Del Diritto e del Rovescio

Del Diritto e del Rovescio

17 gennaio 2022
Chissà se, da dove riposa in pace dopo tanti anni di sacrifici ma anche soddisfazioni, la signora Elva Bordon, mamma dell’ex presidente della Provincia e ex sindaco di Ceregnano Dall’Ara, legge ancora i giornali? Perché seguiva assiduamente sulla carta stampata la carriera politica intrapresa dal suo primo figlio, Ivan. Nello scambio quotidiano e franco che avevano, come è tra madre e figlio, si era detta infastidita, preoccupata e gli aveva chiesto: “… ma chielo chell’omo alto, magro, de Porto Tolle chel la ga’ con ti tutti i di  sui giornai…?” Si riferiva al presidente del Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine, Luigino Marchesini, che lo attaccava per non aver concesso il rinnovo di autorizzazioni di pesca per altri lustri. Il conflitto, cruento, è sfociato con una mega manifestazione di pescatori a Rovigo “…contro quel presidente che non voleva assecondare la volontà di centinaia di famiglie…”. Dalle pesanti minacce, alla carta bollata, alle denunce contro “quei due” che volevano semplicemente, come era loro dovere, far rispettare la legge. La segretaria, dottoressa Votta Gravina, e lui. Soli contro tutto, e tutti. Nessun politico è sceso a difendere la legge, in ballo ci sono i voti di centinaia di portollesi che evidentemente contano di più. Lui comunque, supportato da quel valore che Elva gli aveva infuso: vai avanti se credi di essere nel giusto, ha tirato innanz. Non voglio riportare le schifezze e maldicenze che si son fatte circolare sui due. Cui loro rispondevano con la filippica franchezza nel dover attuare una direttiva europea, addirittura del 2006, di non rinnovo automatico di 15 anni. Poi rettificato dal provvedimento del Consiglio di Stato che le prorogava non oltre il 31 dicembre del 2023. Poi gare. E che vinca il migliore. Chiaramente le centinaia di basso polesani che tutti i giorni scendono in acqua alle prime luci dell’alba col sole, la nebbia, la pioggia per guadagnarsi di che vivere sentono sulla loro testa una spada di damocle. E hanno timore di non poter sostenere più le loro famiglie. Giustamente. Però, un funzionario pubblico, e il massimo rappresentante politico provinciale, hanno il dovere, ripeto dovere, di far rispettare le leggi anche se non condivise. Punto. Hanno tenuto la barra dritta e ora è arrivata la conclusione. Avevano ragione loro, secondo l’organo massimo di giustizia amministrativa, il Consiglio di Stato. Siamo nel paese del diritto, ma soprattutto del rovescio. Tanto che sia il neo presidente Enrico Ferrarese e il sindaco di Porto Tolle Pizzoli si dicono convinti di poter risolvere la situazione, con serenità. Mai però come quella della signora Elva che si legge e rilegge i giornali di questi giorni, e che danno ragione al figlio mettendo al posto suo “… chell’ omo alto e magro…”
LA PAGELLA DELLA SETTIMANA
Nemmeno i comunisti veri, ora estinti, quelli che ho conosciuto in campagna e che la domenica, unico giorno di riposo, andavano a vendere l’Unita’nelle case dei braccianti e salariati, seppur semi analfabeti avrebbero sbagliato a votare. Sabato il Democratico partito del Veneto ha eletto a Padova, sulla scia qui praticata a livello provinciale la scorsa settimana, Andrea Martella suo primo funzionario. Era l’unico candidato. Difficile confondersi. Anche con il  “voto a distanza”, per via del Covid, ma soprattutto perché non si discute quasi più sia nelle piazze o nelle poche sezioni rimaste tanto che il partito sembra scomparso. Ora comunque il “martello c’è. Anche se manca la falce”. D’altronde i vecchi valori che incorporava il  partito Dei Lavoratori è andato, come si diceva, disperso. Da anni. Tanto che gli stessi proletari hanno smesso da tempo di votarlo. Ora il partito è stato affidato a un laureato in lettere e filosofia, da Portogruaro. Che fin da ragazzo si è infilato nel partito, tanto che a trenta anni è diventato deputato. Riconfermato poi per quattro legislature. Passato nelle anticamere di tutti quelli che comandavano. Da Walter Weltroni a Dario Franceschini fino a Nicola Zingaretti. È stato poi escluso da Matteo Renzi che gli nego’ la deroga a candidarsi dopo il quarto mandato. Ma il nostro ha trovato immediatamente il paracadute per garantirsi lo stipendio, ricevendo un incarico importante. Nominato sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega importante all’editoria, da Nicola Zingaretti (quello che si dimise da segretario del PD sostenendo che nel partito si “…parla solo di occupazione delle poltrone…”, ops!). Ruolo dove si distribuivano milioni di euro ai giornali e alle cooperative di giornalisti. (Basta andare a rileggersi “ la bava” che emettevano certi giornalistucoli che lo esaltavano per accaparrarsi il finanziamento). Disarcionato da Draghi, fu sostituito dal forza italiota Giuseppe Moles. Nel suo passato si rileva che era stato invischiato nelle tangenti del Mose. Aveva ricevuto soldi dalle imprese, anche nel momento che il Consorzio Venezia Nuova era “chiacchierato”, dopo l’arresto di Baita. Ma erano “soldi in bianco” che lui aveva dichiarato e registrato, secondo i pm. Ora sicuramente darà, si spera, risposte al popolo della sinistra veneta. Quelle che si è ben guardato di fornire al sottoscritto, come era mio diritto, quando gli avevo chiesto dei dati dal Dipartimento. Ben venga dunque questo giovane politico ultra navigato, che probabilmente otterrà la ri-scalata al parlamento dal trampolino ora ottenuto, come fatto dai suoi predecessori. Anche perché, a 53 anni, si è vista rifiutata dalla Cassazione, dove era ricorso assieme ad Angelino Alfano, la richiesta di ricevere la pensione anticipata. Dovranno attendere entrambi il compimento dei 60 anni.  Auguri.
RIMANDATO
Da quando, nell’estate del 2019, ho ricevuto una contravvenzione dalle vigilesse di Canda, poi annullata dal Giudice di Pace, non ho più notato le stesse posizionate nel tratto di strada, a tutela dei limiti di velocità, munite del famigerato autovelox mobile. Sparite. Come credo gli introiti relativi nel bilancio comunale. Non sono affatto convinto che basti un giudice di Pace, seppur scrupoloso, per riallineare certi comportamenti. Ma oggi, le tante persone che transitano nel piccolo centro altopolesano soprattutto per andare all’ospedale di Trecenta o altrove, che sovente venivano sorprese e mazziate  per aver superato di pochissimi chilometri il limite di speditezza, ora possono tirare un sospiro di sollievo. Rispettando la legge, naturalmente.  È comunque bene quel che finisce bene.
PROMOSSE
Il Polesine conta il maggior numero di anziani nel Veneto se rapportato alla popolazione. Questo è sicuramente un bene. Ma se a questo aggiungiamo che anche la disoccupazione è la più alta, e che in questa “ Mesopotamia” tra Po e Adige, si sono dimenticati dei suoi “ costruttori, agricoltori e contadini “, molti dei quali ricoverati nelle 30 case di riposo dei 50 comuni, l’abbiamo scritta la nostra carta d’identità. Di questo territorio dove circa 16.000 persone, oltre gli ottanta anni, vivono da sole. Dove si hanno le pensione più basse di tutta la Regione. Dove quel grande presidente del Veneto, che pare abbia detto che per identificare il Covid bastava annusare il brodo – secondo quanto scrive una signora di Verona che chiedeva di specificare se era quello di cappone o di dado- è dal 2.000 che non avrebbe ancora recepito la legge di Riforma delle Ipab. Ecco uno dei tanti punti dolenti può volte enunciati e a quanto pare mai realizzati. Ora vacciniamo tutti, pure gli adolescenti, le future classi dirigenti. Non scordiamoci e cerchiamo di tutelare anche  i nostri anziani. E, se non riusciamo a tenerli curati sino all’ultimo giorno della loro vita nelle nostre case, come era una volta, pulendogli il culo se occorre come loro hanno fatto per anni con noi, cercate almeno di lottare per un loro dignitoso e dovuto collocamento pubblico.
BOCCIATO
A tempo debito lo avevo proposto quale possibile candidato a sindaco del comune di Rovigheto, per il centro sinistra. Poi hanno scelto Gaffeo, che è prevalso facilmente sulla Gambardella. Ora il tempo trascorso ce lo fa ritrovare, ancora  sulla breccia. D’altronde a 50 anni, Aldo D’Achille, segnalato nientepopodimenoche’ come “ uno dei migliori sindaci del mondo” con tanta voglia di emergere, di strada da percorrere gliene rimane. Poi è anche agevolato dall’alto: sfrutta una sua peculiare “trinità”. Laurea in Scienze Religiose ( infatti insegna religione ) e poi in Scienze Motorie e Sportive oltre ad essere Massoterapista. Quel che ci vuole per tentare di rianimare una specie di “ectoplasma “ come Arturo Lorenzoni, candidato a sfidare Zaia nelle regionali per il centro sinistra, che lo ha chiamato a far parte della sua segreteria. Dopo aver raccolto 385.768 voti, pari al 15,72% pare si sia quasi liquefatto. Sparito. Un disastro. Tra i suoi supporter nella formazione “Il Veneto che vogliamo” c’era anche il dinamico sindaco di San Bellino. Sarà per lui una bella impresa, ma anche un trampolino di lancio per uno che aspira al successo. Dicevo che le peculiarità ci sono: mezzo prete, mezzo scattista, mezzo manipolatore dei tessuti molli. Appunto. Ce la farà? Vedremo. Insomma il cattolico professore universitario patavino prestato alla politica ha deciso di affidarsi a una specie di “pret a porter” della modernità per il suo rilancio.
PROMOSSO
Tranquilli. Come da tempo sostengo, prima o poi,  verremo a conoscenza dei dati “veri” su questa Pandemia. Che a distanza di due anni vengono ancora coperti da “omissis”, come in certi verbali che scottano. Non riusciamo, nonostante le richieste ultime di presidenti di Regione, che hanno fiutato qualcosa, di conoscere i dati importanti sui defunti: quanti solo di Covid, quanti con altre patologie, che età avevano eccetera? Questa dovrebbe essere la scheda sanitaria di una pubblica amministrazione trasparente trasmessa a noi, popolo. Ora, sentendosi ultimamente in difficoltà, dopo due anni abbiamo ancora un sacco di morti e di infetti, hanno tirato dentro al calderone Covid anche i bambini. Quelli esclusi nel modo più assoluto un anno fa. Ben sapendo, però, che i figli per i genitori e i nonni sono piezze e’core, e quindi il massimo dell’attenzione delle famiglie. Bene. Volete per favore dirci quanti bambini muoiono ogni giorno di Solo Covid? Quanti sono i ricoverati per Covid da zero a dieci anni? L’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità diffuso (Paragone) indicherebbe che la percentuale degli italiani contagiati, pur essendo vaccinati, è la stessa della popolazione non vaccinata. Vaccinati totali 78%; non vaccinati totali 22%. Positivi vaccinati 77,3%; positivi non vaccinati 22,7%. Credo che però quando le verità verranno a galla saranno già vecchie.
BOCCIATI
Rovigo Magazine

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