Il travaso delle idee

Il travaso delle idee

5 novembre 2019

Siamo tutti “meridionali” di qualcun altro. Lo sono i napoletani per i romani, i bolognesi per i ferraresi, e tutti questi insieme per noi veneti, che però diventiamo a nostra volta “terroni” per i trentini. E avanti così. E’ antica e mai morta la tendenza a discriminare: per nazionalità, cultura. classi sociali inferiori eccetera. Ma vorrei andare oggi molto controcorrente. Ieri i quotidiani erano zeppi di una notizia, che con tutti i seri e gravissimi problemi che ha l’Italia, mi pare straesagerata. Balotelli, un campione, o ex, di calcio, dal comportamento anche un pò “balordo”, ci hanno riferito le cronache in questi anni, che ha un colore della pelle diverso dal bianco. Di lui, del suo caratteraccio abbiamo letto di tutto e di più. Della sua parabola calcistica, anche. Ma che due palle: un suo gesto da condannare però: quello di aver calciato il pallone con stizza nelle tribune, e essersi comportato come un ragazzino da strada, viziato, senza venire espulso dal terreno di gioco. Ecco la provocazione, il mio pensiero. Un calciatore professionista, chiamasi Balotelli o Ronaldo che sia, deve comportarsi da professionista. Guadagna molti, troppi secondo me, soldi per correre e fare, se possibile bene il proprio compito, dare i calci al pallone per farlo finire nella rete avversaria. In un’arena, lo stadio, vi sono molti spettatori paganti che vogliono godersi lo spettacolo calcistico. Ma diviene anche una Agorà, destinata allo spettacolo, all’insegnamento se vogliamo, di regole sportive e civili che dovrebbero soprattutto essere osservate, in primis dagli attori calciatori. Come in tutti i raggruppamenti (politica, tennis, uffici, club, aziende, fabbriche eccetera) si trovano l’imbecille o gli imbecilli di turno. Anche a Verona. L’eccezione che però conferma la regola, che è quella di persone educate, normali, che urlano, gioiscono. Che uno sparuto gruppetto di imbecilli gridi “buu, buu, buu” quando l’attaccante del Brescia calcia la palla, non dovrebbe in nessun modo divenire, per la scomposta e arrogante reazione di un super professionista strapagato, il tema del giorno. Esistono le regole. O meglio dovrebbero esistere. Dopo la reazione dovrebbe esserci stata immediatamente quella di chi gestisce la gara, l’arbitro. Espulso Balotelli. Non ci si comporta per nessuna ragione così. Poi, in base alle regole emanate contro il razzismo negli stadi, a palle ferme dovrebbero arrivare le sanzioni, che lo stadio e la società si meritano. Una, due dieci giornate di chiusura, e tot euro di multa. Così si insegna a gestire la tifoseria, quella dei delinquenti. Perché altrimenti la nostra Carta Costituzionale, già più volte strappata, rischia di essere cestinata. Dal falso buonismo, dal lassismo ma soprattutto dall’ipocrisia. Articolo 2 “…diritti inviolabili dell’uomo, sia singolo che in formazioni sociali…”; articolo 3 “…Tutti i cittadini hanno parità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione eccetera…”. Perché altrimenti anche l’arbitro “…cornuto, figlio di puttana…” avrebbe tutto il diritto di fermare la palla e sospendere la partita. Ma anche, che ne so, Gonzalo Higuain quando con la Juventus va a giocare nel suo ex stadio, il San Paolo di Napoli, ogni volta che tocca palla e viene raggiunto dal risentimento di avere cambiato casacca, dai fischi e buu, dovrebbe fare altrettanto. Non vorrei che, tutta la stragrande maggioranza della popolazione, debba con il trascorrere degli anni mettersi a cantare come Nino Ferrer “…Signor King, signor Charles, signor Brown io faccio di tutto per cantar come voi ma non c’è niente da fare, non ci riuscirò mai e penso che sia soltanto per il mio color che non va…Ecco perché io vorrei vorrei la pelle nera, vorrei la pelle nera!!!…”.

Risvegli: Il grado di felicità che possiedi dipende dal grado di libertà nel tuo cuore.

Rovigo Magazine