Il travaso delle idee

Il travaso delle idee

12 novembre 2019

Non ho mai visto tanta repulsione verso i “compagni” sinistrorsi come quella di chi compagno è stato. E quindi ben li conosce. Dall’intellettuale e giornalista Giuliano Ferrara, ex comunista familista, a Pierluigi Tugnolo, ex Rifondazione comunista. Il quale, forse è una sola mia impressione, non tollera ordini e imprimatur sulla legalità che ognuno degli ex “compagni” si confeziona. Giorni fa ho letto una sua intervista, che a me sembra chiara: sostiene che vi sia stato un vero e proprio blitz per scardinare il vecchio CDA di Ecoambiente per imporne uno gradito, anche al nuovo sindaco di Rovigo Gaffeo, che ha infatti indicato, tramite i suoi, Giancarlo Lovisari nel ruolo di Amministratore delegato. L’ingegnere è il funzionario più preparato che oggi conosca a Rovigo la pubblica amministrazione, sia chiaro, avendolo avuto direttore in AS2. Credo dovrà munirsi di casco e lanciafiamme, se vorrà dare un impriting alla società. Il commissario del Consorzio RSU ha comunque esercitato un suo diritto, e forse anche un suo dovere: quello di segnalare alle autorità dello Stato, diciamolo al consigliere regionale Graziano Azzalin, dei fatti che a suo parere sarebbero illegittimi. Compreso “signor democratico”? Se ha torto o ragione lo dirà chi di dovere, capito? Che ci siano cose poco chiare nel cambio del Cda lo dimostrerebbero le parole di Tugnolo, quando afferma nell’intervista che “…ho attivato il ricorso ora, solo dopo aver acquisito i verbali dell’assemblea soci, che la società (Ecoambiente ndr) mi ha negato fino al 25 settembre scorso quando ho minacciato di far ricorso al tribunale per vedere riconosciuto anche questo diritto….” . Atteggiamento, se vero, che reputo vergognoso. Poi smonta anche la pressione dei sindacati che imputerebbero al Tugnolo un eventuale stop alla fusione perché “…non c’entra assolutamente con la continuità aziendale della società. Il consorzio lo scorso 31 dicembre 2018 ha concluso ogni trasferimento dei suoi beni a Ecoambiente….il rinnovo dell’affidamento in house ad Ecoambiente entro il 2020 dipende dal Consiglio di bacino (dai 50 sindaci polesani) che dovrà approvare due atti fondamentali, il Piano d’ambito….ed una relazione che dovrà illustrare le motivazioni della scelta…. due atti che non c’entrano nulla con il consorzio RSU…”. Insomma, secondo Tugnolo, questi atti “…richiedono tempi notevoli per la loro predisposizione… e se non verranno fatti potrebbe saltare il Servizio integrato per la gestione rifiuti che sarà messo a gara…”. Fossi l’astuto Azzalin e il rappresentate sindacale, mi incazzerei con i sindaci polesani, con la lentezza polentona che, per eliminare il consorzio RSU, impiega lustri come per gli acquedotti, ma non con una segnalata presunta illegalità. Anzi. La legalità non è a due binari. Chiedere poi aiuto a Zaia, che osserva il Polesine da lontano, e credo non voglia intrigarsi in ulteriori grane, considerato che è un maestro in questo, significa lanciare le uova marce all’esterno, visto che si sono covate troppo a lungo. La lentezza polesana, le incapacità di molti rappresentanti istituzionali sono la vera piaga di questa martoriata terra. Un rappresentante istituzionale, consigliere regionale alla ricerca del terzo mandato, dovrebbe a mio avviso aver più rispetto per le istituzioni. Altroché dichiarare che tutto si blocca dal diktat del commissario liquidatore “…specializzato in esposti…”. Un “diritto costituzionale” garantito che non dovrebbe turbare se si è agito correttamente in base alla legge italiana, che paga gli stipendi ai politici, anche quello a Tugnolo naturalmente. Si dovrebbero iniziare a farsi un esame di coscienza innanzitutto, e attendere fiduciosi la risposta dei servitori di questo Stato, l’unico che da liberale conosco.

Pensieri: Il genio senza ingegno è come una barca senza remi.

Rovigo Magazine