Anche la nostra “Regina Elisabetta” è farlocca.

Anche la nostra “Regina Elisabetta” è farlocca.

16 settembre 2022

Le televisioni di tutto il mondo ci hanno fatto assistere per giorni e giorni a un evento mondiale: la scomparsa della Regina Elisabetta II. Ebbene, tra i vari servizi e le ricostruzioni della sua lunga vita, credo abbiate notato come una delle democrazie liberali più datate d’Europa, quella Britannica, abbia disposto i suoi Parlamentari nella Camera dei Comuni. Suddividendoli: da una parte i Conservatori, dall’altra i Laburisti. Seduti appiccicati l’uno accanto all’altro. I due schieramenti sono poi posti in modo da potersi guardare in faccia, da vicino. Ecco un semplice esempio di postura, di chiarezza, di trasparenza e linearità. Che affonda le radici sin dal 1215 quando fu vergata la Magna Charta Libertatum. Fu la Rivoluzione Francese che inventò le definizioni di destra e sinistra, che identificavano la disposizione delle forze politiche rispetto alla tribuna, dove sedeva la Presidenza. In Italia purtroppo i rappresentanti dei cittadini, a Montecitorio e Palazzo Madama, siedono in aule a semicerchio, a forma di ferro di cavallo. Ecco, credo che la confusione dei ruoli parta da lì. Dovuta allo “smissiamento“, agli inciuci, alle lusinghe fra i membri che operano in una superficie concava, tanto da far sì che non si comprenda più quale sia la destra e la sinistra. Orfani di valori e cultura identitaria si spingono alla ricerca di un “ centro di gravità permanente, che possibilmente non gli faccia più cambiare idea sulle cose e sulla gente “. Allontanandosi così dalla diade Destra e Sinistra e alimentando il frazionamento partitico e la baraonda. Anche Rovigheto ( patria della “Rovigo non m’intrigo” , città che non esiste, dove da oltre un anno “ i romani “ non nominano un Procuratore della Repubblica o un direttore delle Carceri ) ne soffre. L’esempio recente è costituito dai traffici “ sottobanco “ fra Cristiano Corazzari (Lega) e Edoardo Gaffeo (Sinistra, Pd) per la composizione della giunta provinciale. Già in passato avevamo però assistito ad una assessora impegnata nella amministrazione di Paolo Avezzu e oggi alla presidenza del Consiglio comunale. O come quel consigliere comunale proveniente da una frazione cittadina, super votato nel Partito democratico nella precedente amministrazione, oggi planato in Fratelli d’Italia. Creando l’ impressione del “ voto liquido “. Dove la malizia lascia forse il campo all’opportunità. Tanto da far pensare che i cittadini di Buso “… siano mobili come piume al vento tanto da mutar di partito e di pensier…”. Un ballo della quadriglia legittimo cui hanno partecipato più di 300 parlamentari cambiando casacca. Tanto da farmi venire in mente il fantastico ragionier Fantozzi che raccomandava alla moglie: “…Pina stammi vicino perché se stavolta sbaglio il partito va a finire che non mangiamo per dieci anni…”.
Rovigo Magazine

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