La Pagella

La Pagella

Ù2 maggio 2022

Spesso finiscono così, senza un vero perché. Tipo la Rivoluzione francese del luglio 1789, partita al grido di Libertà, Legalità e Fratellanza. I cui promotori volevano portare giustizia. Tanto che loro stessi alla fine furono giustiziati. Ma anche le previsioni di Karl Marx, il politico, filosofo ed economista che a metà  dell’Ottocento nel’ Il Capitale, sosteneva che il capitalismo avrebbe fatto diventare i ricchi sempre più ricchi, ma allo stesso tempo poco numerosi in modo tale da poterli poi cacciare a pedate nel culo. Azzeccato l’incip, errata la conclusione. Tanto più che oggi l’economia mondiale del terzo millennio è gestita da qualche decina di persone che detengono denaro e tutti gli strumenti in grado di esercitare il dominio sulla massa. Non a caso, per esempio, gli “strumenti della comunicazione”, che non sono “ materiali” ma gestiscono il potere, vengono acquistati per miliardi e miliardi di dollari. Qui, in Italia, cento anni fa nasceva a Genova il Partito Socialista Italiano, partito di massa ad opera di Turati, Treves, Bissolati, ispirandosi sia al riformismo che al marxismo. Unione di intenti che durò fino al 1921. Perché al congresso di Livorno avvenne la prima scissione. Lenin chiese ai compagni italiani di conformarsi ai 14 punti dell’Internazionale Socialista e di espellere i riformisti di Turati. Così, Gramsci e Bordiga, fondarono il partito comunista. Che a distanza di un secolo ci presenta una sinistra spappolata, divisa in piccoli atolli: PD, Mdp, Possibile, Sinistra italiana, Futura, Patria e Costituzione, PSI di Nencini, Potere al Popolo, Rifondazione comunista, Partito comunista,  Partito comunista dei lavoratori, Senso comune, Risorgimento socialista, Carr, DemA, Azione civile, L’Altra Europa con Tsipras, MeRa25, Alternativa comunista, Sinistra classe rivoluzione, Sinistra anticapitalista, Rete dei comunisti, Lotta comunista, Partito marxista leninista. Partiti dalla “ massa”,  sono diventate piccole élite. Sia di iscritti che di scaltri personaggi che li rappresentano. Una débâcle che ha interessato anche i socialisti polesani. Sarei curioso di conoscere se e chi è andato a Genova sabato e domenica scorsi al 130esimo anniversario del PSI. Sono sicuro di azzeccarci ( come giocare il 25 su Venezia ): o Gianni Nonnato, o Gianmario Scaramuzza o Roberto Puggiotto. La crema dei superstiti. A dire il vero, da questo trio, ogni tanto sgorgano idee e strategie per il nostro territorio. Non a caso, nell’ultima conferenza stampa, Scaramuzza e Puggiotto, naturalmente, hanno sottolineato la crisi che soffre il partito indicando una realtà veneta vivifica: Abano Terme. Non a caso, penso. In quanto, il territorio sui colli euganei, è meta di chi deve affrontare trattamenti che comprendono una gamma di patologie. Un modo indiretto di augurare al partito che fu di Nenni, che un taumaturgo porti benefici al partito del martire polesano Giacomo Matteotti: “Uccidete me ma l’idea che è in me non la ucciderete mai”. L’idea c’è, il resto…

PROMOSSO

Rovigheto più che una città ha ancora le caratteristiche del paesotto. In cui la chiacchiera, la maldicenza, l’invidia la fanno da padrone. Attributi che circolano ad una velocità supersonica, di bocca in bocca. Ecco che la figlia di un noto esponente dei Democratici di Sinistra trova ospitalità come dipendente nel Comune capoluogo, e i social ne sottolineano lo “strano caso”. Come del legista di peso approdato in AS2. O le interrogazioni poste da un consigliere comunale, come l’attivo Antonio Rossini. Il fatto che abbia indirizzato una interpellanza, e diciamo pure sensata, non l’ha salvato. E lo ha reso oggetto di chiacchiericcio. Perché? Ha fatto notare che dal parcheggio di piazza XX Settembre, a  Rovigheto, vi è un divieto di chi, uscendo con l’auto, svolta a sinistra. Non permettendogli di percorrere circa 50 metri e immettersi in via Bortoloni e uscire dal centro. Si obbligano invece gli automobilisti a svoltare a destra, indirizzandoli in un lunghissimo percorso cittadino, con problemi di traffico e inquinamento. Siamo in Italia: il trucco ci sarebbe. Se si esce da davanti la pizzeria, il divieto di svolta a sinistra non c’è. Ma, stando alla viabilità attuale, occorre invece transitare da (leggo dal comunicato alla stampa ndr) via Silvestri, via Verdi, via Celio e via Umberto I, in mezzo all’abitato. Al percorso non è citata però una via, stretta ma importante: via 4 Novembre. Dove vi è lo studio di una gentile e brava avvocato. Chi sarà il di lei il marito, si chiedono?

BOCCIATO

Ieri 1 Maggio: si è celebrata la Festa del Lavoro: una società che è fondata sul lavoro altro non sogna che riposo, svaghi e vizi. Eccovi alcuni dati: in Italia sono stimate circa 120.000 escort. Mille gigolo’. Altre 18.000 camgirl, cioè donne che si esibiscono a pagamento attraverso webcam collegate a internet. Gli uomini vengono definiti camboy. Aggiungiamoci poi 20.000 “massaggiatrici”, 7.000 porno star e 50.000 prositute su strada. Un bell’esercito di “liberazione” , non c’è che dire, per gli amanti del sesso, occasionale e non. Un mercato che rientra nella “legge” della domanda e offerta, che regola anche questa antichissima professione. Per rispettare un impegno verso i lettori di questo blog, vi racconterò la mia giornata con la  presidente italiana delle prostitute, Carla Corso, avvenuta anni fa a Rovigheto. Aveva fondato nel 1982, assieme a Pia Covre ( che però quel giorno si era fermata nello studio del prof Merlin, per un intervento agli occhi ) il Comitato per i diritti civili delle prostitute. Le cronache dei giornali erano da anni imbottite di storie, brutte storie, riguardanti “le lucciole”. Da cui trasparivano dolore, umiliazione, violenza, che trovavano rifugio nella Fede. A quel tempo collaboravo con il quotidiano L’Indipendente, diretto da Vittorio Feltri. Con l’avvocato Mario Bacchiega, studioso ed esperto di religioni, ci chiedemmo come mai una categoria così importante della società non avesse un Santo protettore, considerato che la stessa nonna di Gesù “batteva”. Così contattai e incontrai Carla, e la portai a conoscere l’avvocato. Ne ricavai un articolo per il giornale dal titolo : “Protettore sì, ma Santo”. Ebbe successo, come quando si affrontano temi dalle tre S: sesso, sangue e soldi. Avevo il timore di querele ( la Chiesa è una potenza ), ma le citazioni che riportai, trasmessemi da Bacchiega, mi avevano issato sulla Torre Eburnea del sapere. Oggi mi è capitato tra le mani il libro “Lettere dalle case chiuse”, con dedica autografa di Lina Merlin. Lo aveva dato alle stampe assieme a Carla Barberis. Contiene tantissime lettere inviatele dalle prostitute, in quanto nel 1958 , il 20 febbraio, vide approvata dal parlamento la legge che porta il suo nome. Vietava il controllo dello Stato, ma anche dei soggetti privati e pubblici, allo sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Missive che, in un italiano raffazzonato e sgrammaticato, portavano alla luce i drammi vissuti da queste donne. Credo che l’obiettivo auspicato dalla senatrice padovana sia però  fallito, anche se ammiro l’impegno per una causa persa. Non mi sento di condannarla, in quanto sposo’ un bagnolese, medico ed ex deputato socialista, Dante Gallani. Oggi Trans, puttane, droghe, papponi hanno invaso strade, quartieri, città. Portando degrado sociale ed economico notevole. Nei “casini”, per chi ci andava, si “iniziavano” i ragazzini al sesso, e si compivano atti sessuali consenzienti “protetti” tanto che, sembrerà irrituale e blasfemo ma , a volte, il “casino salvava la casa”. C’erano  controlli, ispezioni di medici, e tasse introitate dallo Stato. ( nel film “Il Gattopardo”, recentemente riproposto in televisione, si assiste al Principe che va a Palermo da una prostituta: interessante è il suo pensiero a proposito ). Erano le mitiche “ case chiuse”, durante il Fascismo, dove regnava la parola d’ordine Patria, Famiglia e… Bordello. Frequentatissime, da tutti i tipi: gerarchi, mariti, ragazzini e anche curiosi. Per chi invece vi entrava, e ci viveva dentro con “le persiane chiuse”, era spesso un inferno. Perché  “vendere” il proprio corpo per necessità non era certo esaltante. Ma, quel falso moralismo, vivo ancor oggi, e praticato da politici, industriali, clero e benpensanti, nel tollerare l’esistente, per una ridicola” difesa della donna”, finisce  per occupare la cronaca di nera.

BOCCIATO

Concludiamo la Pagella ricordando che all’appuntamento genovese del PSI dello scorso fine settimana ha corrisposto la Convention di Milano di Fratelli d’Italia. Dalle immagini televisive, sembrava di assistere ai mitici congressi del PSI al Midas di Roma. Una moltitudine di iscritti, delegati, arraffatori di incarichi in festa. Tutti attorno al palco, osannanti la Giorgia. Niente di nuovo. Cambiano le location ma la musica no. Si cerca di salire sul “palco giusto”.  In fondo la politica è “ rappresentazione”. Una volta che lo spettacolo non attrae più si cambiano teatro e interpreti. Certo è che si rimane pensierosi, quando si sente la leader dei “patrioti italiani” sostenere che ha già “le persone giuste per i posti giusti”, se arriverà a governare. Mah, in loco abbiamo visto aggirarsi il senatore Luca De Carlo ( che è stato deputato e senatore durante la stessa legislatura, un fenomeno, non c’è che dire ), cadorino e viaggiatore instancabile, si dice. Ma arrivato a interessare le pagine dei giornali nazionali per una improvvida affermazione, durante l’elezione del presidente della Repubblica. “Martedì comincia Sanremo, bisogna chiudere prima, gli italiani non capirebbero” gli scappo’ detto. In questi giorni, su certi giornali, sono apparsi anche i nomi fruibili delle “persone giuste al posto giusto”: Tremonti, Nordio, Ricolfi, Pera, Alberoni, Zecchi, Feltri.  Un apparato dirigente o digerente, si sono chiesti ? Una serie di conservatorismo da fare invidia ai Faraoni D’Egitto.

PROMOSSO

 

Rovigo Magazine

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