La pagella della settimana

La pagella della settimana

13 aprile 2020

Beh che il Veneto sia un esempio virtuoso di come è gestita la sanità pubblica può avere solo due giustificazioni. La prima è che tutte le altre regioni sono un mezzo disastro. Escludendo senza appello il Sud, infiltrato in gran parte da mafia e corruzione. Ma questo non può essere il paragone per sbandierare una ottima conduzione, che invece lamenta responsabilità palesi e incapacità programmatorie. La Lombardia sta soffrendo e a mio avviso, anche se governata da Zaia, patirebbe. Fra i tanti tromboni che ci sfornano le televisioni nessuno che usi la ragione: detiene il doppio di abitanti del Veneto. Ha una concentrazione elevata di abitanti (Milano supera di gran lunga tutte le città del Veneto messe assieme) e l’interscambio fra persone è frenetico. Milano e la Lombardia è l’area più internazionale d’Italia. Se volete vedere tutte le razze del mondo che vi transitano giornalmente lì dovete recarvi, e non a Treviso o Vicenza. Non parliamo di Rovigheto. Staremo a vedere cosa accadrà quando nelle prossime settimane “il gregge” autoctono inizierà a muoversi. La seconda condizione ci sarebbe se si avviasse una seria analisi per approfondire analiticamente come siano stati spesi quasi 10 (9,6 sic!) miliardi di euro, sul totale di 12 disponibili, per la sanità pubblica. Il bilancio di previsione veneto è di 17, cui vanno però tolti 5 per le partite contabili e quelle di giro, lasciando quindi a tutti gli altri settori, tolta la sanità, 2,4 miliardi. In una questa regione, baciata dal fortunato policentrismo (nemmeno 1000 morti in gran parte anziani e gravati da serie patologie) definita “efficienza italiana”, sarà il tempo a fornirci tante risposte. Voto 5

Zaia vorrebbe votare a giugno per le elezioni regionali e amministrative, in tempi di coronavirus. Questa sua volontà è incomprensibile per molti. Perché questa accelerazione mentre sono chiuse le attività commerciali. Tante industrie invece (quelle che pagano le campagne elettorali, che gestiscono i giornali e i media, eccetera) funzionano al 60%, e potranno riprendere completamente a maggio. Allora perché vorrebbe votare subito? Penso che voglia incassare al più presto la popolarità che gli forniscono i media, oggi. A ottobre-novembre gli innamoramenti potrebbero raffreddarsi e svanire. Quando anche in Veneto si faranno i conti. E si scopriranno i debiti fatti su sanità, i mancati introiti nei settori produttivi, le migliaia e migliaia di disoccupati, l’asse portante del commercio in ginocchio, eccetera. Cioè quando un gran massa di cittadini saranno molto ma molto incazzati, e potranno sfogarsi nelle urne. Voto 5

Smart uguale intelligente. Il comune di Rovigheto vorrebbe più uffici intelligenti. Quindi investirà 50.000 euro in consulenze. Bastasse spendere soldi per diventare intelligenti, non varrebbe lo spiritoso post che i giornalisti si sono trovati appiccicato sui nuovissimi computer. E’ accaduto anni fa, quando un’azienda editoriale aveva deciso di ammodernarsi sostituendo le vecchie macchine per scrivere con i computer, nella redazione di noto quotidiano. Sui bigliettini vi era scritto: “Si prega di accendere il cervello, prima del computer”. Direi perfetto, calza a pennello. Il sindaco Gaffeo ritiene questo investimento “un’attività assolutamente fondamentale”. Si pensava che a questo arduo, ma interessante e avveniristico compito, fosse indicata la sua stimata assessora, Luisa Cattozzo. Invece no. La spalla verrà individuata attraverso un apposito bando. Vuoi vedere che questo “partner”, ufficiale, inizierà per la lettera A? Voto 7

Non credo che si debba leggere un libro, che ho riposto nella libreria arrivato a metà, “pesante” come “Smascherare le mentalità”, di Geoffrey E.R Lloyd, per comprendere l’atteggiamento del consigliere comunale rovigotto Antonio Rossini. E’ un personaggio locale, si fa per dire, che si sente legittimamente “attratto” dal potere. Cioè da chi comanda. Lo cinge, ristorando l’altra metà, nell’abbraccio. Lo faceva con Bergamin, nonostante si dichiarasse “opposizione” (lista Tosi… eccetera”), lo rifà oggi, con Gaffeo. Non uniformandosi alle minoranze. E’ fatto così. “De rerum natura”, è la sua natura, direbbe Lucrezio. Non essendo il suo incedere quindi una eccezione, non si comprende come mai non si adotti la buona regola della politica. Lega, Fratelli d’Italia, Lista Menon, cioè “la minoranza o opposizione”, dovrebbe ufficialmente comunicare urbi et orbi che Rossini non sarà più considerato “minoranza”. Non più invitato alle loro riunioni. L’indifferenza è la mIglior arma spendibile. Spogliandolo così ufficialmente dalle doppie o triple vesti indossate, seppur legittimamente. Lasciandolo nel suo “limbo”. State certi che nessuno dell’attuale maggioranza lo rincorrerebbe. Primo perché non ne hanno bisogno; secondo, chi si fiderebbe? Voto 4

Tra pochi giorni Giuseppe Traniello Gradassi, (mentre scrivo, leggo del grave lutto che lo ha colpito. Occasione per inviargli le mie più sentite condoglianze) pare si siederà sul trono di ASM spa, a Rovigheto. Dovrebbe infatti terminare anticipatamente, con le dimissioni, l’era di Alessandro Duò, un anno prima la scadenza del mandato. A poco è servita la “furbata” di Bergamin e C. di prolungargli la vita, rimescolando nel 2018, un anno prima della scadenza il CDA, e portandolo da amministratore unico a tre membri, quindi aggiungendo un triennio fino al 2021. Ora il percorso dei “tre maghi” che reggono i resti del Partito democratico polesano, sono approdati a destinazione. Romeo ha piazzato la figlia per un lustro in un ruolo inamovibile, il segretario del PD farà il presidente ASM, Azzalin o sarà riconfermato in Regione o avrà un assessorato al comune. Al resto ciccia. Gaffeo stesso, d’altronde, ha fatto man bassa, piazzando i suoi: Lovisari a Ecoambiente, Nissotti ad ASM Set, Puxeddu al Teatro sociale e Ceruti in banca. Per ora, tutto è a posto. L’anno prossimo si tratterà di sostituire Frigato ad AS2. Voto 6

Ma come si fa a parlare di nazione? Brutti ipocriti! In questi giorni di coronavirus le televisioni nazionali hanno mandato in onda i ghetti che esistono, e da anni, in Meridione. Baraccopoli prive di luce, acqua e gas. Dove migliaia di esseri umani vivono senza regole igieniche nella più totale sporcizia, in situazioni subumane. Sfruttati da caporali e proprietari terrieri, che li impiegano nelle loro aziende agricole. Ma sindacati, polizia, Ulss e magistratura dove cavolo sono? Me lo chiedo, come semplice cittadino. Da noi basta che non si indossi l’attrezzatura prevista che Spisal, Ulss, uffici e autorità varie scarichino addosso multe spaventose. Là invece tutto è possibile, e addirittura pubblicizzato. Voto 2

Come la vita ha inizio, così avrà fine. Ma vedere i nostri vecchi che se ne vanno portandosi via il loro vissuto, rubati alle famiglie, anche col contributo di un virus maledetto senza poterli accarezzare, baciare e accompagnare nell’ultimo loro viaggio terreno è terrificante. Viene finalmente a galla anche lo schifo di tanti lazzareti chiamati “case di riposo”. Con loro se ne vanno grandi esempi di vita, di sacrifici, di insegnamenti. Una ferita terribile. Voto 10

E’ sacrosanto: il primo diritto inviolabile per l’uomo è riservato alla vita. Capisco, inoltre, che la tutela della vita privata potrebbe a volte infrangersi quando si raffronta con la salute collettiva. Ma spiattellare nomi e cognomi delle vittime da coronavirus (gradirei, a questo punto, conoscere anche le altre patologie cui soffrivano, oltre l’età dei defunti, e che fossero rese anche queste pubbliche) e arrivare addirittura a insinuarsi “sotto il letto”, alimentando terribili sospetti di chi e come agisce. Inoltrarsi nella sfera privata, è oltremodo preoccupante. Direi allarmante. Noi polesani siamo stati proiettati nei giorni scorsi sui giornali italiani per un caso “privato”, reso pubblico. Infrangendo anche quella che potrebbe essere la serenità di un minore, un ragazzo di 13 anni. Che sarebbe stato “infettato” perché il papà avrebbe incontrato clandestinamente l’amante positiva al virus. Sono i rischi della vita. Lo scrivevo nella passata pagella. Questo signore ha infranto “il sesso ideologico”. Ma, in questo caso, la domanda diviene spontanea? Come hanno fatto a risalire alle corna? Tramite tabulati telefonici, o altro? Infiltrandosi quindi nella vita privata? Stiamo navigando verso uno stato semi poliziesco, inibendo anche le rilassanti trombate? Avendo sputtanato questo signore, a noi polesani cosa ne viene? Voto 2

Solo degli ignoranti, non dico mentecatti, possono pensare che dopo più di un mese gli italiani, con giornate soleggiate e primaverili, possano rimanere chiusi in casa per altre tre settimane. Dove aperture e chiusure delle attività pare vengano adottate attraverso decisioni psichiatriche, da gioco dell’oco. Che sia il popolo, che non legge nemmeno un libro all’anno, ad aver chiesto con furore la riapertura delle librerie ? Penso sia invece frutto della pressione e del potere che ha svolto quell’ectoplasma del ministro alla cultura Franceschini, artefice dello sposalizio del PD con i 5 Stelle. Voto 2

Premesso: non c’è età in cui ci si possa affrancare dalla perdita di un proprio caro. Ma non posso affiancarmi con chi alimenta la paura. Il Polesine conta in questo momento di pandemia 17 morti, tutti gravati da una certa età, non ragazzi. Tutti con una serie di patologie spesso gravi che possono portare alla morte, anche senza il contributo del coronavirus. Quindi non rompeteci più i coglionivirus. La gente beve di tutto e di più, non siate untori con l’inchiostro. Lo dico anche al mio amico coetaneo sindaco di Bagnolo Po. Non può, caro Zeri, essere “Una tragedia senza precedenti” la morte di un 69enne già molto malato, di una 56enne già affetta da gravi problemi cardiologici e di un 88enne che ha avuto un aggravamento su un problema respiratorio serio già esistente. Sindaco, la tragedia Bagnolo l’ha avuta casomai anni fa, prima di Stienta, quando quattro giovani hanno perso la vita in un incidente automobilistico mentre, finito di lavorare al festival dell’Unità, stavano correndo con l’auto per andare al Doro, a Ferrara, per bersi nottetempo un caffè. Voto 4

Rovigo Magazine