La Pagella

La Pagella

23 maggio 2022

Una domanda mi gira nella mente: che fine hanno fatto le “ Concessioni demaniali di pesca?”. Penso innanzitutto alle centinaia di pescatore allocati nel Delta che da anni si guadagnano da vivere immergendosi nell’acqua tutti i giorni per raccogliere le vongole. Di conseguenza le mie attenzioni si rivolgono al ceto politico che li rappresenta. O meglio li dovrebbe rappresentare. Abbiamo assistito ad anni di conflittualità: da una parte chi recupera dal mare il prodotto che li fa sussistere, dall’altra l’istituzione Provincia che, fino a poco tempo fa, presidenza Dall’Ara, si rifiutava di concederle infrangendo la legge, secondo l’autorevole parere del segretario generale. Uno scontro dai toni aspri che dovrebbe essersi concluso con il cambio della guida politica dell’ente. E del “siluramento”, legittimo, del funzionario. Che è stato surrogato da un dirigente di fiducia. Tanto da invertire la famosa frase latina sostituendola con “ amoveatur ut promoveatur”. Rimuovere per promuovere. Ma la domanda sorge spontanea: tutto risolto? Il nuovo segretario avrà già firmato ciò che si rifiutava di siglare l’antagonista che, nel suo ruolo, sosteneva di dover far rispettare la legge? Mi auguro proprio di sì, perché altrimenti si avrebbe l’impressione duplice: primo che la persona rimossa avesse ragione a porsi quale baluardo della legalità. Secondo che la politica impreparata costituisca un danno non solo per i lavoratori delizi ma per l’intero Polesine. Considerazione che non ha ancora registrato una risposta. Chi di dovere, avrebbe dovuto già “istuzionalizzare” il problema chiedendo pubblicamente lumi. Parlo dei consiglieri di minoranza che mi paiono “assenti seppur presenti”.

BOCCIATO

Sono convinto che non siano ne’ mentecatti ne’ sprovveduti quel gruppetto di vigili che a Rovigheto, reiteratamente, spiattellano urbi et orbi il desiderio, anzi la necessità di essere armati di pistola. “Te si un pistola” dicono a Milano, per definire una persona stupida, sciocca. La rivoltella è pur sempre un’arma, sia la si usi per difendere o offendere, e costituisce  sempre un problema. Per chi la indossa, e per la cittadinanza. Inutile elencare la sua inutilità agli agenti municipali in Italia. Quasi mai usate, a volte impiegate invece per regolare dissapori e faide familiari. Forze dell’ordine armate e in circolazione ce ne sono già tra carabinieri, polizia e guardia di finanza. Che bastano e avanzano. Ci sono nazioni civilmente più progredite di noi in cui le forze di polizia non portano armi da fuoco come l’Irlanda, la Norvegia, l’Islanda e la Nuova Zelanda. Bene ha detto il rappresentante sindacale della Cgil definendo la richiesta “una sceneggiata”. Dietro la quale, a mio avviso, c’è però un po’ di furbizia, ammantata da populismo. Che aveva già fatto sprecare soldi alla precedente amministrazione per acquisto e detenzione di armi. Primo: di turni notturni, come hanno chiarito i sindacalisti, non se ne parla con un organico carente come l’attuale. Secondo: che vanno a fare in giro la notte? Ci sono già carabinieri e polizia, in un paesotto di 30.000 abitanti, dove non capita quasi mai nulla. Terzo: non c’è mafia e corruzione (se c’è è nelle istituzioni, nelle organizzazioni imprenditoriali e non nelle strade di notte, eccetera), terrorismo, sequestri di persone, prostituzione minorile, omicidi. E se dovesse succedere c’è già chi è armato. Basta aver letto la cronaca dei danni provocati alla pizzeria “da Mimmo”. I vigili cosa sarebbero andati a fare, a minacciarli con la pistola? Di questa Rovigheto “tranquilla” si lamentano persino gli avvocati penalisti,  trovandovi scarso lavoro. Quarto: per le nostre guardie cittadine, nate per curare e dirigere il traffico e disbrigare scartoffie, probabilmente è meglio girare di sera piuttosto che rimanere  chiusi in ufficio o operare sotto le intemperie. Quinto: meglio poi occupare del tempo per recarsi al poligono di tiro e scaricare tensioni e incazzature varie, invece che immergersi nel doveroso traffico quotidiano. Sesto: non sottovalutate l’indennità che andrà aggiunta alla busta paga per la “dotazione delle armi e per i consegnatari di armeria in base ai giorni di effettiva presenza in servizio”. Secondo me questi ultimi aspetti elencati sono il “vero obiettivo”.
BOCCIATO
Sindaci a scoppio ritardato. È questa la reazione dei rappresentanti dei cittadini del Polesine, rispetto alla raccolta dei rifiuti operata da Ecoambiente. Toh, tomo tomo, cacchio cacchio, hanno avuto una reazione. Anche se fuori tempo. Rispetto alla problematica gestione di Ecoambiente. Si sono lamentati infatti quando hanno conosciuto dell’aumento della Tari. Ulteriore aumento, ha candidamente affermato il sindaco di Porto Tolle sottolineando che, al di là delle promesse di riduzioni varie, le tariffe da anni aumentano continuamente. Un ottimo amministratore le “promesse”, “gli intenti”, se non prima certificati da dati certi, vanno studiati e verificati prima, non dopo. Ma abbiate pazienza, sperando sempre di sbagliare: sulla Tari ne vedrete ancora delle belle. Intanto si sono acquistati migliaia di contenitori che le famiglie, soprattutto quelle meno abbienti che vivono in pochi ristretti metri quadrati, dovranno trovare modo di “ospitarli”. Poi, un paio di volte la settimana, dovranno “conferire” il loro contenuto agli operai. Ma se quel giorno si hanno impegni, e si è assenti, “il profumo” degli avanzi di pesce eccetera fungerà da “profuma ambiente” estivo. È comunque certo che per dare corso a queste scelte dei cassonetti “intelligenti”, non occorra essere assolutamente  intelligenti. Basta essere eletti. Punto. Poi, chi vivrà vedrà. Tanto paga sempre Pantalon. Domanda: quante persone Ecoambiente dovrà assumere ancora? Quanti mezzi occorrerà  acquistare? Se si è “ trasparenti”, cari sindaci, pubblicate i costi, e fateci conoscere quando il Piano industriale porterà i cittadini a risparmiare. Fra otto mesi, un anno, tre anni? Poi, cari amministratori disattenti, fate firmare un documento davanti a un notaio ai responsabili di tali “scelte, intenti, decisioni” in modo che non rimangano promesse da marinaio. E i contribuenti possano verificare i riscontri positivi promessi. Altrimenti si chiameranno a pagare i danni agli amministratori “intelligenti”, ipotecando i loro beni.
BOCCIATO
Non si definisce a caso “Piano”. Quello urbano del traffico PUT, per esempio. A Rovigheto, dove la lentezza è di casa, se ne sente parlare da più di un decennio. Ma, della sua applicazione, ancora nulla. Nonostante siano stati spesi centinaia di migliaia di euro per studi, progetti e quant’altro.  Interessante sarebbe conoscere il totale di quanto sinora investito. Nonostante questa cittadina la si possa circumnavigare in bicicletta in una mezzoretta, nonostante basterebbe convocare i vecchi vigili urbani e farsi indicare possibili soluzioni per la viabilità per poi trasferirle ai tecnici, nonostante questo, dopo tre anni di legislatura, anche per questa amministrazione il Piano giace. Considerato che, salvo sorprese, tra due si andrà al voto amministrativo, porlo in essere poco prima, con le rimostranze certe che si avranno da una parte dei cittadini, significa essere politicamente un po’ tonti.
BOCCIATO
Il “Vaiolo delle scimmie” non sarà certo l’Araba Fenice, ma qualcosa di simile per gli italioti. Rieccoli. I vari Pregliasco, Capua, Galli, Crisanti, Burioni, Viola oltre all’onnipresente Bassetti. Così continueranno a infastidire (cambio immediatamente canale come li vedo apparire) scimiottando gli esseri a loro vicini, le scimmie, che gli permettono di riapparire nelle televisioni. Da cui li pensavamo “scomparsi”. Già all’inizio del covid, avevo notato molte similitudini nei loro comportamenti con l’animale simbolo. Riconoscere le facce, le risate, la vita sociale, la vendetta, l’istinto alla guerra al bacio come forma di rispetto. In fin dei conti abbiamo il 97% di codice genetico simile. Così sono riapparsi, e allora cambio canale.
BOCCIATO
Fiato, si tromba. Finalmente un atto di civiltà emesso da quel Parlamento di ipocriti che è l’Italia. Si, ma ( congiunzione avversativa ) varrà solo per chi è privato della libertà. Sono stati stanziati ben 28,3 milioni di euro per “Relazioni affettive dei carcerati”. Insomma si parte con “un casino”, chiamato con raffinatezza  “Casette per l’amore” istallate dentro le mure di un solo carcere regionale. Venti entro l’anno, una per regione. Poi ogni carcere avrà il suo prefabbricato per fare sesso. Questi saranno a disposizione dei detenuti sottoposti a regime duro e che non potranno accedere ai permessi premio. Tempo concesso 24 ore ogni mese: una giornata di fuoco con la moglie, la fidanzata/o o una puttana/o. Bisognerà prevedere pareti insonorizzate. Ogni casetta potrà ospitare tre detenuti contemporaneamente, assieme alle/ai loro partner, a seconda dei gusti sessuali. Il “Modulo abitativo”, così viene definito, man mano sarà istallato in tutte le 190 carceri italiane. Insomma, questi legislatori infidi e falsi perbenismi, utilizzatori finali di prestazioni sessuali extra fuori dal parlamento, hanno di fatto imposto la cancellazione della legge Merlin. Rifugiandosi all’articolo 32 della “Costituzione” per garantire la “salute psico fisica del carcerato”. Ma allora tutti quegli italiani che godono della libertà, perché non possono avvalersi degli stessi “diritti” di avere le loro “case chiuse”, come giustamente e tardivamente sono state concessi ai detenuti, perché non possono giovarsi di queste “attenzioni sanitarie protette e monitorate fiscalmente?”. Ed estirpare e togliere da strade, città, periferie spettacoli indecorosi e malavitosi? Anche perché l’Italia è una nazione dove regna da secoli un “… Gran bordello…” , sosteneva giustamente Dante Alighieri.
PROMOSSO

 

 

Rovigo Magazine

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