo hummus, la sua grande storia passata). Strade dissestate. Miriade di negozi chiusi. Grandi marche fuggite. Scarsità di parcheggi, ed esagerazione di contravvenzioni. Miriade di appartamenti sfitti. Un luogo assolutamente “sfigato” per giovani, e poco dignitoso per anziani ed handicappati. Tasse e costo della vita troppo alte. Una filza di opportunità che di fatto sono fuggite, che negli anni l’hanno depredata: scuola allievi guardia di finanza, direzione Enel, Banca d’Italia, le varie associazioni di categoria costrette a emigrare e ad associarsi con altre realtà extra provinciali, snaturandosi, per non morire. Vergognosi vuoti urbani lasciati all’abbandono. Ex magistrali, ex vigili del fuoco, ex genio civile, ex caserma Silvestri, ex Maddalena, ex questura (per costruire un enorme mausoleo, esagerato, in Piazza d’Armi cementificando un grande spazio di territorio che ospitava giostre e spettacoli viaggianti), ex Banca d’Italia. Senza un cinema in città. Popolazione in continuo calo, con relativa natività. Anche l’annuale Fiera d’Ottobre, da poco conclusa, ne è la cartina di tornasole. Molte bancarelle in meno: sparite quelle di via Fusinato, Regina Margherita, Cavour. Soliti accampamenti per salsicce e piadinari. Spariti spontaneamente addirittura i venditori abusivi, quei “negretti” cui Bergamin e i vigili urbani davano la caccia. Nemmeno loro quest’anno hanno ritenuto Rovigheto un luogo attrattivo in cui poter concludere qualche misero affare.
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