La pagella della settimana

La pagella della settimana

25 novembre 2019

Buona l’idea dell’assessore allo Sviluppo Sostenibile del comune di Rovigheto, Dina Merlo, di espropriare la parte del parco dell’ospedale del Maddalena ancora inutilizzabile. Geniale e completa sarebbe stata la pensata se avesse incluso qualche parola conseguente; abbattere il mostruoso fabbricato, o, se proprio non si può, in ultima analisi recuperarlo per costruire appartamenti da assegnare alle famiglie in difficoltà, previo un affitto “sociale”. Sarebbe un buon avvio per una giunta di sinistra. Staremo a vedere. Voto 8

Polesine terra di imitatori. Mai che da questa “Mesopotamia” tra Po e Adige arrivino idee creative. Idee geniali; novità che occupino la stampa nazionale? Che ci segnalino come una popolazione all’avanguardia, fantasiosa? Invece si scimiotta, si copia sempre. Almeno che il triste “spettacolo” di riproduzione rimanesse tra le nostre mura a rallegrare le sagre paesane, invece no, deve essere esportato e trasmesso sui media nazionali. Addirittura condito con dei Bravo Bravo. Risponde al nome di Alberto Pastorelli, in arte Al Storelli, si legge, l’ultimo personaggio che si è esibito su Rai Uno nello spettacolo Tale e Quale Show, imitando Riccardo Cocciante. Dopo Solidea Paggioro, la “sosia” della regina Elisabetta, eccone un altro, che almeno possiede una bella voce. Voto 6

E’ giunto da Roma, un noto personaggio, per mettersi in regola con lo Stato. Doveva recarsi all’Agenzia delle entrate-Riscossione. Cliccando in internet si legge che la sede è in Via dei Cappuccini 4. Ma nella lettera, a lui recapitata, l’indirizzo recava Via del Sacro Cuore 5. Dove infatti si è recato, trovando tutto chiuso, essendo gli uffici stati spostati, senza nessuna indicazione, mi conferma. Dopo alcune ricerche è comunque riuscito a mettersi in regola, e pagare quanto gli veniva richiesto. Risalito in auto si è recato però nelle sede centrale in Via Cavour, a Rovigheto, per segnalare il disguido subito. Pare che all’ufficio rapporti col pubblico non gli abbiano saputo fornire delucidazioni. Voto 4

I disastri purtroppo alimentano a Rovigheto la visita di politici. Una mia amica mi dice: ” Speriamo che non arrivino più, in quanto sono come i gatti neri, che ti attraversano la strada”. La loro venuta e cioè legata alla iella, a chi ci crede ovviamente. Essendo persona culturalmente elevata, mi ha poi spiegato il perché è invalsa nella popolazione questa superstizione. Nella Repubblica del Leone, quando tra le strette calli vedevano infatti sfrecciare dei gatti, coniugavano l’evento con l’arrivo dei Turchi, che erano terribili, temutissimi per la loro violenza e le loro scorribande. Nelle loro stive tenevano una seria di felini, per non essere infestati dai topi. Una volta attraccate le navi i portelloni si aprivano e i gatti invadevano Venezia, segnalando l’arrivo degli Ottomani. Venerdì è giunto in città, dopo aver visitato il disastro del Delta, il sottosegretario alla Presidenza con delega all’editoria, onorevole Martella, che distribuisce milioni di euro di contributi pubblici a giornali e cooperative di giornalisti. L’incontro, si è rivelato un flop. Assenti rovigoti, simpatizzanti. Solo dirigenti del Partito democratico. Era stato fissato nel pomeriggio, presso la Pescheria Nuova di Rovigheto. Purtroppo, questi organizzatori non ne azzeccano una. Prima lo hanno accompagnato in basso Polesine, a supporto dei pescatori, come La Madonna Pellegrina. Poi in un giornale che riceve da anni, dal suo ufficio, contributi per milioni di euro e, infine, in Pescheria. Ma, essendo presenti “quattro gatti”, nessuna “sardina” ha avuto il coraggio di presentarsi, naturalmente. Almeno si fosse notato un cittadino, un simpatizzante al di fuori dagli addetti al partito. Voto 3

Difficile parlare nel giorno dedicato alla violenza sulle donne. Credo che qualsiasi parola. se confrontata con le cronache di ogni giorno, divenga superflua. Ma alcuni considerazioni, che non valgono nulla e mi auguro non vengano stupidamente catalogate, vanno poste. Nella mia infanzia non ho ricordo di stragi quotidiane, come ora, operate da uomini violenti sulle donne. Perché? Probabilmente allora tantissime mogli e madri “mandavano giù”, come si dice, e soffrivano in silenzio. Mi ha poi colpito, anche se non è una giustificazione, il dato fornito pubblicamente da una consigliere comunale di Adria a un convegno di Fratelli d’Italia, cioè che la metà delle denunce fatte da donne nei confronti del partner sono poi risultate non vere. Sono dati da considerare, anche se un solo caso fa rabbrividire. Insomma viviamo in epoche dove regna il collettivismo culturale, sia di destra che di sinistra. Rischiamo, in quest’epoca di reali violenze sulle femmine, di sottrarci, per paura di essere fraintesi, anche di rivolgere loro un complimento. Il conformarsi, il massificarsi e normalizzarsi ritengo siano un grave danno per lo sviluppo di una società civile. Anche le manifestazione “spintanee” verso la senatrice a vita Liliana Segre ne sono un esempio. Avendola ascoltata nelle varie interviste televisive, e avendola osservata (detengo i famosi manuali di fisiognomica, sic) ho avuto l’impressione che, oltre ad essere una grande donna, super intelligente, non ricerchi affatto le “tirate per la giacca” che in questi momenti di “moda” tanti comuni, anche polesani, le rivolgono. Già abbiamo assistito alle tante “Madonne piangenti” che, improvvisamente, hanno smesso di manifestarsi (probabilmente non hanno più lacrime da versare nei confronti degli italioti), che impazzano le richieste di averla “cittadina onoraria”, anche nel più piccolo comune con grandi problemi da risolvere. Il miglior servizio, che credo la senatrice a vita gradirebbe, sarebbe quello di ben governare, avendo semplicemente davanti una foto del suo viso. Voto 8

Rovigo Magazine