Iras: nessun rispetto per gli anziani

Iras: nessun rispetto per gli anziani

16 ottobre 2022

Vivo da spettatore, immerso nella tristezza, il vergognoso palleggiarsi sulle responsabilità ( che partono da decenni fa ) del disastro dell’Iras rovigotto. Tra destra e sinistra, rappresentanti di quel sistema proteiforme che si chiama “ democrazia “, dove non ci sono mai responsabili. Fin da giovane ho avuto occhi di riguardo per quella che allora era “ la terza età”. Oggi, grazie ai progressi della medicina e delle condizioni economiche, divenuta “ quarta “. Allora gli anziani erano una risorsa, oggi un peso. Che mi ricordi nelle campagne venivano accuditi sino all’ultimo loro respiro, in casa. E le abitazioni erano spesso dotate di poche stanze. Ma un letto per i nonni c’era sempre, o si ricavava. Con gli anni, con la rincorsa al benessere materiale, è mancato anche il tempo per curare e occuparsi di quella generazione che con sacrifici immensi ha costruito quel ben di Dio che ci ritroviamo. Il business ha poi coinvolto pubblico e privato: si sono costruite case di riposo, molte volte atte più che ad ospitare, ad accogliere vecchi che famiglie anche benestanti dovevano “sbolognare”. Questi moderni “ lazzaretti” si son visti intestati nomi anacronistici come “ Casa Serena” o “ Casa del Sorriso “, “Casa della Quiete “ dove di gioia o allegria ve né ben poca. E dove, all’interno delle mura, si sono sovente consumate vere e proprie atrocità nei confronti degli ospiti. Spesso celate dalla correità del personale; e anche quando scoperte, tramite l’apporto degli investigatori, sono finite quasi sempre nel nulla. Lo so cosa sto scrivendo, e me ne assumo sempre la responsabilità: chi profana vecchi e bambini deve essere sottoposto alla “ Legge del taglione “ o del “ Cristiano Contrappasso “. Fossi un dittatore ecco le pene che avrei inflitto: a tutti i familiari che hanno avuto i loro anziani oltraggiati dal personale dovevano essere muniti di fuste e percuotere infermieri e infermiere, facendoli soffrire all’incontrario, a loro piacere. Questa per me è giustizia giusta.

 

Rovigo Magazine

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