La Pagella

La Pagella

28 marzo 2022

Stiamo assistendo a un inesorabile crollo dei giornali venduti con conseguente crisi delle edicole. Anni fa c’era chi, cedendola, si portava a casa anche più di 100.000 euro, una buona uscita per integrare la pensione. Ora non le vuole più nessuno. Per fornire alcune cifre sulla crisi della carta stampata: Corriere della Sera 151.000 copie, Il Fatto Quotidiano 23.600, Gazzetta dello Sport 79.000, Il Gazzettino 39.000, Il Giornale 31.200, Libero 19.300, Il Manifesto 6.600, Repubblica 97.000, La Stampa 73.000, La Verità 29.500, Il Resto del Carlino 63.700, Tuttosport 22.800. Tutte testate che vendevano il doppio o triplo se non di più tipo Corriere e Repubblica che sfioravano le 800.000. Spiace, perché ci sono migliaia di persone, tra giornalisti ed edicolanti, che portano a casa un salario o uno stipendio. Il perché, o meglio i perché di questa disaffezione sono molteplici. Dall’avvento dei social, delle televisioni, alla qualità di giornalisti e direttori, questi ultimi sovente “schiavi” degli editori. Una serie di concause che, come sosteneva il grande Leo Longanesi, partono dall’avvento della luce elettrica, dei termosifoni che, distribuendo il caldo in ogni stanza, non ci hanno fatto più raccogliere davanti al camino per leggere in santa pace il nostro giornale.

PROMOSSO

Ho scritto già altre volte che, a mio avviso, la “costruzione” mediatica Luca Zaia la deve a Giampiero Beltotto. Veniva da Milano, dopo il periodo Rai veneziano, per insegnare a un “contadino” come Zaia i segreti del porsi nei confronti dei media. Il presidente, dal cervello fino, ha subito raccolto. Credo che quei quattro principi fondamentali erogatigli siano stati per lui importanti: non andare mai a incontrare lavoratori in sciopero davanti alle fabbriche e incazzati per la perdita del posto di lavoro. Non esprimere mai alcun giudizio su chi guida la Lega a livello nazionale, svicola perché devi restare neutro. Quando ti offrono un microfono spara cifre, percentuali, confrontandole con realtà peggiori del Veneto. Non andare mai in trasmissioni condotte da giornalisti nemici. Sfrutta la possibilità di farti vedere più spesso che puoi in tv, la gente è amica più delle apparizioni che delle progettazioni. Debbo dire che la lezione l’ha imparata, e bene. Ecco: ora bisognerebbe che entrasse in azione qualcuno che gli insegnasse qualche volta a tacere. Perché la figura di merda, come è stato scritto e scimmiottata magnificamente da Crozza, di consigliare i telespettatori sul come comportarsi e difendersi dall’esplosone di una bomba nucleare poteva risparmiarcela. Va bene il suo innamoramento sul vaccino russo che voleva comprare e pagare cash; va bene ignorare i trevigiani Benetton, ottimo dire la verità sui topi mangiati dai cinesi. Un atto sfuggitogli, ma sincero. Perché poi scusarsi?

BOCCIATO

 

Giulio Andreotti la sapeva lunga. Era cresciuto tra monsignori, sacrestie, politici di qualità come De Gasperi facendone tesoro dovendo operare in una nazione clericale semianalfabeta. Diceva che non va bene pensare male ma alle volte ci si indovina. Tralasciamo il fatto che gli spazi rimasti vuoti anni fa nell’ex carcere di via Verdi a Rovigheto dovevano immediatamente essere destinati all’allargamento e ristrutturazione del Tribunale. Il non averlo fatto dimostra l’incapacità di chi impreparato si è proposto  in politica. Certamente i costi sarebbero stati inferiori agli 11.000.000 di euro stanziati per portarci in pieno centro storico il Reclusorio, espulso da Treviso. Poi avremmo risparmiato altrettanti milioni di euro previsti per realizzare il nuovo Tribunale nell’ex questura di via Donadoni. Cosi facendo i soldi dei cittadini sarebbero stati ben usati, alla stregua di un imprenditore privato. Ma questo è. Ora, l’impresa che si è aggiudicata i lavori con circa il 20% di ribasso, pare voglia “subappaltarlo” ad altra ditta/ditte aggiungendoci altri punti di ribasso. Si parla del 25-30%. Solo voci, naturalmente, ma se così fosse, che prezzi aveva un capitolato che permette quasi il 50% di ribasso? Cosa ci sarebbe sotto? Fossi la Guardia di Finanza, la Magistratura mi attiverei per capire se tutto è limpido. A Roma, caput mundi, città dove si producono imbrogli, leggi ad personam, intrighi, tangenti, malaffare, vi sono i ministeri. I quali dispongono di vari uffici che vanno dal legale, amministrativo e progettazione. Ecco: sono convinto che certi “capitolati d’appalto” potrebbero essere costruiti ad hoc per gli amici degli amici. Mah, lo so che sto pensando male. Però…

BOCCIATO

 

Possedessi ipoteticamente la lampada di Aladino proverei a cambiare il mondo. Essendone privo, mi affido alla fantasia. E mi trasformo in “se fossi”. Se fossi il presidente degli Stati Uniti, e venissi sponsorizzato nelle mie campagne elettorali, costosissime, e che si ripetono ogni quattro anni e non sette come in Italia, cosa farei per restituire i favori avuti dalle industrie belliche che mi hanno sostenuto finanziariamente? Beh, comprerei come minimo sempre più armi. E se i magazzini fossero già stracolmi, allora cosa dovrei fare? Trovare il modo di svuotarli utilizzandole! Il mio staff mi dice che dopo la seconda guerra mondiale noi americani abbiamo aiutato la ricostruzione dei paesi europei a rialzarsi dalle macerie. In cambio ci siamo piazzati nei loro territori istallando basi militari, ambasciate e servizi segreti per controllarli e indirizzarli ad essere fedeli. Da un po’ di tempo però il progresso, il benessere, la morte di Dio, la comunicazione global hanno prodotto delle libertà che ci preoccupano. Per esempio come quella di certi leader populisti europei alla Salvini, Le Pen, Grillo, Mateusz, Morawiecki eccetera eccetera, che mietono sempre più consensi e si innamorano del nostro nemico storico, il comunista.  L’europa deve essere Nato, cioè “mericana” . Okay! Niet, Putin. Alright! Come fare però per richiamarli all’ordine? Bisognerà che troviamo l’innesco, come abbiamo fatto con l’Iraq di Hussein facendo credere al mondo che aveva armi batteriologiche. Lo so che da otto anni, cioè dal colpo di Stato, l’Ucraina combatte contro i “filo russi” uccidendo fino a oggi circa 15.000 persone. Vabbè, ma queste cose le sanno in pochi. Chi se ne è occupato? Dobbiamo invece stringere e spingere il nemico in modo che perda pazienza e controllo e compia atti insani. Sopratutto se a decidere è uno solo, essendo un dittatore. Sapevamo un mese prima che avrebbe invaso ricorrendo alle armi. Ma non potevamo indire un incontro USA ed Europa unita e andare da Putin per fermarlo, perché per “riunire” bisogna prima distruggere. Però  faremo conoscere al mondo quello che è la Russia a reti unificate. Vedrete da che parte starà il popolo, dopo aver visto in diretta morti e devastazione. Però dobbiamo agire non agendo, mi raccomando. Armiamoli e auguri. Quando tutto sarà concluso, e avremo ben riarmato l’Europa (altrimenti senza armi, chi fa la guerra) e sentiremo finalmente il grido UE’UE’UE’, significherà che avremo raggiunto l’obiettivo e riportato la Comunità Europea nella sua culla naturale. Quindi, anche se i rossi Russi avranno nel frattempo preso Odessa, perché non credo siano più di tanto interessati a Kiev, la guerra terminerà. Vi sarà certamente poi da ricostruire, ma per aiutare e controllare che tutto sia fatto bene noi ci saremo. Sempre. Sereni anche perché sappiamo che fine è destinata ai dittatori come Gheddaffi, Mussolini, Hitler, Hussein. Prrr, prrr: odore di uova marce, pesce andato a male, burro acido. Sorry, si tratta di una “bombetta” presidenziale.  The end.

BOCCIATO

 

Il clima è indipendente. Si comporta come vuole. Certamente ha il suo “caratterino” e ci restituisce quello che gli rifiliamo. Quindi niente stupore se il tempo non accompagna il clima delle passate stagioni. Nelle campagne la siccità è diventata un grande problema. E l’uomo non può esercitare la sua presunta forza, che è inferiore a quella della  natura. Così, come all’epoca dei primitivi, ci si deve affidare ai riti. Alla magia. Ricordo con nostalgia i rosari, le preghiere, le messe propiziatorie, le candele benedette e la lettura del Poiana. Erano quelli di una società agricola sana, poco istruita ma rispettosa della vita. Che non scordava che siamo di passaggio su questa terra. Oramai anche “gli agricoli”, modernizzandosi, hanno cancellato oltre a Dio certe celebrazione nel. Tranne un agricoltore d’avanguardia, come Roana. Tempo fa aveva rispolverato una tradizione molto sentita. La “benedizione delle croci”, che poi venivano conficcate alla testa dei campi a protezione dei raccolti. Lui, la fede e la tradizione, le condivideva e condiva con una grande manifestazione e relativa tavolata. Dove accorrevano autorità, politici, e amici che nutrivano sia l’anima che la pancia. C’erano anche le rogazioni,  per me un ricordo bellissimo. I nostri genitori, con i miei cugini, ci buttavano giù dal letto di mattina presto. Mentre assonnati sostavano davanti a un altarino creato ed appoggiato al fienile, attendavamo che nel lungo stradone polveroso spuntassero le biciclette del mitico Don Giuseppe Melandri, un verace romagnolo accompagnato dal sagrestano Gustavo.  Ringrazio il destino di avermi fatto nascere in campagna in un periodo meraviglioso e irripetibile come quello. Dove all’inizio dell’anno, a gennaio, con luna calante, si potavano i salici, quasi scomparsi. I loro rami erano molto usati per legare fascine, rami, viti.

PROMOSSO

Rovigo Magazine

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