La Pagella della settimana

La Pagella della settimana

 

Tutto quello che non so l’ho imparato leggendo i libri. Potrebbe essere questo l’incip politico del quarantaduenne Leonardo Raito, professore a contratto di storia contemporanea nelle università e sindaco di Polesella. Nel suo peregrinare, preso tra la fuga dal presente e la ricerca di una nuova identità, come nella novella del verista Pirandello “ Il viaggio”, resta in attesa dell’evento epifanico. La rappresentazione del primo cittadino rivierasco si fonda sull’effimero legame nato per il potere, “Uniti per il Polesine”, che si è imposto sulla corsa per l’elezione al presidente della Provincia. Ed è proprio su questi occasionali passeggeri di percorso che costruisce un suo mondo ideale. Chiedendo nientepopodimenoche’ di azzerare i consigli di amministrazione delle società partecipate. Addirittura fantasticando di arrivare, dopo un loro eventuale rifiuto, a sfiduciare i CDA. Follia. Avete mai visto un chicchessia, che finalmente porta a casa un po’ di soldi e di spocchia dimettersi? L’ex portiere del Polesella calcio non vede o finge di non vedere che i partiti gli hanno già fatto gol. Partita per ora chiusa. Perché nel rassemblement provinciale ultimo, la partitocrazia si è già spartita la “torta”. Eccome: As2, Furfari; AsmSet, Nissotti; Asm Traniello; Ecoambiente Trombini; Consiglio Bacino Laruccia; Polesine TLC Dall’Ara; Polaris Bimbatti. Mi auguro che questo novello Fetonte non irriti più di tanto i nostri dioscuri e non affoghi pure lui nell’Eridano. Che poi in tutte, ripeto tutte queste istituzioni vi sia una rappresentanza “dell’onnipresente”, è vero. Basterebbe che il “nostro” aggiungesse alle sue letture quella novella istruttiva di Esopo ripresa da Fedro. Una vacca, una capra, una pecora si allearono con il leone per spartirsi i resti di un cervo. “Mi chiamo Leone, la prima parte è mia, la seconda mi spetta perché sono forte, la terza anche perché valgo di più, la quarta nessuno la tocchi”. Chissà se Raito è almeno in grado di individuare chi è il Leone delle Partecipate?

BOCCIATO

Era ora. Finalmente le zanzare del Delta del Po possono festeggiare. Hanno appreso che è iniziata la demolizione della Centrale Enel di Polesine Camerini. Al suo posto sarà costruito un mega villaggio turistico. Milioni di ditteri si stanno preparando per affrontare qualche migliaio di esseri umani che loro malgrado si presteranno a donare sangue e  proteine per permettere a questi fastidiosi insetti di sviluppare le uova. Come comprenderete sono le femmine adatte a tale scopo. Con la loro proboscide riescono a succhiare una quantità di sangue pari a due tre volte il loro peso. Una caratteristica del sesso forte, impareggiabile.

PROMOSSE

Sabato 29 gennaio a Rovigheto sono state improvvisamente  esposte le bandiere a mezz’asta. Resteranno così fino alla definitiva sepoltura politica della nostra concittadina Maria Elisabetta Alberti Casellati che non c’è l’ha fatta. Evaporata la sua aspirazione di accedere alla presidenza della Repubblica, riposerà in pace, rispetto alle ambizioni infrante, per un altro anno sino alle prossime elezioni politiche. Poi si chiuderà uno degli innumerevoli casi di personaggi incredibilmente giunti a ricoprire prestigiosi incarichi istituzionali. Chi era, chi si credeva di essere la presidente del senato l’hanno scoperto, seppur in ritardo, soprattutto chi gli era molto vicino. Trombandola. Assurta quasi trent’anni fa alla Camera senza aver mai fatto un comizio, come riferito da un suo vecchio compagno di partito, semplicemente perché vantava anche una solida amicizia col collega Ghedini che, guarda caso, è stato il legale di Berlusconi. Di tutte le malefatte che in questi anni ha commesso basta leggere i numerosi articoli di quei giornalisti che per informare usano la penna al posto della lingua.

BOCCIATA

Chissa chi avrà prima o poi il coraggio di informare Zaia che, dopo la momentanea rielezione di Mattarella, tra un anno con il nuovo parlamento in cui Fratelli d’Italia avrà  probabilmente più parlamentari della Lega, l’Autonomia che promette da anni ai veneti  se la sognerà. Anche perché la leadership di Salvini è oramai al tramonto. In questi giorni ha dimostrato quello che è, un bonaccione, un bluff. Il problema è chi avrà l’ardire di destituirlo, dopo che questi Re-ggenti di partito si sono costruiti negli organi interni roccaforti inespugnabili, composte da yes man. In un partito che assomiglia più a una dittatura che altro. Ricorderete quando nel 2010 il direttivo provinciale del Carroccio sfiducio’ l’allora segretario Antonello Contiero. Bene, disse l’allora boss regionale Gobbo, per noi non cambia nulla. Difatti fu immediatamente nominato commissario. Stroncando sul nascere la voglia di democrazia partecipata.  Come in Polesine accade oggi per Corazzari. Ma per il “Capitone”, più che Capitano, è bastato esporlo in prima linea su tematiche importanti per comprendere quel che vale. Dal Papete, in cui promise alla Casellati “ … Cara Elisabetta, ti farò presidente…” alle figure marrone in parlamento infilate in questi giorni una dietro l’altra. Vero è che per questi cattolici dalle due tre mogli, alla Casini, Franceschini e via dicendo, la rilettura delle Sacre scritture è mancante. Ricordate quando Gesù sulla croce, con ai lati i due ladroni, prima di morire, ad uno dei due disse: “Tu sarai con me in paradiso”? Orbene è però il “quando” che divenne il cruccio degli studiosi. Che approfondendo il linguaggio si accorsero che, spostando i due punti o la virgola di questa affermazione si potevano ottenere risposte diverse. Gesù prese un impegno o fu una promessa, si chiesero? Dal “Io ti dico in verità, oggi sarai con me in paradiso” al “In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso”. Oppure “In verità ti dico, sarai con me in paradiso”. Quello che però non richiede chiarimenti è che ci troviamo al cospetto di una serie di miserabili. Altroché onorevoli.

BOCCIATI

È sempre triste per una comunità venire a conoscenza che uno storico quotidiano come Il Resto del Carlino chiude la sua redazione rodigina dopo settanta anni. Già da tempo, dopo l’esodo di Carlo Cavriani chiamato a dirigere Rimini, era Ferrara con Cristiano Bendin a intestasi la gerenza. Qui sgobbava Mario Bovenzi che ora si rilasserà in qualche altra redazione del circuito. L’accordo tra gli editori dei due giornali, Bertuccio per La Nuova Voce di Rovigo e Monrif per Il Carlino, hanno siglato un accordo pacchetto: la parte nazionale sarà del quotidiano di Bologna, quella locale di Piazza Garibaldi. La storia insegna che nell’editoria uno più uno non fa mai due. Per la carta stampata è da tempo che corrono venti di crisi. Oramai l’on-Line ha il sopravvento, unito ai vari strumenti di comunicazione come Facebook, Instagram eccetera. Se poi le vecchie testate giornalistiche, quelle che erano nate per informare e formare i lettori, e la cui proprietà era composta da “editori puri”, si sono man mano trasformate o come strumenti di pressione, o di ricatto, per proteggere i nuovi padroni dalle scorrerie che compiono sulla nostra economia, è normale che vengano dagli utenti abbandonate. Addirittura molti giornaletti funzionano da veri e propri Juubox. Si vede, almeno per  chi è attento, chi in quel momento paga il gettone per la musica suonata. Certo che questo giornalismo non è. Ma immoralità, che rasenta la prostituzione. Restano in edicola ancora lo storico Veneto Il Gazzettino e una mezza pagina del Corriere Veneto. La stessa Voce, a mio avviso, se non ottenesse da una decina di anni il contributo di nostri soldi, erogati dal Dipartimento Editoria del Consiglio dei Ministri, forse avrebbe già gettato da tempo la spugna. Ma oltre novecentomila euro l’anno sono salvifici.

PROMOSSI

 

Rovigo Magazine

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