La pagella della settimana

La pagella della settimana

8 giugno 2020

Una “opposizione” così, all’amministrazione di Rovigheto a guida Gaffeo, gli può solo far dormire sonni tranquilli. Se pensano di riconquistare palazzo Nodari con simili strategie dovranno darsi appuntamento alle calende greche. A volte pare sfiorino il ruolo che dovrebbero ricoprire, per poi immediatamente allontanarsene, disperdendosi in inutili ghirigori. La dimostrazione è data da un non caso, che ottusamente vogliono innalzare a caso. Ossia accorrere in aiuto di un funzionario che autonomamente ha deciso di ritirarsi anticipatamente dal lavoro. Politici dall’intelletto normale, altro non farebbero che rispettarne la decisione, augurargli una pensione felice. Invece no. I consiglieri Rossini e Aretusini, perle del corollario, cui pare si sia unita la scompigliata Menon, che una ne fa e tre ne disfa, chiedono che il dottor Giovanni Tesoro, già comandante la Polizia Locale, poi trasferito ad altro incarico, sia convocato nel parlamentino cittadino per confessarsi, pubblicamente. Premesso che, come è parso intendere, se il funzionario ha qualcosa da dire di negativo o illegale relativo al suo ultimo ruolo pubblico, invece di farlo intendere tramite letterine, dovrebbe accomodarsi da pubblico ufficiale nei luoghi deputati, che purtroppo da tempo conosce. Quindi va dato merito al sindaco Gaffeo che, oltre ad aver risolto, a quanto pare, i malumori che aleggiavano nel comando di viale Oroboni, sostituendolo, non intende sprecare tempo e soldi pubblici per dare ulteriore spazio a queste indigestioni private. Che tali dovrebbero rimanere. Voto 8

Sono iniziati i lavori per lo smantellamento del Chiosco di Piazza Merlin. I vari pezzi verranno poi custoditi in un capannone. La ventennale rappresentazione, cui ho visivamente assistito dal 1999 ad oggi, si conclude con la fine di una struttura, e l’apertura di un quesito. L’intento era costruire un piccolo punto-ritrovo (bar più edicola) in quello spiazzo antistante Porta San Bortolo e i meravigliosi giardini di Piazza Merlin con al centro la fontana. Probabilmente l’architetto progettista si sarà fatto influenzare da Venezia (si è laureato allo IUAV?). C’è chi ha infatti paragonato Rovigheto alla patria dei suoi dominatori, ritratti nei Teleri della fascia superiore della Rotonda, cioè i podestà e i provveditori della Serenissima. Non si comprenderebbero altrimenti le “finiture orientaleggianti” addossate al manufatto. Da subito apparso non conforme al progetto autorizzato. Da qui nasce il mio dubbio. All’epoca era sindaco Baratella, e a dirigere i lavori pubblici, non l’urbanistica che aveva il compito di tutelare il comune contro gli abusi, c’era l’ingegnere Giuseppe Favaretto (30\6\1998 fino all’1\12\2000, fino a quando emigrò nel veneziano) che ora ricopre l’assessorato ai LLPP. Mi chiedo, e gradirei sapere se, appurata pubblicamente e immediatamente la difformità, o l’abuso (si è eretto in una piazzetta principale, sic), sia stato segnalato, come da dovere, alle autorità competenti? E perché non si è subito bloccato non concedendo di iniziare l’attività? E fatto demolire la cubatura illegittima? In modo da non far iniziare decenni di ricorsi alle magistrature con conseguenti depauperamenti fisici ed economici dei gestori la struttura? A Favaretto è comunque successo di assistere a questa lunga via crucis. Certi errori od omissioni ritornano, come le processioni, sempre al punto da dove sono partite. Voto 4

Al signor Giuliano Giovannini sono state pubblicamente tirate le orecchie. Aveva infatti criticato l’impianto di Villadose di fitodepurazione, inaugurato nel 2001 dall’allora sindaco Mirella Zambello, ora assessore al sociale della giunta Gaffeo a Rovigheto e, secondo l’esponente politico, rimasto sino ad oggi inutilizzato. Da Palazzo Corni sono partite le bordate ricordando che l’opera pensata dall’allora vice sindaco ingegnere Giancarlo Lovisari è rimasta lettera morta fino al 2010, quando si insediò la giunta di Gino Alessio, nonostante il municipio sia stato gestito dalla sinistra. Ora non è più attuale, è superato, e controproducente. Prima di sparare inesattezze almeno si confrontasse con i suoi di Articolo Uno, gli hanno detto, considerato che Lovisari ne è un autorevole componente. Ma tra Articolo Uno, Articolo 32, a articoli vari a volte la sinistra provoca sinistri, e va a sbattere. Voto 3

Lo so che di faccende affaccendati non si fa più caso a niente. Ma la famosa locuzione latina “nomen omen” (un nome un destino) ha un senso. Non mi chiamo Magaraggia per caso. Maga da mago, indovino. Come Trombini da trombato. Quando l’ex presidente la Provincia, e ora a Ecoambiente, ha visto quanto incassa Ivan Dall’Ara (4.500 euro lordi il mese che uniti ai 2000 di sindaco di Ceregnano e altrettanti alla pensione, rischia di battere l’appannaggio introitato del Presidente della Repubblica) è scattato l’antropologico: perché lui sì e io per quattro anni nulla, tranne i rimborsi spese, si è pubblicamente lamentato? Naturalmente dichiarandosi non invidioso, e amico di chi lo ha sostituito. Tenendo conto che Dall’Ara ha altri 12 mesi per godersi i lauti appannaggi perché dovrà lasciare, sia Ceregnano che la guida della Provincia, il prossimo anno. L’ex sindaco di Ceneselli ha poi lanciato l’ipotesi: unirsi con altri ex presidenti di provincia che hanno subito l’indennità zero (Del Rio le aveva infatti annullate) per incaricare un legale che possa ristorare il danno economico subito. Sono convinto che “…sono tre i gruppi che spendono i soldi degli altri: i bambini, i ladri e i politici. Tutti e tre hanno bisogno di essere controllati…”. E se occorre arrestati. Voto 6

Beh, oramai sono diventati miserevoli. I 5 Stelle intendo dire. Leggo che un certo Enrico Cappelletti e una Elena Suman si indignano pubblicamente e chiedono al presidente della provincia Ivan Dall’Ara di restituire metà dello stipendio. Senza considerare che in Parlamento i grillini hanno votato la legge di bilancio che lo ripristinava, dopo che Del Rio lo aveva cinque anni fa azzerato. Peggiorano giorno dopo giorno. Hanno infatti più che dimezzato il consenso che avevano avuto due anni fa. Non gli basta avere indicato ministri come la Azzolina, cui non affiderei nemmeno la gestione di un doposcuola o un Di Maio che innalza i suoi amici “paesani” ad alti incarichi pubblici o la ribellione al versamento dei 300 euro alla piattaforma Rosseau o la “scomparsa” della rendicontazione delle spese dei parlamentari, dopo averci smaronato per anni (si è passati al forfettario come altri partiti). Capisco e comprendo benissimo il perché persone come Patrizia Bartelle, Francesco Gennaro, Ivaldo Vernelli, Barbara Businaro e Vittorio La Paglia si vergognino di dire che facevano parte dei 5 Stelle. Voto 2

Brutta l’immagine pubblica fornita dell’ex senatore di Forza Italia poi traslocato a Fratelli d’Italia, Bartolomeo Amidei. Ha prodotto una legittima difesa di suoi personali interessi, annacquandoli con l’interesse pubblico. Mai lo avevamo registrato girovagare forsennato tra prefettura, comune, partito per tentare di scacciare i 50 profughi regolarmente ospitati in una struttura attigua al suo agriturismo, a Loreo. La legge è legge, e soprattutto un ex parlamentare dovrebbe per primo rispettarla, non contestarla. Glielo ha spiegato per filo e per segno il Prefetto, ma niente. Qualcuno gli avrebbe pure ricordato che queste norme sarebbero addirittura state votate dalla sua “capa”, la Meloni. Imperterrito, con tanto di microfono, ha proseguito la sua battaglia, chiamando a sostegno il popolo. Hanno risposto poche decine di persone. Hanno adottato “…le Libertà”, di starsene a casa. Voto 5

In Italia per fare ciò che si desidera, non bisogna ricorrere all’illegittimo perché sono le leggi stesse, almeno per chi le conosce, che permettono di fare quello che si vuole. Lo dovrebbe sapere il professore Edoardo Gaffeo, sindaco di Rovigheto. Qualche mese fa si era stracciato pubblicamente le vesti a favore dei sette “super dipendenti” del Consorzio per lo Sviluppo del Polesine che rischiavano di rimanere senza lavoro per la chiusura dell’Ente. Come è ora avvenuto. Tutti pensavano che, per nessuna ragione, si sarebbe fatto scappare simili professionalità, portandosele appresso. Invece nulla. Silenzio, che continua. Non ha aperto bocca dopo che la dirigente del personale, dottoressa Nicoletta Cittadin, ha risposto picche all’appello inviato a tutti gli enti di introitarli. Impossibile il loro trasloco a palazzo Nodari. Non si possono assorbire dal Comune perché hanno un contratto diverso. Gli stessi sindacalisti paiono sentirsi unitariamente presi per il culto, dopo le affermazioni di vicinanza ai lavoratori di Gaffeo e Dall’Ara, espresse a suo tempo. Da veri “sinistrati” puntano però il dito a destra,, invocando a Dall’Ara di assumerli. Ecco spuntare l’aspetto più godereccio, oserei dire ridicolo, che rilevo in ogni decisione all’apparenza seria. Ma benedetti, volere è potere. Basterebbe che il sindaco bandisse, come ha fatto per il Teatro Sociale, un concorso. Ho la quasi certezza che anche queste super professionalità, come accaduto, si affermerebbero. Voto 4

Sono vissuto in campagna in mezzo a persone che avevano frequentato si e no le elementari, non tutti fino alla classe quinta. Individui poveri ma meravigliosi, pieni di dignità ed educazione. Mi chiedo cosa stia accadendo nella patria che fu di Dante, Brunelleschi, Leonardo, Macchiavelli? Una imbecillità e coglionaggine così, da “rane bollite”, mi spaventa. Voto 2

Mi è stato detto, non avendola letta, che in una intervista di ieri su un foglio locale, il sindaco Gaffeo abbia parlato di tutto, tranne che di un problema scottante, il Tribunale. Milioni di euro addirittura da investire per “coprire” la piazzetta Annonaria? Ma si è studiato la “storia della città”. Meglio investirli per recuperare edifici bisognosi di cure. O rendere più accogliente il palazzo di Giustizia. Gatta ci cova, se ha ritenuto prudente riporre questo tema scottante in frigorifero. Probabilmente per servirlo, come apericena dopo l’abbuffata, a giochi fatti? Nessuno che si chieda a che punto è il “caso carcere minorile”, soprattutto dopo gli scandali scoppiati (appalti, tangenti eccetera) e che hanno coinvolto i dirigenti del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria? Infatti, qualsiasi persona onesta e di buon senso, è rabbrividita sapendo che si buttavano circa 10 milioni di euro per portare da Treviso a Rovigheto, in via Verdi, il Reclusorio per ospitare una ventina di ragazzi. Mettendo mano e stravolgendo l’ex carcere. Appalti. Appalti e… Voto 3

Vedo gentaglia preoccupata perché, pare, che il virus-politico in Polesine abbia lasciato senza lavoro più di mille persone. Ma di che cosa ci si preoccupa? Duemila disoccupati saranno assorbiti da Amazon e, udite udite, ben ventiseimila dalla ZES. Voto 2

Rovigo Magazine