Beh un giornalista, come cinghia di trasmissione tra potere e cittadini, deve essere curioso. E chiedere. Appunto. Per poi divulgarlo ai lettori. Montanelli sosteneva che: “…quando un giornalista viene in possesso della verità, ha tutto il diritto di rivelarla, anzi il dovere…”. La mia curiosità ha interessato la stampa locale, sempre più in difficoltà e affanno per colpe da non addebitare ai lettori. Perché, quando si offre un prodotto scialbo che assomiglia più al lavoro impiegatizio che professionistico, questi sono i risultati. Dove mancano inchieste, dibattiti, firme prestigiose. E soprattutto libere. Perché solo il giornalista può essere libero, non la stampa. E i lettori se ne accorgono e non corrono più in edicola. Così si ricorre alla continua ricerca di aiuti e aiutini. Pubblici e privati. Tutto nella norma. Che poi qualcuno usi questo strumento per “spingere, edificare, promuovere” chi lo foraggia non stupisce. È dall’800 che nascono, si sviluppano e muoiono testate nate principalmente come strumento di pressione, più che informazione e bisognose di essere finanziate. Quindi novità zero. Famoso, per citare un esempio, anni fa era un periodico locale. Dove si leggevano interviste “trancianti” con domande tipo: lei preferisce le bionde o le more? Oppure: a pranzo pasta o minestrina? Per non citare le lodi ai famigliari e figli. Ma tutto era “trasparente”: bastava girare pagina e si trovava la pubblicità dell’azienda o dell’istituzione dell’intervistato. Per questo avevo richiesto, quale titolato, come recitano le leggi, di conoscere come e chi finanziavano con la pubblicità certi Enti locali. Lo scopo, e il perché lo poteva poi ricavare il lettore, una volta conosciuti gli importi e la loro destinazione. Il più celere, e quindi da citare come esempio positivo, è stato il presidente del CUR Diego Crivellari. Risposta ricevuta in nemmeno 24 ore. (Anno 21/22: Rovigo Oggi 427 euro; Gazzettino 1.840,98; Rovigo 24 ore 573,40; La Voce 8.283,50). Altra richiesta è stata presentata a Polaris. Prima inoltrata tramite mail, poi vista la non risposta, reiterata tramite posta elettronica certificata. Sino ad oggi nessun responso. Nonostante la pubblicità sia ben presente su qualche giornale. A pensar male, diceva Andreotti… Quando poi non si ottengono risposte ci si pone la domanda: perché non sono trasparenti, come il CUR? “Tenere la bocca chiusa” è una caratteristica dei mafiosi. Che sicuramente non riguarda Polaris. Ma se la bocca è chiusa, la domanda rimane comunque aperta. Credo che questo “disguido” sia però imputabile al “Codice Etico” (l’etica distingue il bene dal male) che il Sito della Società informa essere in “pubblicazione”. Attendo, fiducioso.