La pagella della settimana

La pagella della settimana

4 novembre 2019

Costerà alle nostre finanze 980.884.80 euro in più ogni anno, per 5 anni. Saranno i dipendenti, “gli incaricati”, che godranno della delibera n 184, varata lo scorso 23 ottobre, a firma del Direttore Generale dell’ULLS 5 dott. Antonio Compostella. Più di 160, “tutti meritevoli” di un “…incarico di funzione ai sensi dell’articolo 18 del CCNL, Comparto Sanità del 25 maggio 2018”. Soldi legittimi, anche se le domande rimangono aperte: ma l’unione di più ULLS non doveva razionalizzare, e non moltiplicare? Erano poi tutti meritevoli di averlo questo incarico? E con quale criterio sono stati scelti gli ambiti in cui era necessario un capufficio nuovo o ricollocato? Non sarebbe stato il caso di iniziare invece ad adottare, in un settore molto importante come la sanità, il metodo della meritocrazia? Non sarebbe stato infatti meglio ristrutturare l’azienda, organigramma alla mano, privilegiando pochi incarichi fiduciari, lasciando meno spazio agli incarichi di funzione? Capisco benissimo che così operando si accontentano tutti o quasi, i sindacati in primis, anche se si fornisce l’impressione di aver adottato il metodo della mediocrazia. In tempi di conformismo tutto va ben, madama la marchesa. Voto 6 –

Lo si vede poco passeggiare per Rovigheto. Ma è e resta comunque un gentiluomo. Un signore. Mi riferisco all’ingegnere Luciano Zerbinati. Anni fa aveva creato un prestigioso ufficio tecnico che sfornava progetti che trovavano sbocchi veloci, tanto che venivano presto finanziati. Anche perché era ben agganciato al filone della politica allora imperante; così, in un batter baleno, transitavano dal Genio civile al Magistrato al Ministero. Viaggiavano alla velocità di un frecciarossa. Ora, chiuso da anni l’ufficio, trascorso il periodo di presidente all’Ater e di Ville Venete, si dedica alla sue grandi passioni, la cultura e la pittura. Detiene infatti importanti opere che espone nella sua magnifica villa di Polesella. Abbinamento più felice non poteva esserci. Voto 8

Suor Virginia Maria, al secolo Marianna de Leyva, divenne nota come “La Monaca di Monza”. Alessandro Manzoni ce ne ha parlato nel suo ancor importante romanzo “I Promessi Sposi”. La “sventurata” monaca, ebbe due figli dal conte Gian Paolo Osio. L’arcivescovo, Federico Borromeo-siamo agli inizi del 1600-venuto a conoscenza del grave episodio, ordinò un processo canonico al termine del quale fu emessa la sentenza per suor Virginia: murata viva nel ritiro di Santa Valeria, dove rimase sino alla morte. Le cronache di questi giorni ci informano di altre suore che sono rimaste incinte, in Sicilia e altrove. Escluso possa ripetersi il “concepimento virginale” di duemila anni fa, si abbozza. La Chiesa dovrebbe invece cominciare a interrogarsi, e da tempo direi. Preti e suore sono esseri umani come noi, dotati di istinti e desideri, compresi quelli sessuali. Reprimerli crea gravi problemi. La storia recente ci informa di migliaia e migliaia di abusi di pedofilia commessi dai preti su minori. Ma anche il lesbismo esasperato praticato nei conventi è risaputo. Vecchie cronache ci hanno informato cosa è stato ritrovato in certi monasteri femminili, dopo che il 22 messidoro anno VI repubblicano (10 luglio 1798) il Direttorio Esecutivo della Repubblica Cisalpina, ne decretò la soppressione per confiscarne i beni. In certi casi le “attrezzature” ritrovate fecero scalpore, perché degne di un moderno sexy shop. Il Sinodo dei Vescovi pare abbia recentemente aperto uno spiraglio per dare la possibilità di salire sugli altari anche a chi è sposato. Così le suore e i preti potranno meglio vivere la loro sessualità e meglio onorare la loro scelta. Voto 7

C’è una tensione esasperata, e sospetta, o almeno così mi pare. La ZES, che difficilmente arriverà anche in Polesine, ha forse disilluso molti, ma soprattutto creato danni a chi sperava di inserirsi per fare grandi affari. Mi riferisco a possibili gruppi o persone che, come in tutte le vicende economiche, potrebbero aver intrapreso iniziative per guadagnarci, lucrarci. Chi, per esempio, poteva essersi accapparrato, magari tramite un semplice preliminare d’acquisto, terreni che oggi valgono tot, ma un domani rivenduti, in zona Zes, dieci volte tanto. E se non dovesse arrivare l’agognata promessa, che potrebbe succedere? Nulla: ci rimetterà chi ha rischiato, facendo i conti senza l’oste, cioè la politica, prendendosela nel culo. Capita a tanti di fare un incauto acquisto. Ci sono però incazzature particolari, che più che lamentarsi per la perdita di un beneficio globale, agognato e legittimo, tradiscono e segnalano probabilmente quello personale. Voto 4

Nel deserto della politica polesana, fatta di teste abbastanza vuote, non si riesce a cogliere qualche pensiero progettuale, come ai tempi della vecchia partitocrazia. La Lega si esprime con slogan Salviniani, e nulla più. Non un progetto per il Polesine, per il capoluogo. Nulla, come il vecchio partito Berlusconiano dove si colgono sporadici sprazzi: come l’ultima difficoltosa e imbarazzante richiesta di firme contro le tasse, non spontanea ma “spintanea” su imput del partito nazionale. Fatta poi in ambiente chiuso, nel cenacolo della sede, dove si consumano le ultime speranze. Niente nemmeno dal Partito democratico, dove c’è chi è fuggito, e chi ha la valigia sotto il letto, pronto a imbarcarsi non si sa più dove e con chi. Non cito gli eterei ed oramai sempre più evanescenti 5 stelle, meteore che stanno scomparendo da quel nulla da cui sono apparse. Gli unici, sommessamente, che rilanciano interventi di qualcosa che sa di politica, di progettualità, di preparazione sono i socialisti. Sono rimasti in pochi, si contano oramai sulle dita di una mano, ma almeno ogni tanto battono un colpo. Voto 7

Rovigo Magazine