Il sesso forte

Il sesso forte

14 luglio 2022
Il “sesso forte”. Definizione meglio azzeccata  non poteva designare la donna. Perché ci supera non solo come procreatrice ( i suoi ovuli sono 80.000 volte più grossi dei nostri spermatozoi ) ma anche come detentrice dell’utero per la gestazione e le mammelle per il nutrimento. Gravidanza, parto e allattamento non riusciranno per tutta la vita a staccarla da quel filo ombelicale che ci ha dato la vita. Anche le religioni e il mistero divino travalica chi si debba adorare. Perché troviamo nomi maschili e femminili. Da Vishnu, Zeus, Apollo, Dioniso a Kali, Isis, Afrodite e Artemis per citarne alcuni. Dalle origini ai nostri giorni la donna ha avuto un percorso certamente non facile, occupando il centro della famiglia in quanto moglie e madre. Quello che osservo, e che non mi convince, è questa affannosa e sfrenata rincorsa verso il gruppo. Che fornisce sicurezza a femmine maltrattate, sfiduciate e insicure in svariate sigle corporative: dove l’identità lascia posto alla collettività, e nei comunicati stampa spariscono nomi e cognomi. Differenza donna, Telefono rosa, Donne in quota, Città delle mamme, I woman per approdare ai famigerati Me Too. Dove, aiuto e vicinanza ai problemi che la vita sovente gli scarica addosso, arrivando anche a reprimerle, trovano ospitalità frustrazioni e insoddisfazioni personali. ( la conclusione della “Rimini degli Alpini” ne è un esempio di Eggregora ). Si tratta di contenitori che raccolgono irrequietudine, rincrescimento,  depressione e anche cattiveria. Col rischio che una nazione, arrivata al terzo millennio, sia costretta ad abbracciare il Memores Domini in cui prevale la castità. Le leggi prodotte ultimamente sembrano infatti istituzionalizzarla. Inerpicandosi verso uno stampo “proibizionista”: vietato lanciare sguardi maliziosi a una donna ( ai maschietti si? ). Vietato sfiorare, appoggiare una mano,  anzi un dito su un corpo femminile. Vietato rivolgere un complimento. Vietato avere pulsioni sessuali. Dovesse accadere rivolgetevi, come in gioventù, al piacere solitario. Insomma, se si vuole una società platonica, che trova le radici come nel III secolo nell’opera del Simposio di Metodio, coraggio, legiferate pure. Portando a conclusione quell’errore che ritengo imputabile a questo “ mondo cosiddetto moderno “. Dove si sono alterati e confusi ruoli, valori e caratteristiche definite nella creazione del mondo. Voler scimiottare l’uomo, sfidarlo, deriderlo e umiliarlo, sia tra le mura domestiche che nella società, mi pare stia producendo complicazioni più che soluzioni. Questo non significa, sia chiaro, desiderare di ricondurre la donna intorno al primitivo ruolo assegnatole accanto al focolare. Nemmeno di escludere la bestialità insita nel maschio-padrone. Ci mancherebbe. La risposta è più semplice di quanto s’immagini:  basterebbe, rispolverassero una potente e meravigliosa arma, per prevalere e imporsi sugli uomini: essere sempre più donne.
Rovigo Magazine

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