La pagella della settimana

La pagella della settimana

25 maggio 2020

Spesso le guerre sono scoppiate per accaparrarsi vasti territori o intere nazioni. Mai si pensava che al comune di Rovigheto si sotterrassero le asce di guerra prendendo come spunto 0,84 Km2 di territorio. Che poco o nulla sono rispetto ai 1.819 Km2 dell’intera superficie comunale, manco se confrontati ai 18.345 della regione o ai 301.338 dell’Italia. Quello che comunque è accaduto venerdì scorso in consiglio comunale altro non è che la risultante di insofferenze, appetiti, sgarri, che covano sotto la cenere. Perché definirle tattiche mi pare esagerato, considerati gli attori. Tanto da meritarsi singole pagelline:

Il voto a sostegno della giunta Gaffeo, a prescindere, sappiamo che arriva e arriverà sempre dai “civici” della lista del sindaco “Rovigo cresca Felice” (come è accaduto) ed anche dal gruppo “Forum” che fa capo a Federico Saccardin, già presidente della Provincia (che oggi compie 70 anni, auguri, ed è ricordato semplicemente come l’autore dei famigerati mutui “derivati” trentennali, non rinegoziabili, che hanno indebitato l’Ente e ci costano ogni anno la stratosferica somma di 1,5 milioni di euro, e che pagheremo fino al 2035). Da novello architetto ha svolto un intervento definito, da chi ha avuto modo di ascoltarlo, ” ‘na busa e ‘na mota fa un gualivo”. In sintesi avrebbe sostenuto che se i precedenti amministratori avevano usato malamente il suolo è giusto che l’attuale amministrazione lo usi pure essa per controbilanciare il danno precedentemente prodotto. Una massima, la sua, sulla pianificazione del territorio, che ha portato il suo gruppo a votare contro la mozione, naturalmente. Voto 3

Il PD, cioè i favorevoli al terzo mandato in Regione di Graziano Azzalin, si sono schierati con Gaffeo, innestando una sorta di “do ut des”, o come diceva il democristiano vicentino, già presidente del Consiglio dei Ministri, Mariano Rumor “…affiché l’amicizia tien ‘na sporta va e nantra vien…”. In attesa quindi di ricevere l’aiutino promesso, sottobanco, per le regionali, hanno votato contro la mozione. Dalla sua il consigliere regionale piddino ha anche un vantaggio rispetto a Crivellari, un specie di “sinking recovery”, recuperare l’affondato. Non dovesse essere riconfermato in regione per lui un posto di assessore a palazzo Nodari è pronto. Per Crivellari, niet. Voto 6

Vi è poi l’egregia Giorgia Businaro, che di territorio se ne intende, avendo ricoperto importanti ruoli regionali con Legambiente. Che è schierata politicamente, e affettivamente, contro la linea Azzalin, concorrente in Regione del suo compagno, l’ex onorevole Diego Crivellari, ed ha votato a favore della mozione. Quindi, il non aver accettato “il risucchio” di Azzalin, credo abbia come scopo l’aver tentato di aprire uno spiraglio civico-ambientalista, non solo nel PD. Insomma, più che gli 84 ettari di possibile ulteriore cementificazione di Rovigheto, credo ci si stia imbarcando nella sfida per solcare il Canal Grande. Voto 7

Avevo giurato che non mi sarei più occupato del consigliere Antonio Rossini che, a mio avviso, fatti un pò i conti sul punto all’ordine del giorno, ha compreso che il suo voto era ininfluente, venerdì sera. Infatti ha votato a favore. Voto 2

Altro nome e cognome che desidero non più degno di commento, è quello del consigliere 5 Stelle, Mattia Maniezzo. Leggo che avrebbe lasciato il Consiglio prima del voto, per sopraggiunti impegni. Ho visionato le cronache: lui è pompiere, ma l’incendio a Occhiobello si sarebbe verificato la notte precedente il consiglio. Credo, invece, gli sia stato consigliato dai “sinistri” del suo partito favorevoli all’accordo con il PD, di non disturbare il manovratore. Voto 2

C’è poi il corposo gruppo dei Romeiani (chi appoggeranno tra Azzalin e Crivellari?) che ha inforcato l’astensione. Una brutta strada, che fornisce l’idea di essere assenti anche quando si è presenti. Ai due “macchiavellici”conduttori, il senatore Romeo e il mio vecchio amico Chendi, ricordo cosa scrisse un grande politico fiorentino, non Renzi naturalmente, ma Niccolò Macchiavelli al suo amico marchese Pier Soderini, che era un convinto neutralista. Non voleva infatti aiutare il Papa Giulio II che aveva promosso una Lega Santa con Spagna, Venezia, Inghilterra e Svizzera, allo scopo di rafforzare la presa di Roma sull’Italia, e fiaccare le pretese della Francia. Era il 1511. Scriveva Machiavelli: “Et io iudico che chi sta neutrale conviene che sia odiato da chi perde e disprezzato da chi vince; e come d’uno si comincia a non tener conto, e stimato inutile amico e non formidabile inimico, si può temere li sia fatta ogni iniuria e disegnato sopra di lui ogni ruina”. Voto 5

Vi è poi il gruppo della Menon, che aveva proposto la mozione. Che ha ricevuto a favore i voti di Fratelli D’Italia, Lega e lista Gambardella. Cioè quella coalizione che sarebbe stata il suo “nemico ideale” se fosse prevalsa con a sindaco Monica Gambardella, su Gaffeo. La brava commercialista grignanese, avrebbe estratto tutti i giorni la corteina e fatto a fette il centro destra. Primeggiando sui giornali. I suoi strali sarebbero probabilmente riusciti, tra quattro anni, a far breccia e conquistare finalmente il trono più alto di palazzo Nodari. Invece, affranta e amareggiata, dopo i risultati del primo turno delle amministrative di un anno fa, ha chiuso gli occhi, agevolando Gaffeo. Ora è ancora cieca. Solo un miracolo le potrà restituire la svista. Voto 4

Tengo per ultime le dichiarazioni del sindaco. Si rivela giorno dopo giorno un grande. Ha dovuto, infatti, ancora una volta, palesarsi e scendere dalla predella per definire al parlamentino attonito “…l’esegesi di quello che ha scritto sul programma elettorale…spiegandone l’interpretazione autentica. Cioè che il consumo del suolo sia l’obiettivo finale (mi ricorda l’utilizzatore finale, cioè Berlusconi, nel caso Ruby ). Zero è un numero sparato a caso…Zero è il punto e ci dobbiamo arrivare…” ha dispiegato. Meraviglioso, questo professore di economia prestato alla politica. Mi ha regalato un momento di apertura intellettuale: lo Zero da raggiungere. Senza limite allo spazio e al tempo. Senza un fondo, né un fine. Il nulla, che non finisce mai, ed è indistinguibile, e inquietante. Il nulla non è una negatività assoluta. Lo Zero dello Zero, il niente del niente, perché esso contiene tutto il possibile (Aristotele), tutti gli oggetti del desiderio, destinati all’esistenza. Insomma dopo una spiegazione così non si può che dare un buon voto, anche a un cattedratico. Voto 10

A Gaffeo debbo dare atto di due interventi sulla città, che apprezzo: il primo, tenere costantemente in funzione le fontane (quelle poche che ci sono. Dovrebbe aprire un bando di idee, pubblico e gratuito, e poi farne costruire, a spese di qualche industrialotto, altre. L’acqua è vita, simbolo di questo Polesine). Il secondo è la cura del verde in città. Da tempo non avevo visto siepi così sistematicamente ben potate e marciapiedi liberati dalle erbacce che ne abbruttivano il decoro, e la percorrenza. Voto 8

Allo stesso modo debbo rimarcare la figuraccia da addossare alla assessora Luisa Cattozzo (servizi informatici e innovazione tecnologica… eccetera eccetera) che, invece di preoccuparsi di offrire ai rovigotti che lo desideravano l’opportunità di seguire in diretta su telefonino o computer lo svolgersi dell’infuocato Consiglio comunale, pare abbia trascorso la giornata col metro in mano coadiuvando la polizia Locale nei sopralluoghi per l’ aumento dei plateatici dei bar. Adottando un rivolo dei suoi compiti definito “Semplificazione amministrativa”, che ha avuto questi effetti: in tutta Italia si assiste via streaming a tutto e dappertutto, tranne lo svolgersi di un consiglio comunale nella città capoluogo di provincia. Contemporaneamente l’assessora finisce sui giornali perché scorge che una esercente non aveva pagato la Tosap (tutti gli altri esercenti erano in regola con i pagamenti?), relativa al 2019 (tributo, tra l’altro, che forse sarà sospeso causa cov-19, per il 2020 in tutta Italia, sic). Ecco quindi porre in atto “la semplificazione”. Produrre l’incazzamento della titolare del bar, tanto da fargli smantellare immediatamente il dehor, accatastando sedie e tavolini all’interno del piccolo caffé e, indirettamente, additandola a tout le monde quale rea che evade i tributi. Credo che una pubblica amministratrice, politicamente più “navigata”, poteva offrire due giorni di tempo per sanare finalmente il debito, poi casomai agire. Perché più di semplificazione mi è parso un atto puramente semplicistico. Voto 3

A proposito di deretano, descritto la volta scorsa nella pagella, ho notato che ha raccolto moltissimi consensi. Semplicemente per aver esaltato quella parte del corpo umano che, deputata a funzioni meno nobili, se non funziona può decretare la morte di tutto il corpo. Mutatis mutandi, ora bisognerà essere però più attenti: mandare a fare in culo una persona potrebbe procurargli incarichi, onori, invece che disprezzo e dileggio. Mi è ritornato alla memoria un racconto della mia gioventù, che correva tra gli avventori dei bar, durante le partite a carte. Stienta, paese rivierasco della sinistra Po, definito Stalingrado, come Cremlino si chiamava il bar nella frazione delle Zampine. Perché in questo paesotto i comunisti dal dopo guerra stravincevano le elezioni. A un comizio pubblico in piazza, sul palco, attorniato dai molti stientesi, c’erano gli oratori comunisti. Onorevoli, non molto alfabetizzati. Dopo aver svolto il proprio discorso l’onorevole Spartaco Marangoni, nativo di Ceneselli, si raccontava che terminò il suo intervento con queste parole : ” … ora, care compagne e cari compagni, vi parlerà il mio didietro…”. Voleva dire che a prendere la parola era chi gli stava alle spalle, cioè Emilio Bonatti. Ebbene, questa frase girò per i bar e le campagne di tutti i paesi circonvicini. Allora ci si accontentava di poco, per sorridere. Voto 7

In un mortorio di provincia come la nostra, sottomesso al virus, pare esista e si sia formato, almeno sulla carta stampata, il gruppuscolo di “Italia Viva”. Cioè quegli atomi che cercano di aggregarsi per minacciare il big bang italico, usando ballon d’essai. Pensavo che l’alfiere dei renziani polesani fosse una persona erudita e politicamente navigata come il sindaco di Polesella, Leonardo Raito che, uscito dal PD, ci aveva messo la faccia, assieme al sindaco di San Martino di Venezze. Invece in questi mesi di silenzio – il che denota intelligenza – si è vista intervenire una signora che sostiene di avere costituito nientepopodimenoché “il comitato locale Adria Rovigo”. Fautrice una certa Arianna Corroppoli. Niente però nomi e cognomi dei facente parte del “Comitato”, tanto da rimembrare l’esilarante battuta, pare detta da Gustavo Thoeni ma resa mitica da Walter Chiari “..sono contento di essere arrivato uno…”. Anche tra i fedeli della parrocchia della località Quatrele, vicino al comune di Bondeno, c’era un prete che ai chierichetti ordinava : “…mi raccomando in fila per quattro…”. Peccato fossero in tre. Non a caso questo “aggregato” ha scelto una farfalla come simbolo. Un animale meraviglioso, che però vive pochissimo, un giorno, poche settimane. Pare un gruppo senza truppe, anzi una Truppo c’è, a Rovigheto. Voto 5

Col pensiero sono completamente d’accordo con tutti quei giovani che sprizzano voglia di vivere e, dopo tre mesi di reclusione, invadono vie e piazze delle nostre città per festeggiare la gioventù contro quello che considerano un virus rompicoglione. Non muto assolutamente la mia idea, anzi più il tempo trascorre e più si rafforza: abbiamo assistito alla più colossale, esagerata e stra-pompata mediaticamente, e comunicativamente, rappresentazione nella storia del corona virus 19. Dove ignoranza, stupidità umana e terrore creato, hanno avuto e hanno ancora oggi il sopravvento. Anche per questo capitolo distinguo voti e pagelle.

Come in ogni spettacolo se ci sono due donne che primeggiano, prima o poi, bisticciano per ottenere tutta la scena solo per una di loro. E’ ciò che è accaduto tra il governatore veneto Luca Zaia e il professore di microbiologia dell’Università di Padova Andrea Crisanti. Il governatore è tutti i sacrosanti giorni, unico in Italia tra i suoi colleghi, su tutte le televisioni. Anche il professor Crisanti, cui fino all’altro ieri l’Italia tutta attribuiva il “merito Veneto” per come aveva approntato il virus, non si tirava indietro. Fino a pochi giorni fa, era fuoco e fiamme, tra loro. Che ora si è trasformata in cenere. La ribalta, perché di questo si tratta, non prevede due superstar. Voto 5

I numeri sono fondamentali, non mentono. Oggi si contano circa 35.000 morti per cov-19 in Italia. Non vi cito il numero dei morti di pandemie vere come AIDS, Influenza asiatica o Spagnola. Età media dei defunti 80 anni. Solo il 3,5 % di questi è deceduto di solo cov-19 (dati Ministero Sanità). In una popolazione di super anziani, come l’Italia, le persone muoiono, purtroppo. Soprattutto se hanno altre gravi patologie. Ma col terrorismo mediatico prodotto si è uccisa l’economia. Dimostrando incapacità di gestire e di tenere a bada le fesserie innumerevoli prodotte 24 ore su 24 da televisioni e informazione. Dove una classe politica di incapaci e mediocri si è fatta surrogare da oltre 500 esperti (di cosa, mi chiedo?) che hanno fatto a gara per apparire, e dire la propria, generando fra la popolazione terrore e confusione. Voto 3

Molto spesso si confondono le capacità con la fortuna. Ripeto il mio punto di vista. Lombardia, 10 milioni di abitanti. Milano, 1.450.000. Veneto, 4,5 milioni di abitanti. Le sette province venete assieme 1.100.000 abitanti. Velocità di un pedone in Veneto 5-6 chilometri\ora. Di un lombardo 10 km\0ra. In 10 minuti a Milano intercetti 300\400 persone: a Treviso o Padova 100\150. Se il virus si trasmette per contatto mi pare chiaro, chi ha più possibilità di essere infettato, o no? Il “focolaio” veneto c’è stato a Vò Euganeo, 2.800 persone, subito isolato e tamponate. A Milano il 10 di marzo (il virus che pare sia stato presente in Italia già da novembre-dicembre 2019) allo stadio di San Siro c’erano 65.000 persone che hanno assistito, tutti ammassati, urlando, sbavando per l’Atalanta di Bergamo (ecco i vari “focolai” nel bergamasco). Terminato l’incontro, dove gli atalantini sono prevalsi sul Valencia, è scattata l’invasione di ogni angolo della Lombardia (ecco l’impossibilità di chiudere una regione intera, e del notevole numero di contagiati a destra e manca, e di vittime – sempre molto anziane – prodotte). Secondo me in questi due casi vi è una notevole differenza. Non me lo toglie nessuno dalla mente. Voto 5

All’inizio, quando ci si è resi conto che non si trattava di brutte polmoniti, si è tentato, sempre in buona fede naturalmente, di correre ai ripari a quello che sarebbe divenuto poi un incubo collettivo, definito cov-19. Morivano, a Milano e Bergamo, un sacco di persone anziane. Mi farebbe piacere conoscere quanti di queste si erano iniettate in autunno il vaccino influenzale, che già conteneva due corona-virus. Negli ospedali, conoscendo poco o nulla del virus, si è proceduto, con quei pazienti che apparivano più gravi, intubandoli. Sarebbe interessante conoscere se questa decisione, ripeto, assunta per tentare di salvarli, alla fin fine non si sia rivelata invece “dannosa”, provocando ipercapnia (cioè aumento di anidride carbonica nel sangue). Dubbio che si è ingigantito quando ho letto che un cardiologo di Lodi pare abbia notato che si producevano coagulopatie intravasali disseminate, che causavano trombi, coaguli cioè che bloccavano i piccoli vasi sanguigni portando i pazienti alla morte. Ecco che quindi vi è stato immediatamente il cambio delle terapie: si sono iniziati ad usare gli anticoagulanti, che hanno ottenuto buone risposte. E ancor oggi paiono rivelarsi i migliori responsi alla patologia. Voto 8

Indossate pure i guanti, che sono uno strumento fantastico di contagio: toccate e moltiplicate. Meglio mille volte un igienizzante da usare sulle mani nude. Anche l’ossessione delle mascherine, che producono asfissia, ma soprattutto business, ritengo si debbano indossare solo in momenti particolarissimi. A proteggerci non è la mascherina (utile solo se uno rischia di sputarti in faccia ed è positivo al cov-19), che sicuramente vi fa respirare la vostra anidride carbonica, le muffe e i batteri che vi si depositano, se non la si cambia spessissimo. E’ il nostro sistema immunitario che ci protegge. Siamo convissuti dalla nostra nascita con i virus e i batteri, che rafforzano la nostra esistenza. Guai a interromperne la convivenza. Sin da quando abbiamo frequentato l’asilo, prendendoci le varie malattie che accompagnano l’infanzia, iniziando così a immunizzarci dalle malattie che diventano invece pericolose se si manifestano in età avanzata. Bendarci oggi, per mesi e mesi, significa uccidere il nostro sistema immunitario, ridurlo e spomparlo rendendolo fiacco, pronto a raccogliere in autunno i vari virus. Voto 8

In Polesine, in tre mesi, si sono eseguiti 15.000 tamponi, una percentuale che equivalente a circa il 7% della popolazione. Quindi parlare di controllo del coronavirus-polesano è molto ma molto riduttivo. Sono convinto, si può sempre sbagliare, che se fossero tamponati tutti i polesani registreremo percentuali elevate di persone asintomatiche positive. Se così fosse, significherebbe che molti cittadini hanno già incontrato il cov-19 e si sono immunizzati, senza né morire e né accedere agli ospedali. E fare conferenze stampa. Una ulteriore riprova che di solo virus è abbastanza difficile morire, se si vive in un Paese che oltre a una buona sanità possiede le idee chiare per affrontare e sconfiggere i vari virus. La pace eterna arriva con più celerità da malattie di cuore, dai tumori, o dagli incidenti stradali. Rasserenatevi finché siete vivi. Mangiate, cantate, bevete, trombate. Voto 2

Termino con una semplice considerazione. Apprezzamento, direi. Escludo da qualsiasi attenzione, naturalmente, tutti gli “esperti” virologi, infettivologi e tuttologi che hanno fatto a gara per apparire in TV. Li abborro, per aver contribuito a terrorizzare e danneggiare il popolo. Indico nel contempo due figure, che meritano la mia attenzione, per aver dimostrato che esistono ancora studiose che onorano questo Paese. Mi riferisco alle due ricercatrici (oramai da tutti dimenticate) che per prime hanno isolato il cov-19, presso l’ospedale Spallanzani di Roma. Avevano un contratto di lavoro come precarie. Poi assunte, solo dopo il clamore mediatico. Invitate a presenziare all’allora Festival di Sanremo, che si svolgeva in quei giorni e poteva innalzarle all’attenzione mondiale, hanno risposto con un semplice no grazie. Hanno preferito continuare il loro lavoro, chiuse dentro la loro stanza. Queste sono le figure che ci risollevano il morale dalle innumerevoli figuracce cui assistiamo tutti i giorni. Voto 10

PENSIERINO DELLA SERA: avevo da poco concluso, ieri sera, questa lunga pagella quando mi è stato girato lo spot della Regione Veneto. Credo sia un errore, grossolano se l’obiettivo è quello di terrorizzare i giovani veneti, invece di educarli. A poco sono valse negli anni le carcasse delle auto distrutte poste davanti alle discoteche; a nulla il richiamo a non usare stupefacenti, che oltre a provocare dipendenza incidevano anche sulla salute psichica degli assuntori; insufficienti inoltre le terribili sanzioni a chi vene trovato con un tasso alcolemico di poco superiore ai limiti di legge. I giovani sono molto meno influenzabili di noi. In loro non si è ancora accesa la speranza di non morire, come negli anziani. Facendo “movida”, dopo il periodo stanziale che hanno subito, bevendo, abbracciandosi, usando droghe, correndo a “fari spenti nella notte” come cantava in Emozioni Lucio Battisti, sanno perfettamente il rischio che possono incontrare. Compreso quello di morire. Sono giovani intelligenti, molti dei quali preferiscono inserire anche questo recondito rischio, nel tentativo di sconfiggere il vivere una vita grigia, precaria e dal futuro incerto. In una nazione dalle radici oramai marce: dai più alti vertici politici, giudiziari (quello che accade nel CSM è indicativo), amministrativi e giù giù sino alle più basse cellule sociali. Dove mafia, corruzione, evasione fiscale, nepotismo, iniquità fiscale eccetera li umilia e li fa vergognare di vivere in questo Paese. Quindi rifugiarsi, da parte della Regione, a scene come quelle viste nello spot, che inquadrano giovani allegri e pieni di voglia di vivere, a pazienti cov intubati, penso sia un scelta discutibile. Non avete mai visitato una “unità intensiva” in ospedale prima del cov-19? O qualche stanza di ospedale dove i pazienti urlano per i dolori provocati dal cancro o da altre terribili malattie? Li avete visti per caso cantare e sorridere? Speculare la voglia di vivere, tipica dei giovani (ma Zaia non si ricorda quando era un giovane PR e frequentava le discoteche, cosa vedeva?) affiancandogli scene di anziani morenti, non la reputo né efficace, né intelligente. E’ solo nei regimi che si ricorre alla paura, al terrore. Non nel Veneto democratico. Voto 4

Rovigo Magazine