La Pagella

La Pagella

27 giugno 2022

Tra poco più di un anno e mezzo Rovigheto ritornerà alle urne per le elezioni amministrative. Nelle stesso periodo di tempo la precedente giunta di Massimo Bergamin aveva prodotto l’installazione di ben quattro fontanelle, oltre alle innumerevoli figure di merda spalmate sui media nazionali. Più di tre anni di giunta di sinistra, qualche gaffes e la sua indubbia antipatia per Edoardo Gaffeo che ha però prodotto risultati e progetti indiscutibili. Per cui il termine di paragone con i predecessori è azzardato. Contemporaneamente si è  registrata una opposizione, compreso i reduci e non più combattenti della fu Menon, quotata a zero. Si leggono proposte avanzate e partorite dalla mente di qualche politicamente ebete, che rimbalzano sulla stampa e nel cervello di chi le propone. Consiglierei il silenzio, almeno lascia il dubbio sull’esistenza di intelletto. Se alle teste vuote aggiungiamo quindi lo zero, e la situazione in questi 20 mesi al voto non troverà nuove strategie per il centrodestra, ai rovigotti non si presenterà un enigma su chi premiare. Anche perché non si è visto dagli oppositori  partire nemmeno un uppercut che tentasse di mettere ko o in difficoltà l’attuale giunta. Non uno straccio di progetto alternativo. Non una idea che smentisca il vuoto delle capocce. Che, in quanto sgombrato da modelli, invenzioni, intelligenza e creatività altro non fa che ospitare slogan esterni provenienti dai frequentatori di programmi televisivi come Meloni, Berlusconi e Salvini. Vi sembrerà incredibile, ma sono proprio questi vuoti, queste assenze di materia grigia che funzionano da collante, e che i terapeuti chiamano “Attrazione per il vuoto”. Nemmeno quello che resta del giornalismo, il famoso quarto potere, non aiuta i rovigotti. Da tempo ha smarrito il suo importante ruolo di cane da guardia, di contro potere. Un esempio: quello della più alta carica politica provinciale, la deputata leghista Antonietta Giacometti. Avete per caso letto in questi quasi cinque anni di sua permanenza nell’emiciclo più importante d’Italia qualche sua intervista? Per capire cosa pensa, che progetti ha in mente per la terra che l’ha proiettata sulla luna, senza essere minimamente una astronauta? Nemmeno quelle domandine, quelle inutili e “in ginocchio” che si incrociano sfogliando i giornali. Si mormora “per non metterla in imbarazzo “. Vero o meno che sia comprenderete come mai i giornali lentamente perdono lettori, e muoiono. Dispiace. E molto. Soprattutto che abbiano rinunciato a quel ruolo importante, in grado di controbilanciare il potere e farsi stimolatori della democrazia.

BOCCIATO

Tre giorni fa, il 24 si festeggiava San Giovanni Battista. Giorno del solstizio, il più lungo, e la notte più corta. Festeggiato a livello mondiale dalla Massoneria il cui scopo è diradare e sconfiggere “le tenebre” che ospitano ignoranza e superstizione, e celebrare la luce del sapere, della chiarezza. Ho notato, con favore, che vi è stato chi ha ideato e portato oltre cento persone a Rovigheto, al parco Marvelli, per festeggiare e “ritrovare la luce”. Già gli antichi rivolgevano il loro sguardo alla palla di fuoco, appena svegli. Ringraziavano il sole perché il suo bagliore oscurava e cancellava le ombre che la notte aveva procurato: incubi e brutti sogni. Non possiamo comunque scordare che 38 anni fa moriva il politico polesano più influente degli ultimo 50 anni, Antonio Bisaglia. Aveva 54 anni. Credo che neppure la famosa messa in suffragio sia stata celebrata per ricordarlo. Morto e sepolto, e con lui i misteri che hanno coinvolto pure il fratello Don Mario. Deceduti in acqua, entrambi. Un elemento naturale che rappresenta il bene e il male per il Polesine ( che vive di una contraddizione: se non pompiamo via l’acqua le terre sprofondano. Ma ora la siccità, frutto della violenza sull’ambiente fanno si che il sale dell’Adriatico entri come a Cartagine a sterminare oltre che i raccolti anche l’imbecillità umana ). Per i famosi  “Gli annegati “  è comunque sceso il silenzio e l’oblio. Mentre sul sacerdote si è indagato, senza non poche difficoltà, alla fine sancendo che l’annegamento non fu nel lago di Domegge dove fu recuperato il cadavere, perché nei suoi polmoni era assente la diatomea, un’alga presente in tutti gli annegati nello specchio d’acqua  di Centro Cadore. Per l’importante fratello, invece, nulla. Non un esame autoptico, ma nemmeno una ispezione sul corpo, come hanno riportato le cronache, eseguita del procuratore della repubblica avvisato che nel mare di Santa Margherita era morto uno dei politici più importanti d’Italia. Pare che non si mosse di casa. Si è detto perché riverente ai voleri del presidente del senato, Antonio Cossiga, che si assunse tutte le incombenze. Asfaltando i famosi poteri cari a Montesquieu. Dimostrando comunque una prontezza ed efficenza da record. Un attivismo di uno degli esponenti più importanti di Gladio, l’associazione paramilitare segreta prodotta dalla CIA americana in Italia, e seconda carica dello Stato. Quel giorno era a casa sua in Sardegna, perché quella domenica c’erano le votazioni. Quando la batteria del Quirinale lo informo’ della tragedia, in poco tempo raggiunse l’aeroporto di Cagliari, decollo’ e atterro’ a Roma per caricare Maccanico, designato dal capo dello stato di rappresentarlo. Ridecollo’ e riatterro’ a Genova, per poi essere scortato alla camera mortuaria. Ordino’ che la bara fosse rinchiusa ( nessuno dei famigliari vide mai Tony morto, tranne naturalmente la moglie Romilda ). Ridecollo’ e se lo porto’ con lui a Roma, dove il mattino seguente ricevette la prima messa funebre nella chiesa del Gesù, presente il capo dello Stato. Poi l’aereo ridecollo’ verso Venezia concludendo i voli. L’ultima messa da “Requiem “ fu celebrata nel gremitissimo Duomo di Rovigheto. Due giorni di cronaca, poi nulla più. Ad essere onesti, ben sapendo che la memoria di un defunto sopravvive finché vive chi lo ha conosciuto, amato e apprezzato, trovo ingiustificato il fatto che Bisaglia sia “ scomparso “ dal ricordo collettivo. Ciò ha una spiegazione: mentre gli erano riconosciute doti di abile intrallazzatore oltre all’efficenza delle sue segreteria ben organizzate e distribuite nel quadrilatero elettorale. Cui andava aggiunta la sua presenza e frequentazione di ogni paese, frazione di territorio che lo rendevano “uno di noi”, come “spessore politico” però nulla aveva in comune con i grandi della Democrazia Cristiana come De Gasperi, Moro, Fanfani e De Mita.

REQUIE

Sono convinto che fare il presidente di un’associazione, come quella dei commercianti, sia un lavoro faticoso e stressante. Più che dirigere un consiglio dei ministri. Il perché l’ho trovato confermato ieri sulla stampa locale. C’era chi riportava la cronaca, altri la traducevano a proprio uso e consumo. Entrambi fotografavano le lamentele dei bottegai nostrani, relativamente all’invasione di persone che hanno partecipato alla Rovigo in Love. Eppure lo scopo principale di una amministrazione è quello di portare gente in città. Dei commercianti, invece, di fare a gara per allestire la miglior vetrina, esporre i prodotti d’avanguardia e, soprattutto, sfoderare una politica dei prezzi interessante per attirarli dal marciapiede dentro i negozi. Trovare però un negoziante contento e soddisfatto è come scoprire il quarto segreto di Fatima. Bravi a conoscere oro, argento, stoffe, vini, liquori e alimentari ignorano cosa sia l’amicizia, la fratellanza. Perché è l’invidia quella che fra loro regna sovrana. Quando li troviamo uniti e si danno la mano lo fanno per rallentare chi va più veloce, non per solidarietà.

BOCCIATO

IL  TRAVASO  DELLE  IDEE

America: paese progressista meraviglioso. La lobby dei potentissimi costruttori delle armi cancella la “ Democrazia in America “ del meraviglioso Tocqueville. Una pistola per tutti, lo slogan vincente. Ma ecco il bilanciamento di una grande nazione entrare in campo: vietato alle donne il diritto di abortire. Faranno più figli. Controbilanciato però alla possibilita di uccidere chi ti sta sui coglioni. Pari e patta. Più uguaglianza di così esiste?

 

La magia dei politicanti italioti viene servita a un popolo che considerano formato da una maggioranza di coglioni. Forse giustamente. Basta rifornirci di gas da quel dittatore russo. Ora l’erogazione sarà surrogata dalla democratica Africa. Un primo passo è stata fatto con l’Algeria ( FLN, Forze armate e servizi segreti ), Arzebaijan (Repubblica semi presidenziale ), Libia ( con due premier: più democratica di così? ), e Quatar ( monarchia ereditaria ). Una proprietà “ commutativa “ che i prestigiatori alla Draghi ci propinano: “cambiando l’ordine dei fornitori il prodotto non cambia “. Voglio la monarchia.

 

Cercano di immettere nel ventilatore dello sputtanamento mediatico l’intervento che Giorgia Meloni ha regalato agli spagnoli in occasione del sostegno alla candidata alla presidenza dell’Andalusia. Dove si è scoperto l’acqua calda. Che “la ducetta”de noantri sia carica “di fermenti sempre attivi” non è un mistero. Un comizio “ …pieno di odio, che fa paura, incompatibile coi diritti civili e la nostra democrazia…”, è stato detto. Dagli idioti, facendo indirettamente un regalo alla pupilla di Gianfranco Fini. Ma benedetti somari, non ve ne siete accorti che è ciò che chiedono i popolani che adorano forme di supremazia. Che si sono esaltati quando un giovane guerriero padano come Bossi si schierò contro la chiesa e a favore della secessione ammazza terroni. Come l’appeal prodotto quattro anni fa da quella massa di disoccupati grillini che lanciavano merda a trecentosessanta gradi contro una nazione infetta. Tocca ora alla rappresentante della popolare Garbatella essere dura, tranciante, inequivoca. Quello che ci vuole per farsi rispettare, votare e attrarre il popolo. PS: a Verona ha vinto, hanno fatto vincere il candidato della sinistra Tommasi. Di chi parliamo? Chiaro, dei ” Forzatosianleghisti”. La sconfitta del candidato della Meloni, Sboarina, ora ex sindaco, la si deve all’odio del duo Berlusconi-Salvini contro Giorgia. Derivante dal suo carattere, ma soprattutto dal suo successo. Che si inserisce in una “strategia” chiara da tempo: spuntare le unghie alla “ ducetta” per impedirle di avanzare la candidatura per la futura presidenza del consiglio dei ministri. Della città di Verona, ai brontosauri che gestiscono ancora le trame oscure della politica italiana, non importa più di tanto. Sarà il teschio Sboarina truccato alla Meloni che si esporrà  nei prossimi programmi politici. Ad iniziare da oggi. Verona è semplicemente una pedina da giocare sui ben più importanti futuri equilibri nazionali. Una strategia intessuta in funzione di ordini, e se volete “accordi”, che provengono da oltre oceano.

 

Polesani tenetevi forti. In settimana avremo il nuovo consiglio di amministrazione di Ecoambiente. Chi conosce le facce dei contendenti, confrontate poi con preziosi tomi di fisionomica, ha registrato brividi di freddo. Cosi risparmia energia del condizionatore, facendo felice un drago come Draghi. Ma per voi, vittime ignare di cosa vi aspetterà, nutro solo pietà.

 

All’indomani delle votazioni amministrative di giugno un foglio locale riportava commenti e foto dei tre responsabili provinciali dei maggiori partiti. Ad iniziare dal “ pallone d’oro “ Cristiano” ( Corazzari, per i tifosi ) che invece di ricevere il premio e mantenere i supporter, gli euro credo li debba scucire. La sua dichiarazione è chiara: “ … ci ho sempre messo la faccia…”, nella vittoria e nella sconfitta sosteneva. Un responso senza appello, in quanto nella Lega polesana una seconda faccia purtroppo non esiste. La dittatura sul Carroccio la dimostra quando, non avendo a disposizione personalità da proporre in enti pubblici, ricorre al miracolo. E qui vedo “il Cristiano” , quello vero, nel senso religioso, quando : “…In verità ti dico che se avrai fede in me potrai costatare che ti farò passare da qua a la’ e passerai…”. Un prodigio che va oltre la natura umana, attuando la bilocazione dell’individuo. Invece, in “mezzo al campo largo”, della pagina s’intende, spunta non a caso un Angelo che, in quanto angelo, usa un linguaggio superiore al nostro. Il suo nome è Zanellato, che adoperando la gerarchia angelica, scarica sul povero Azzalin tutte le colpe del disastro elettorale subite dal Partito democratico. La giornalata si chiude col più signorile commento, rilasciato dall’onorevole Piergiorgio Cortellazzo che, si nota, è stato educato dal padre Giorgio. E scodella quella che dovrebbe essere la politica, e valori quali serietà e lealtà cui ancorarsi, che si vinca o perda. Ecco, nelle poche parole del forzaitaliota, una lezione gratuita per gli altri due.

 

Penso a quei miserabili (miserabili in onore di Victor Hogo, che nel suo bel romanzo ha descritto un mondo alla rovescia ) di grillini che per anni hanno creduto a quel giullare di Luigi Di Maio ( di cui mi occuperò prossimamente ). Solo uno spregevole come lui poteva, in una occasione a reti unificate indetta per spiegare la sua fuoriuscita dal movimento che lo aveva adottato, evocare il nome di un morto. David Sassoli. Per lui forse una squallida furbizia. La conferma di un misero “ Sinistro degli Esteri”.

 

Chiariamo. Ciò che esporrò è solo e semplicemente il mio pensiero. Che riguarda me stesso. Dopo attente letture, valutazioni, esami introspettivi sono per la Legge del Taglione. L’ho chiarito, sciogliendo dubbi e superstizioni. Non temo quindi più nessuno. Sono libero. Non condivido più questa società che pratica l’ipocrito buonismo e che ci sta distruggendo. Già grandi pensatori come Bonvesin de la Riva e poi Dante Alighieri ne avevano trattato. Prima ancora Hammurabi, Seneca, poi il Medioevo e il diritto romano e germanico. Il Levitico ( Bibbia )  chiarisce anche per gli stolti: “occhio per occhio, dente per dente”.  Se poi vogliamo concludere la carrellata riferiamoci all’Iran, che lo ha recentemente rispolverato in occasione del Covid. Chi, coscientemente, sapendo di essere infetto, non si curava isolandosi e di conseguenza infettava altre persone, finiva punito ( Qesas ). Leggendo vengo a conoscenza che nei servizi fondamentali ai cittadini come Sanità, Giustizia, Pubblica Amministrazione, ogni giorno si compiono crimini. Per imprudenza, incapacità, impreparazione, superficialità o inadeguatezza. Dai più gravi, come procurare la morte, la carcerazione di un innocente o l’assoluzione di un reo. Ai più tollerati come la pigrizia e maleducazione di impiegati e dirigenti degli uffici pubblici. Un andazzo che ritengo debba finire. Come il tempo delle “assoluzioni”. Chi sbaglia va punito di persona, senza affidarsi ai chilometrici tempi dell’ingiustizia che si inchina quasi sempre ai potenti e punisce deboli e fragili. Basta. Chi uccide andrà ucciso. Chi compie madornali errori deve patire le stesse pene inflitte o pagare di persona il danno provocato. A lui la scelta. Un maleducato, villano e sfaticato incapace di essere all’altezza nello svolgere un ruolo pubblico va picchiato. Occorre iniziare a porre fine all’indulgenza del tanto al chilo, del perdono facile. Bisognerà agire soprattutto contro quelli che rappresentano, per una ragione o per l’altra, i pilastri e i simboli di una democrazia calpestata.

 

 

 

 

 

 

 

 

Rovigo Magazine

I commenti sono chiusi