Niente Pagella

Niente Pagella

20 giugno 2022

Sono convinto che il voto concesso a una persona ignorante sia un diritto. Che uno valga uno anche, purtroppo. Per vedere poi i risultati prodotti dal suffragio universale nel Terzo millennio, basta non chiudere gli occhi. Vabbè, mi direte. Ho inoltre un altro pensiero, che riguarda chi leggeva o legge ancora i quotidiani. E che da tempo è quasi costretto ad abbandonarli. Infatti le vendite stanno giorno dopo giorno precipitando. Si dice che il lettore ha sempre ragione: quando sfoglia banalità che potevano forse interessarlo in una società di semianalfabeti, oggi le rifiuta. In giro si vedono fogli qualunquisti, nemmeno più riutilizzati come un tempo per incartare salumi o per uso igienico. Mancano cultura, qualità, inchieste, coraggio di scrivere quello che si pensa. Il “giornalista” ha perso i contatti con la realtà. È divenuto un impiegato che trascorre la giornata davanti al desk per portare a casa un pezzo di pane. Non è stimolato e nemmeno premiato dagli editori. A meno che non sia un lecchino, prono ai loro ordini. Non parliamo poi della “categoria” sindacale. Meglio sorvolare. Li abbiamo visti qualche volta in televisione, o manifestare in piazza, tipo davanti la sede Rai a Venezia, capitanati da quell’abile, scaltro e intelligente del suo presidente. Scesi in favore addirittura per i lavoratori della Speedline di Santa Maria di Sala, o contro turni o cancellazioni disposti dall’amministratore della Rai. Temi spesso “sinistri”, rappresentati da “ quattro gatti” con un cartello in mano. Va benissimo, ci mancherebbe. Ma una corporazione vera ( Ordine e Sindacato ) dovrebbe proclamare in questi giorni come minimo una giornata di sciopero generale. Perché vi è un tema importantissimo per cui lottare: un giornalista australiano, Julian Assange, cofondatore di WikyLeaks, anni fa era entrato in possesso di importanti documenti tenuti segreti dal governo americano. Eseguendo alla perfezione il suo lavoro. Scoprendo nefandezze, atrocità e crimini di guerra commessi dalle forze americane in Iraq e Afghanistan. Il modo migliore di onorare la professione è scovare documenti e fatti relegati in frigorifero e pubblicarli. E portarli alla luce dei cittadini. Informandoli affinché possano giudicare. Oggi in quasi tutto il mondo è in essere una stampa narcotizzata, che fa a gara per uniformare le “vedute” dei fatti che ci offre. Imponendoceli coi soldi e la forza del potere a livello planetario. Assange si è esposto a quel grande rischio che si chiama giornalismo vero. Pericolo già descritto da un filosofo che sosteneva che chi riesce a usare e pensare con la propria testa è fortunato se non viene decapitato. Infatti, quei guerrafondai dei “mericani” , invece di assegnarli il famoso premio Pulitzer, settore “giornalismo per il bene comune”, (decisione che spetta ai membri  dell’università Columbia università di New Yorch) hanno emesso nei suoi confronti un ordine di cattura internazionale. Eppure gli USA passano per essere il “Paese delle libertà”. Nel contempo nel mondo si continua a manipolare l’informazione. Usando mezzi come l’arroganza e il potere. Utilizzando le notizie trasformandole in storie da bianco e nero. Da una parte i buoni, i democratici; dall’altra i cattivi, i dittatori. Facendoci digerire sovente il falso al posto del vero, dimostrandosi così sgherri della verità. Scagliandosi non verso chi i crimini li commette, ma addirittura chi li denuncia. Ma non vi viene il dubbio che l’invasato di Zelensky sia strumentalizzato? Che soffra di una patologia che investe chi è improvvisamente proiettato ad una sovraesposizione mediatica. ( ne hanno già patito Bossi, Renzi, Salvini ). Che porta a far scattare meccanismi psicologici che governano il rapporto Io-Mondo, e dilatano la distanza tra pensiero normale e pensiero delirante. Come l’ex attore, ora presidente, che crede di recitate una commedia, sconfiggendo la Russia. Non rendendosi  conto che è il responsabile numero uno di devastazioni, di oltre 15.000 morti, 20.000 feriti e 8 milioni di sfollati. Di queste barbarie, crudeltà, orrori ucraini agli americani non importa nulla. Vedrete invece come si agiteranno per cercare di liberare i loro due prigionieri in mano a Putin. Recitare “il diavolo a quattro” è una rappresentazione vecchia di duecento anni. Che serve semplicemente per riportare l’America, attraverso la NATO. a ripresentarsi come “protettrice” contro i cattivi. Difendendo i propri interessi di egemonia su un’Europa che gli stava sfuggendo. Perché erano in aumento partiti filo-Putin, mentre altri si erano incamminati sulla Via della Seta. E i sovranisti dove li mettiamo? Una miscela che rischiava di spappolare la CEE danneggiando il suo protettore. Già l’averla “spinta” ad allargarsi dai sei soci fondatori del 1952 ai 27 attuali è stata una strategia di indebolimento, non di potenziamento. Perché si è mescolato il diavolo a l’acqua santa. Il tutto in funzione sempre dei propri fini, non certo per una fettuccia di Ucraina. Notate come in pochi mesi siano riusciti a riunire Italia, Francia, Germania eccetera? Tenete conto che da due secoli ogni presidente eletto oltreoceano, grazie ai soldi sganciati dagli armatori per le costosissime campagne elettorali, deve poi svuotare gli arsenali creando conflitti in ogni parte del mondo. Per poi riempirli. Sino ad ora hanno fornito armamenti all’Ucraina per 2 miliardi di dollari. Ma il cui costo chiesto complessivo sull’intervento è arrivato a 75 miliardi. Il popolo statunitense si sta stufando. E noi europei? Sino a quando porteremo pazienza fra rincari e carenza di materie prime dovute al conflitto? Cari “elit-tori” di Rovigo Magazine, è da tempo in atto non solo la sopravvivenza del pianeta, violentato dall’incuria all’ambiente e frutto di ciechi egoismi insiti nella razza umana. Ma vi è un’altro importantissimo pericolo che scorre carsico: la democrazia, la libertà. Resto basito, ma oramai non più di tanto, che una nazione come l’Inghilterra, che ha dato i natali a illustri personaggi come Mill, Burke, Collins, Hobbe e Milton per citarne alcuni, e che nel giugno del 1215 vide redatta dall’arcivescovo di Canterbury la rivoluzionaria Magna Carta Libertate, abbia concesso l’estradizione di Assange agli Stati Uniti, dove rischia un centinaio di anni di galera. Anglosassoni che da padroni della libertà si sono trasformati in camerieri degli americani.  Non mi resta di protestare, nel mio piccolo. Oggi niente Pagella.

Rovigo Magazine

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