La Pagella

La Pagella

9 maggio 2022

Si può tappezzare un intero quartiere con volantini plastificati alla ricerca di un micio o una micia dal nome “Zampa”? Accompagnati da un accorato appello “ti cerchiamo” Telefono 347-0635880. Certo che si può. Anzi si deve. Solo chi non ha avuto “tra i famigliari” un cane o un gatto potrà dirsi insensibile. Chi poi predilige o l’uno o l’altro, non fa differenza. Anche se sono due tipologie molto diverse. Una nazione civile dovrebbe inserire nei palinsesti Rai una trasmissione dal titolo “ Chi ha visto questo gattino o cagnolino?”. E programmare anche a Rovigheto un cimitero per gli animali, come a Roma sulla Portuense voluto da Mussolini, dove riposano i gatti dei Savoia, Peppino De Filippo, Sandro Pertini, Giovanni Leone, Aldo Fabrizi, Federico Fellini e Anna Magnani, per citare i più conosciuti. Nonostante siano definiti in modo spregiativo quadrupedi, facenti parte il regno animale di cui anche noi siamo parte. Loro, in quanto animali “veri” hanno però un’anima. Lo dice la parola stessa. Mentre noi, “Bipedi implumi”, facciamo di tutto per non incontrarla. Solo la specie definita “uomini” ha veramente comportamenti “bestiali”. Non certamente un gattino, indipendente, che sa dove ama stare e vuole andare. Che da’ il suo affetto a chi desidera, e quando lo desidera. Negandolo a chi non reputa degno. Nobile ed austero finché godiamo della sua fiducia, in mancanza della quale il rapporto cessa. Può tornare allo stato brado tranquillamente senza sconvolgere la scala dei suoi valori. Passa, come un vero signore aristocratico, dai divani di un sontuoso salotto ai tetti. Comprenderete perfettamente cosa provo per quella famiglia che soffre per il suo abbandono. Che mi auguro momentaneo.

PROMOSSO

Mi ero ripromesso di non dedicare più nemmeno una riga a quella che ho definito una “Pandemia psichiatrica”. Che ha coinvolto i cervelli delle persone più deboli e indifese, sia culturalmente che civilmente. Ma ho rispetto per chi la pensa diversamente, anche se non riesco più a tollerare gli imbecilli. Credo sia il risultato della maturità. Diciamolo: nonostante siano stati vaccinati il 90% degli italiani si contano ancora circa 150 decessi al giorno. Mentre ci si infetta a migliaia, vaccinati e non. E, in tutto questo marasma mediatico, ora la pandemia è stata surrogata da un altro “spettacolo”, che è la guerra. (che godiamo di una informazione libera nutro dei dubbi, quando a reti unificate ci si occupa per l’80/90% della guerra in Ucraina. E prima del Covid? La definirei meglio “disinformazione di massa”. Nonostante nel mondo siano in corso ben 169 guerre, esiste solo l’Ucraina. E di fame e sete nel mondo ogni giorno muoiono migliaia e migliaia di esseri umani nella totale indifferenza. E nei pressi di Kiev, dal 2014 gli ucraini hanno fatto 15.000 vittime. Sono certo che non lo si sapeva, vero? Siete stati informati? Certamente no. Ecco che allora dovreste porvi almeno una domanda: siamo in una democrazia o una specie di dittatura mascherata?). I morti “di e per Covid” sono lo 0,27% dei sessanta milioni di abitanti. In due anni 160.000. Di cui per solo Covid saranno  si e  no lo 0,10%? Nel 2021 poi i decessi sono diminuiti di 44.000 rispetto al 2020. Considerate inoltre che un grande numero di morti si è avuto all’inizio della pandemia, quando non si conosceva nessuna terapia in grado di combatterlo. Anzi. Tanti pazienti sono “stati uccisi, tentando di salvarli”, intubandoli con l’ossigeno. Ma il grave, anzi gravissimo danno, è dovuto a una informazione ridicola che nel contempo ha bloccato ospedali e cure. Dimenticandosi di dare corso a circa 150 milioni di visite. Spostando a uno due anni appuntamenti per mammografie, ecografie eccetera. È l’esempio di una società malata, ma malata di testa. Che non informa correttamente per diradare l’ignoranza. Proprio nel momento in cui l’informazione è divenuta digitalizzata, escludendo soprattutto gli anziani, quelli più influenzabili che si cibano dei canali nazionali. Quelli che le dannose mascherine le indosseranno anche ad agosto, con 40 gradi di temperatura. Si tratta di un ridotto Niqab islamico, ma laico, che nasconde oltre al volto la personalità. Quindi non scandalizzativi più degli immigrati. Per i “digitalizzati” schiavi dei social, invece, c’è chi li controlla, li dirige, senza che se ne accorgano. Tutti credono di essere liberi, di entrare nella comunicazione globale: ma chi comanda flussi, propone desideri, e rifila opinioni sono pochi. I “Portinai” che detengono le chiavi del potere.

BOCCIATO

Che i magistrati italiani costituiscano un Casta è innegabile. Il “ potere” che detiene anche il più impreparato o fannullone di loro è enorme. Ora hanno dichiarato che sciopereranno contro l’ipotesi di una riforma, che in realtà non forma nulla di nuovo. Il fatto che, come per altre professioni, abbiano superato un concorso, una selezione non significa nulla. Se un magistrato, un notaio, un avvocato, un ingegnere, un architetto è intelligente intelligente resta, se è imbecille anche. Ora, il Parlamento, luogo dove si emanano le leggi, giuste, ingiuste, piacevoli o spiacevoli, che dovrebbero essere rispettate da tutti, ripeto tutti, pare deciso di riequilibrare il loro ruolo. Con limature piccole piccole. Che non incidono assolutamente sullo status: se un magistrato è capace, obiettivo, moralmente ineccepibile. O tutto il contrario. Così i loro ruoli non possono comunque venire minimamente intaccati. Ma che “il problema giustizia” esista, si sa, eccome.  Abbamo assistito a porcherie varie commesse da certe toghe, dal CSM (vedi Palamara) e giù. A sentenze, che dobbiamo rispettare, ma anche criticare come quella di pochi giorni fa che ha assolto i vertici del Monte dei Paschi di Siena nonostante abbiano prodotto una voragine di debiti facendo sparire 30 miliardi. E ponendo in difficoltà migliaia di risparmiatori. Vedrete come andrà a finire per il miliardario Zonin di casa nostra. Prendete nota. Negli Stati Uniti chi aveva frodato i risparmiatori, si è visto rifilati centinaia di anni di galera. Qui da noi, spero lo abbiate compreso, ricchi, politici, magistrati, mandanti le stragi mafiose (cioè i colletti bianchi) non vengono mai sporcati. Se a volte pagano, non lo fanno mai di persona. Ci pensano i semianalfabeti dei vari Reina, Badalamenti eccetera ad essere processati e condannati. Togliendo le castagne dal fuoco dei veri “utilizzatori finali” dei vari crimini. La lungaggine dei processi, la commistione tra inquirenti e giudicanti, unita a chi fa le leggi, completa il quadro. All’interno del quale c’è chi sa ben sfruttare la situazione dotandosi di super avvocati e denaro. Che portano ad assoluzioni o prescrizioni. A pagare finiscono sempre i poveracci, gli sfigati che attendono magari anni per vedersi riconosciuti innocenti. Dopo processi costati miliardi, scartoffie che si smarriscono, confusione. E nel frattempo i fatti, anzi misfatti, perdono importanza ed efficacia. Il capolavoro dell’ingiustizia è di sembrare giusto senza esserlo, sosteneva Platone.

BOCCIATO

Mentre assisto con piacere che una automobile, simbolo della nostra Italietta, ha ricominciato a tagliare i traguardi dei più importanti circuiti mondiali dove si pratica l’alta velocità, mi vien da pensare alle “Ferrari” di casa nostra. Che, spacciate per bolidi, si sono dimostrate invece delle “utilitarie” che hanno trasportato, per quel poco che è bastato, illusioni, persone e potere. Ma, alla fin fine, hanno dovuto arrendersi alla realtà: quando semplici vetture vengono truccate dotandole di motori troppo veloci poi fondono. Così, alla resa dei conti, dopo pochi giri, si fermano. E ciò che è capitato a Massimo Bergamin (sindaco di Rovigheto, attorniato da incapaci e ruffiani che gli pronosticavano un futuro radioso tra seggi e celebrità, direi di più, troni), o una donna intelligente ed ambiziosa come Cristina Folchini, che veniva “gassificata” dai forza italioti, ma soprattutto dalla stampa. Almeno finché la sovvenzionava con la pubblicità. Poi, vedendosi posta in angolo dagli azzurri si è fatta “nera”, naturalmente. Atteggiamento che non gli ha però portato fortuna. Ora giace tra le mamme e donne rovigotte, di faccende affaccendate. Lui, invece, una Ferrari la possedeva veramente. E anche un curriculum che lasciava immaginare splendidi orizzonti. Squadra di Volley ai massimi livelli, milioni di commesse italiane ed estere per le sue aziende. Tanto che i vari reggicalze lo volevano addirittura sindaco di Rovigheto. Poi, improvvisamente, la caduta. Dalle stelle alla polvere che hanno dovuto trangugiare i dipendenti. Così, un dinamico Antonio Monesi, è scomparso dai radar dell’informazione, rientrando nella vita quotidiana. Così come un altro enfant prodige: Alessandro Duo’. Sparito da quel nulla da cui era apparso. Manager brillante, costituiva società su società che si occupavano dei rifiuti. Tanto da essere promosso sul campo da Bergamin a presidente di ASM Spa. Dove era omaggiato da quei quattro mandarini di partito che andavano ad elemosinare soldi e assunzioni. Il tutto è poi svanito come neve al sole. Quando la temperatura politica ha cambiato propellente. Queste persone sono ancora vive e vegete. E anche se parcheggiate in officina per rimessaggio potrebbero riapparire. Mai dire mai..

BOCCIATO

Rovigo Magazine

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