La pagella della settimana

La pagella della settimana

9 marzo 2020

Eccola la vera “democrazia”. Quella che è arrivata con il virus Cov19. Assieme alla “signora morte” livella tutti, belli e brutti. “A chi la tocca, la tocca…” rispondeva un inebetito Tonio, a Renzo, durante la devastante pestilenza lombarda descritta da Alessandro Manzoni nei “Promessi Sposi”. Un semplice e invisibile virus, che sta allarmando e mettendo in ginocchio intere nazioni. Sapete perché? Perché è appunto “democratico”, non come il partito d’elitè italiano che usurpa questo aggettivo, in quanto coinvolge o meglio può coinvolgere effettivamente tutti, ricchi e famosi, poveri e reietti. Come la morte, appunto. Finché fame, povertà, elementari malattie che non preoccupano l’Occidente, sterminano ogni giorno migliaia e migliaia di esseri umani, vabbé, ce ne facciamo una ragione. Ma quando rischia di contagiare anche i potenti, anche noi, allora il discorso cambia. Morale del racconto? Eccola la domanda indovinello, un quiz come quello se in un aereo ci sono tre persone e un solo paracadute: “A Roma esiste un solo ospedale, il quale è in possesso di un solo “ventilatore polmonare”. Se si presentassero solo due persone affette da Coronavirus. Una è un ragazzo di 12 anni che abita a Centocelle. L’altro ha 54 anni, e si chiama Nicola Zingaretti. Secondo voi a chi verrebbe collegato il “ventilatore”? Voto 4

Molti politicanti, parlamentari (appunto definiti così perché straparlano) hanno affermato che questa tragedia potrebbe rappresentare, in un futuro prossimo, un momento di rilancio sociale ed economico per l’Italia. Colgo quindi l’occasione, al volo. Piatto ricco mi ci ficco. Rovigheto è scomparsa da anni dall’indirizzario delle invitanti e attraenti città o cittadine italiane. Quando viene citata è solo per le disgrazie accadute anni fa (alluvioni, fuga brigatisti dal carcere, morte dei fratelli Bisaglia, acque inquinate acquedotti, eccetera…), che costituiscono la nostra “carta d’identità”. Siamo famosi di nulla. Esistono però in Italia città che hanno trovato un loro spazio caratteristico: la città delle zanzare, quella dei nasoni, quella dei capelli più lunghi, dei baffoni, degli scapoli, della felicità eccetera. Mi raccomando, ora non “toccatevi”. Perché non titolare nella cartellonistica di accesso al territorio “Rovigo città ospitale, pre-morte”? Non solo il cattolicesimo, ma illustri pensatori e filosofi affermano che una vita ben spesa, ordinata e senza sussulti, spesa nella quiete ci può preparare a un ben morire. Eccola quindi l’idea. Abbiamo clima disastroso, inquinamento alle stelle, negozi vuoti, strade colabrodo, disoccupazione, picchi di esaurimenti nervosi, di suicidi, alta malinconia, isolamento culturale e sociale. Insomma una serie di indici censita anche dal prestigioso Sole 24 Ore che potrebbero esercitare una forte attrazione italiana ed europea, se sfruttati. Vivendo gli ultimi anni, mesi, giorni della nostra vita preparati al trapasso a Rovigheto. L’ambiente è adatto: silenzio, tranquillità, istinti spenti, solitudine assicurata eccetera. Il corollario perfetto per affrontare la “pace eterna”, senza scossoni. Promettendo serenità, distacco verso il mondo, la vita attiva. “Rovigheto città NDE Near Death Experience “. Tradotto “Rovigheto la città esperienza pre-morte”. Immaginatevi la pubblicità a livello regionale, nazionale e mondiale che ne deriverebbe. Quante e quante persone farebbero a gara e porterebbero la loro ultima dimora qui. Le migliaia di case, ora sfitte, non sarebbero sufficienti.Voto 8

Quando si dice che uno ha “culo”. La notizia ultima è che Claudio Paron, dall’oblio di Boara Polesine, è stato ripescato nuovamente ed è entrato a far parte del consiglio di amministrazione della potente Ascopiave. Più che un sogno una realtà. Questa volta la poltrona gli è arrivata per dimissioni di un membro di Amber, tale Giorgio Martorelli. Ed essendo lui numero due in quella lista, tocca all’ex consigliere comunale forza italiota, Obiettivo Rovigo eccetera, già componente in passato per un triennio della società di Pieve di Soligo, sedersi per altri due mesi, prima del rinnovo del CDA, sull’ambita poltrona. Che, durante l’amministrazione di Bruno Piva, spettava a Zangirolami, che rinunciò, come fece Piva, smistandola a Paron, pensando di smorzare i mal di pancia interni. Distribuendogli un incarico da 50.000 euro anno. Paron non fu però confermato da Bergamin, che gli preferì lo scaltro commercialista Antonio Schiro, issato a capo dei revisori. Apriti cielo, per il leader di Obiettivo Rovigo e presidente del consiglio comunale Paolo Avezzù. Iniziò verso di lui un logoramento continuo ai fianchi, da parte del coordinatore politico del gruppuscolo, Claudio, che vedeva seduto in consiglio il figlio Luca. Tanto che, dai e dai, il mite, indulgente e benevolo Avezzù fu costretto ad aprire per primo il tiro alla ghigliottina del sindaco. Fermatosi cristianamente poi sul patibolo, tanto da essere isolato dal gruppuscolo, non partecipando all’esecuzione. Abbiamo visto cosa è accaduto poi. Voto 6

Sapete cosa mi ha più “colpito” dell’infezione da Coronavirus, che si è posata su alcuni polesani? Il fatto che i pazienti non abbiano “contagiato” la morosa, la moglie o compagna o amante che dir si voglia. Non risulta, almeno leggendo le cronache dei quotidiani, nessuna quarantena irrorata. Ergo: o non trombano più o, non esercitando più i cinque sensi, hanno sviluppato il sesto. Stando cioè ognuno per i cavoli loro. Così, oltre al contagio, evitano anche le baruffe e incomprensioni dovute all’abitudine del menage. Voto 7

Ad un errore si rimedia chiedendo scusa ai lettori di questo blog. Ricorderete le sottolineature che avevo fatto su Monica Gambardella e Mattia Maniezzo? Mi apparivano come degli assenti, non intervenendo mai in consiglio comunale, a Rovigheto? Ora mi pento, mi pento con tutto il cuore del mio peccato e prometto di non compierlo mai più. Quando hanno iniziato ad aprire bocca, è stato un disastro. Gambardella rivorrebbe al posto del chiosco di piazza Merlin, che presto verrà tolto, una edicola (c’era già, accanto al bar), come c’era una volta, ha detto postando una vecchia immagine della Rovigheto che fu. Benedetta signora, questi sforzi intellettuali e storici possono far male. Ci attendiamo la richiesta della riapertura dell’Adigetto al posto di corso del popolo? Le edicole non le vuole più nessuno, non rendono più in un’epoca dove le vendite sono crollate e la stampa perde un 10 per cento di vendite all’anno. Un auspicato ritorno al saggio silenzio lo auspico pure per Maniezzo, che vorrebbe portare le università nel Tribunale, e spostare questo nell’ex concessionaria della Fiat in viale Porta Po. Voto 3

Rovigo Magazine