Bisogna vivere alla giornata: perché chi si “inferma” è perduto

Bisogna vivere alla giornata: perché chi si “inferma” è perduto

24 novembre 2022
Per i cittadini la salute è un diritto, e una priorità. La Costituzione ne è garante. Criticare ciò che non funziona dovrebbe servire a segnalare a chi di dovere falle o sbandate, trattandosi di servizio pubblico. I giornali, per esempio, più e più volte ha snocciolato dati, cifre, percentuali talmente chiare sulla malasanità veneta e locale che mi sarei aspettato delle replica, che le contraddicesse. Nulla. Davide contro Golia: le ULLS, come la rovigotta, non rispondono a Brusco e preferisco tacere. Perché vi sono dati incontrovertibili, difficili da smentire: soldi erogati a strutture private, diminuzione di personale e posti letto nel pubblico, programmazione un tanto al chilo come quella che oggi riguarda la carenza dei medici di famiglia sul  territorio con quasi una quarantina di casi in Polesine. Eppure ci hanno raccontato che avevamo dei super manager regionali, tanto da promuoverli a livello nazionale. Che poi le strutture private diano sovente risposte più veloci e professionali alle richieste degli utenti è pur vero. Perché lì i sindacati hanno meno spazi di manovra, e se il personale, l’infermiere o il professionista non funzionano vengono lasciati a casa. Per ragioni di spazio, non per tutelarne la privacy che non esiste essendo le rimostranze pubbliche, non riporto la pagina nera di lamentele che coinvolge il Pronto Soccorso. Sarebbe importante che la (il) Direttore generale pro tempore dell’ULLS 5  si travestisse, e scendesse tra gli umani per vedere cosa accade in quello che ritengo dovrebbe essere il servizio più importante e fondamentale di un ospedale di città capoluogo. Sono convinto che comprenderebbe. È lì, se operano medici preparatissimi, che in pochi attimi si decide la sopravvivenza o meno di una persona. Esiste però un’unica condizione essenziale: che vi lavorino numeri uno. Eliminando chi non è all’altezza del delicato e gravoso compito. I “ gettoni “ vanno bene per le lavanderie, non per i medici. Poi, ben retribuire un sperimentato sanitario, è un investimento. Perché la vita non ha prezzo. In poche parole il Pronto Soccorso dovrebbe essere la Cassazione di un ospedale. Perché è inutile girarci intorno: aveva ragione Ippocrate quando sosteneva che “tra i medici molti lo sono per titoli, pochi per i fatti”, come in altri ambiti. Sanitari con grande esperienza eviterebbero inoltre  accertamenti errati che intasano i Reparti gravando sui costi. Perché le degenze sono meno impegnative, in quanto i pazienti ricoverati seguono cure derivanti dalle diagnosi.  Comprendere e realizzare ciò costituirebbe un gran scatto di qualità. Non nutro, purtroppo, fiducia nel “ controllo” da parte della Conferenza dei Sindaci e del Comitato Distretto 1. Pochi partecipanti, poche riunioni durate più o meno una oretta impiegata per lo più’ dalle relazioni dei funzionari dell’Ulls. I sindaci li trovo invece attivi quando debbono esprimere il punteggio relativo alle capacità dei Direttori Generali. In quell’occasione scatta la quasi unanimità  dei “bravo bravo” di valutazione. L’ultima, metà presenti, ha registrato 21 sì 2 no e un astenuto ). Tutti sempre promossi, nonostante le magagne che conosciamo. Il  pensiero unico  non mi è mai piaciuto, soprattutto quando trova conferma. Tempo fa un sindaco aveva richiesto che, dovendo esprimere pubblicamente una valutazione delicata su chi gestisce la sanità, la votazione fosse espressa in segreto. Figuratevi: istanza  immediatamente cestinata.
Rovigo Magazine

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