La Pagella

La Pagella

21 febbraio 2022

Sono trascorsi 30 anni dall’inizio di “Mani Pulite” e coscienze sporche. In Italia è cambiato qualcosa? E in Polesine? Non credo. Finché le leggi escono da un Parlamento fatto in parte da nominati, impuniti , biscazzieri senza dignità abbiamo poche speranze. Perché il risucchio del malaffare si tira dietro anche magistratura e amministrazione. I famosi tre poteri secondo il barone di La Brede e di Montesquieu. Finché non si sfoltirà la miriadi di leggi, spesso confliggenti, che vanno a favore di chi si può permettere ottimi avvocati, finché gli stessi magistrati usano la loro “ bilancia” in modo protettivo irrogando oltre quattro anni di carcere a un cittadino e al suo amico solo per aver assistito al fatto, un palpeggiamento fugace al seno, ma solo due mesi di riduzione di anzianità  per il pensionamento al  procuratore capo di Firenze Francesco Creazzo che in un ascensore aveva molestato sessualmente una sua collega, possiamo mettiamocela via. Un bilanciamento forse inizierà quando si riuscirà a licenziare poche leggi, ma chiare. In modo che anche un semianalfabeta possa conoscere con certezza la pena certa che un reato si trascina. Vi pare che si possa essere considerati qualunquisti o populisti se ci si indigna vedere un certo commissario, ripeto commissario Domenico Arcuri, passeggiare libero con il suo sorrisino beffardo da impunito? In una nazione seria ed efficiente doveva già essere in galera da mesi, da quando ha acquistato per miliardi, ripeto miliardi ( nostri ) mascherine farlocche dai cinesi. Le stesse che ora per smaltirle ci costeranno un ulteriore miliardo di euro ( nostri). O lui, o rinchiusi al fresco tutti quelli che hanno certificato che è stata compiuta una truffa, se non vera. Senza tanti processi decennali. Questo costituirebbe una risposta erogata in tempi brevi. Di vera democrazia e giustizia divenendo regola di insegnamento. Sapete cosa si sarebbe potuto fare con questi tre quattro miliardi? Dare risposte a pensionati, disabili e altre sottocategorie che, dopo una vita fatta di lavoro e sacrifici, hanno sussidi e pensioni miserrime bloccate da anni perché, gli si dice, non ci sono i fondi necessari. Ma mi facciano il piacere…

BOCCIATO

Vorrei trascinarvi su un tema: cosa significhi la Libertà. E il suo Valore. La storia ci ha insegnato che non è sufficiente che, chi ha combattuto nelle Brigate Giustizia e Libertà nella Resistenza contro il fascismo e abbia percorso un viaggio verso la libertà, l’abbia poi raggiunta. Non basta applicare il passato remoto alla cronaca di quei giorni per farla diventare storia attuale. Come è insufficiente dichiararsi antifascista per diventare democratico. “Tucidide e il Fascismo” è un bellissimo articolo pubblicato da Piero Gobetti pochi mesi dopo l’uccisione di Giacomo Matteotti. Dove poneva un malizioso accostamento tra passato e futuro. Un saggio di come agire per far recuperare al popolo un minimo interesse al ruolo che la democrazia partecipata richiederebbe. Non certo l’esplosione comunicativa dei social. Anzi. Anche se il prossimo 12 marzo l’Unesco aveva garantito il patrocinio alla “Giornata internazionale per la libertà di espressione online”, poi ritirata, per le pressioni delle molte nazioni che erano escluse dalla lista “in quanto nemici di internet”, la massificazione delle notizie non ha certo giovato ai popoli. Anche in Italia, nonostante il nostro articolo 21 della Costituzione, siamo al 41 posto nel mondo per la libertà di stampa. Meglio di noi i Paesi nordici come Norvegia, Finlandia, Svezia e Danimarca. Dove i cittadini hanno ingoiato e digerito sin da piccoli l’educazione civica, che è alla base del percorso. Anche la stessa Germania, seppur scesa alla 13esima posizione, ci distanzia. Pensate poi all’America, dove sono nati e hanno operato fior di giornalisti cui è  assegnato il famoso premio Pulitzer, istituito dal giornalista ungherese-americano che alla sua morte donò il suo patrimonio alla Columbia University per omaggiare le migliori penne. Credo che per spiegare più efficacemente “il valore” che le leggi possono avere, confrontate un caso: in Italia chi vilipende la bandiera è punito con la reclusione fino a due anni (c.p). Negli USA, una sentenza emessa della Corte Suprema, afferma che bruciare la bandiera è considerato un gesto certamente odioso ma che non si può configurare come reato. E sapete perché? Perché la bandiera rappresenta un simbolo di libertà più grande del gesto dui oltraggiarla. Punire quindi l’oltraggio sarebbe diminuire il simbolo, il quale rappresenta un valore non rinunciabile. Giudici meravigliosi.

PROMOSSO

”Ora, dopo questi inchini intellettuali, una voce mi dice: “ritorna subito a bordo, cazzo”. Obbedisco. Scendendo dall’alto dei valori all’acqua. Uno “scoglio”,  come quello costruito da una delibera del Consiglio provinciale rovigotto, aveva maldestramente tentato di arginare il mare. Senza però riuscirci. Travalicando le direttive della Comunità europea, l’argine non ha retto. È arrivata infatti la notizia, che avevo preannunciato più di un anno fa, ma anche recentemente, dal Consiglio di Stato. Ha sancito in modo chiaro e netto lo stop ai permessi di pesca quindicinali deliberati ai nostri vongolari deltizi. Comprendo bene cosa significhi per una famiglia di pescatori, che vive immergendosi tutti i giorni in acqua, dovere rivedere il suo futuro. Aveva però ragione la Provincia di Rovigheto, e il suo ex presidente supportato dalla dirigente generale, che si sono sempre tenuti ancorati, come era loro dovere, alla legge. Ora, fossi tra gli audaci consiglieri provinciali che hanno votato a favore di una delibera che rinnovava di 15 anni i permessi di pesca, non dormirei sonni tranquilli. Perché o la Corte dei Conti riesce a escogitare non so che cosa per metterli al riparo, oppure per loro inizieranno guai seri. Ma questi “martiri” che si sono avventurati in un mare di pensieri, e che hanno votato, non so con quale sentimento o ragionamento. Non si sono chiesti come mai loro colleghi consiglieri provinciali come Valeria Toso, Emanuela Beltrame ( avvocati ), Ilaria Papparella, Antonio Laruccia e Fabrizio Bonin ( attenti amministratori ) non li hanno seguiti? I presenti (Toso,Laruccia e Dall’Ara) hanno infatti votato contro. Beltrame e Bonin assenti. Credevano che “fossero acerrimi nemici dei pescatori”? Non hanno pensato che invece fossero persone che usano la testa nel loro espletamento di servizio pubblico? Ma non hanno potuto nemmeno successivamente comprendere che l’aver deciso di non ricorrere contro tale delibera, da parte del Presidente e C, fosse stato un atto di grande indulgenza (noi il nostro dovere riteniamo di averlo compiuto, come una segnalazione alla Corte dei Conti obbligatoria, mentre non vogliamo intralciare un accadimento anche se non lo riteniamo legittimo. Vedetevela voi, poi, avranno pensato). Il contrario del livore che pescatori e C. avevano manifestato invece contro di loro.

PROMOSSO

Il Polesine conta 220.000 abitanti. Distribuiti su un vasto territorio di 1800 chilometri quadrati. Con Rovigo sotto i 50.000 e Adria, Porto Viro, Lendinara che superano di poco i 10.000 residenti. Nonostante ciò siamo da due anni imbalsamati dal Covid. Nonostante quasi tutti vaccinati contiamo 3 o 4 morti al giorno. Nel bel Paese 300 o 400. Come i Pintupi aborigeni dell’Australia, non si conoscono le patologie, l’età , il numero degli altri decessi extra Covid. Quando gli anziani con patologie saranno pian piano deceduti il Covid si fermerà. Intanto loStato ha già risparmiato più di due miliardi di cessate pensioni. Mi chiedo come si possa sviluppare un ragionamento sulla pandemia  mancando gli elementi per poterlo affrontare. Quello che è certo ci deriva di soppiatto. Un vaccinato può tranquillamente trasmettere il virus, come uno non. Si sta sperimentando una pillola che, se assunta nei primi giorni in cui si manifestano i sintomi del virus, funziona da deterrente come le vaccinazioni. Ma sono altri dati che trovo molto ma molto più preoccupanti: un milione di malati sono rimasti nel contempo senza cure, saltando visite di controllo, screening e che hanno fatto perdere per strada 15.000 diagnosi di tumori. Ospedali bloccati, due milioni di ricoverati in meno e 600.000 interventi saltati. Debiti alle stelle. Quando si tireranno le somme capiremo da che razza di incapaci siamo amministrati. Che un Paese col catetere come il nostro (nel 1951 il rapporto tra chi aveva 65 anni o più rispetto a quelli con meno di 15 anni era del 33,5%. Oggi è balzato al 180%.) non comprenda che occorre immediatamente togliersi la maschera e iniziare a ragionare, studiare (siamo i meno istruiti d’Europa) comprendendo che la vita è breve o brevissima e che si muore anche senza Covid.

BOCCIATO

L’Italia c’è l’ha fatta. Niente bollino nero sulle bottiglie di vino perché “farebbe venire il cancro”. L’escamotage si è avuta inserendo un sotto comma alla direttiva europea e togliendo quello incriminato. Insomma siamo tornati dal “nocivo al ricreativo”. Potremmo gustarci ancora  quel bicchiere che un tempo che fu,  soprattutto per i contadini, mezzadri e fittavoli li rigenerava dalla loro vita agra. La storia ci insegna inoltre che il proibizionismo imposto per esempio negli USA nel 1920 altro non fece che far nascere una parallela industria gestita dalla malavita. Agli esseri umani non vi è altro di più allettante del proibito. L’origine della coltivazione della vite è ancora incerta: ci si interroga, per esempio, come la famosa Arca di Noe’, arenatasi sul monte Ararat dopo il Diluvio, potesse far crescere la vite a 5000 metri di altezza. “Il vino è vita” recita l’Ecclesiaste. Non solo per la transustanzazione per i Cristiani ma anche per gli Ebrei: vinum laetificat Deum (il vino rallegra Dio). Il legame tra la vite e l’uomo parte dalla famosa foglia che copri’ le parti intime di Adamo, e si dice fosse di vite e non del fico. Un altro fenomeno lega la vite a suo “figlio”, il vino. Pensate che seppur racchiuso in cantine isotermiche, quelle in cui la temperatura non varia, o anche non, il vino stipato saprà quando la sua mamma vite è in fiore, e fermenterà in quella data e non in un’altra. Anche se le cantine fossero a migliaia di chilometri di distanza dai vigneti. In questa nostra Mesopotamia, fatta di terre alloctone, non si è mai prodotto vini d’eccellenza. Vini bevibili certo, ma da consumarsi in fretta. Erano, come dicevo, l’unico elisir degli avventori dei bar quando ancora la televisione non esisteva, ma la miseria si. Una partita a carte, due tre quattro bicchieri e poi a letto. A “fare il loro dovere” spesso “ aiutati” dal bianco o dal rosso che li portavano più facilmente a raggiungere l’estasi. Evadendo provvisoriamente dalle fatiche e preoccupazioni. Aumentando però le bocche da sfamare. Tanti  figli avrebbero dovuto chiamarsi Merlot, Raboso, Basegana eccetera.

PROMOSSO

Chi va al mulino s’infarina recita un proverbio popolare. Chiaro che dei cinesi che arrivano in una nazione di ladri come l’Italia debbano immediatamente conformarsi. Dimenticavo: di ladri molto spesso impuniti. “Sequestrati mezzo milione di euro a due imprenditori ( o prenditori?) cinesi residenti a Occhiobello per evasione fiscale”, recitavano giorni fa le cronache dei giornali locali. Beh da loro, in Cina, la pena prevista per tale reato sarebbe stata la pena di morte. Evasione fiscale, articolo 205. Molto bene, anzi benvenuti!

BOCCIATI

 

Rovigo Magazine

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