La Pagella

La Pagella

14 novembre 2022

Eccola la buona notizia che ristabilisce lo scarto che la nostra provincia da anni sta incassando rispetto ad altre realtà. E che avvalora quanto già detto e riportato dai Vangeli (Cristo, Matteo, Marco,  Luca e Giovanni), e cioè che nessuno è profeta nella propria patria (Nemo propheta in patria). È quanto ha dovuto subire l’avvocato Valentina Noce, che ha visto riconosciuta la sua intelligenza da persone fuori le mura. Il ministro della Giustizia l’ha infatti chiamata a far parte della sua segreteria. Designazione molto importante. Credo non abbia tenuto conto degli incarichi che si era faticosamente aggiudicata sino ad oggi, cioè la vice presidenza dell’Accademia dei Concordi, il consiglio comunale di Rovigheto, o del cda del Teatro Stabile del Veneto ottimamente condotto da Giampiero Beltotto maestro di comunicazione di Luca Zaia. No, da uomo di cultura ed esperienza, il neo ministro Carlo Nordio ha posto in luce le capacità intellettuali e concettuali pratiche di una donna che ha vissuto momenti di “ sofferenza “ anche nel suo partito, la Lega, sempre affrontati con grande compostezza e signorilità. Ora si misurerà con una mansione importante, che oltre a richiedere bravi professionisti, ha bisogno di professionisti bravi.

PROMOSSA CON LODE

Rispetto “ai figuranti” autoctoni che negli anni trascorsi hanno calpestato le aule di Palazzo Madama e Montecitorio, non lasciando tracce individuabili per il bene della nostra provincia, pare che il neo senatore Bartolomeo Amidei stia imboccando il percorso inverso. Quello giusto. Una sfida che da subito lo ha chiamato a confrontarsi con un problema non da poco per il Polesine tutto, e il Basso in particolare. Il fenomeno della subsidenza. Il più bel pezzo che ho letto in queste ultime settimane è di Gian Antonio Stella. Un bravo giornalista, amico, che ha dimostrato che anche per questo mestiere c’è chi ha il quid e chi no. Ma c’è un “ fantasma “ che le tante cronache di questi giorni ignorano e aleggia nell’aria e che, purtroppo, nessuno ha intercettato. Si chiama Mario Zambon, ingegnere, grande professionista e docente universitario. Defunto, quindi cancellato dalla memoria. Fu uno dei più preparati e strenui difensori del nostro territorio colpito dai guai procurati dalle estrazioni metaniferi. A lui va riconosciuto il giusto merito e ricordo.

PROMOSSO

Già il Piano Urbanistico teorizzato sia Hitler o da Walter Darre’ ministro dell’agricoltura ( Fontana governatore Lombardia pare il suo sosia ), prevedeva città di piccole dimensioni non superiori a 200.000 abitanti e la capitale con non più di un milione. Un sogno, più che altro, ripreso dal Fascismo che ipotizzava una società sana, agricola, forte. Il nazista, dittatore, che aveva anche il pallino dell’artista ( dipingeva acquarelli eccetera che vendeva per strada, raggranellando qualche soldo per sfamarsi e passare la notte in dormitori pubblici ) maniacale che riusciva a piazzare i sui quadri a un rigattiere ebreo. Incredibile. Poi la storia la conosciamo. E anche ciò che è accaduto, con la prepotenza che il sistema industriale capitalistico ha prodotto. Città superaffollate che si trascinano problematiche esponenziali. Sempre più gravose. Pensieri frutto di dialoghi, che ogni tanto interrompono la mia clausura, con una delle persone colte che questa provincia registra, il professor Flores Tovo, insegnate di generazioni di studenti al Liceo Scientifico, ora in pensione. Oggi il Veneto policentrico, pensato dalla “vecchia politica democristiana”, ancora si salva. In un’ora di auto si intersecano tutte le sette province, che non superano i 270.000 abitanti di Verona sino ai 49.000 di Rovigheto che ha però perduto la sua peculiarità di capoluogo di campagna. E vive in una specie di camera iperbarica in quanto soffre di embolia culturale, avvelenamento da identità, sindrome comportamentale cui va aggiunto il monossido di carbonio da inquinamento. Perfino la storica nebbia, che tutto ricopriva, si è dileguata. Siamo ancora in terapia. Chissà se e quando potremo uscirne dalla terapia.

BOCCIATO

Credo che il Piano della Viabilità per i rovigotti possa ricondursi al comportamento che hanno le mogli, le fidanzate quando ti dicono sono pronta tra cinque minuti. Inutile incalzarle ogni mezz’ora perché si sbrighino. Ero ancora in consiglio comunale, tanto tempo fa. Quando ci venivano illustrate fantasiose soluzioni. Come quella folle dei “quattro parcheggi scambiatori” alle porte della città. Un quiz, un rebus vi chiederete? Ma no! Era l’estratto che proveniva da professionisti pagati a peso d’oro che strizzavano il loro cervello proponendo soluzioni solo per uso esterno, come certi farmaci. Male copiate da altre realtà con caratteristiche ben lontane da Rovigheto. E naturalmente rimaste poi chiuse nei cassetti. Tra un anno questa ennesima amministrazione dell’annuncio concluderà il suo percorso amministrativo. Chissà se si è trattato dell’ennesima profezia ?

BOCCIATO

L’onda lunga arriva anche tra Po e Adige. Si chiamano “ correnti di risucchio “ e partono da piccoli tornadi. Che caratterizzano anche la politica, naturalmente. Abbiamo visto quando erano tutti Renziani anche in Polesine dopo il 42% incassato dal PD. Poi leghisti al tempo del 37% del Capitano. Ora Meloniani. Niente di nuovo in questi tempi di fast food ( quello che ha inguaiato l’onorevole Giuseppe Fini che lo aveva confuso con Darfur, storica provincia del Sudan, nel tranello confezionategli dalle  Jene). Quindi, quelle che erano le retroguardie fino a ieri nel centrodestra, relative a Fratelli D’Italia, si fanno avanti per guidare le prossime amministrazioni in scadenza. Giusto. Legittimo. Ma più che meloni vedo più di qualche zucca farsi avanti.

BOCCIATO

Rovigo Magazine

I commenti sono chiusi